Dopo anni di discussioni, il progetto di integrazione degli asset di rete fissa di TIM e Open Fiber si sblocca grazie al via libera degli azionisti delle due società.
Il percorso di integrazione delle reti finalmente trova in accordo tutti i soggetti in campo, a partire da Cassa depositi e prestiti (attraverso CDP Equity) come azionista di TIM (con una quota vicina al 10%) e Open Fiber (60%) e dai due fondi, quello americano Kkr al 37,5% in Fibercop (la wholesale company di casa TIM protagonista del progetto) e quello australiano Macquaire che ha rilevato il 40% di Open Fiber dopo l’uscita di Enel.
Nella nota emessa a seguito dei CDA si legge che l’obiettivo del Mou è “avviare un processo volto alla creazione di un solo operatore delle reti di telecomunicazioni, non verticalmente integrato, controllato da CDP e partecipato da Macquarie e Kkr, che consenta di accelerare la diffusione della fibra ottica e delle infrastrutture VHCN (Very High Capacity Networks) sull’intero territorio nazionale, permettendo così l’accesso ai servizi più innovativi ed efficienti offerti dal mercato alla generalità della popolazione, agli enti pubblici e alle imprese, contribuendo in tal modo ad uno sviluppo più celere, duraturo e sostenibile del Paese”.
TIM, CDP e Open Fiber pronti a vincolarsi sulla Rete Unica
La regia sarà affidata a CDP Equity “nel rispetto dei vincoli regolatori inerenti le attività infrastrutturali, dei processi autorizzativi interni e degli interessi dei rispettivi azionisti, investitori e stakeholder, nonché in piena, trasparente e preventiva consultazione con tutte le competenti autorità nazionali ed europee”.
Tuttavia per l’integrazione effettiva sarà necessario del tempo, anche per via della differente natura tecnologica degli asset, inoltre bisognerà vedere quali asset conferirà realmente TIM.
Nella nota si puntualizza che “le parti hanno condiviso che l’operazione possa articolarsi mediante la separazione delle attività infrastrutturali di rete fissa da quelle commerciali di TIM– mediante un’operazione societaria o combinazione di operazioni societarie da definirsi – e l’integrazione delle prime con la rete controllata da Open Fiber con modalità da definirsi”.
Per ulteriori sviluppi bisognerà attendere il prossimo 7 luglio quando l’Ad Pietro Labriola dettaglierà il piano industriale 2022-2024, tuttavia TIM oggi rende noto che ad esito dell’operazione di scorporo “potrà focalizzare in via prioritaria le proprie attività nei servizi di telecomunicazione e trasmissione di dati”.
La scadenza per l’accordo vincolante sarà quella del 31 ottobre, visto che con la sottoscrizione del MoU non vincolante le parti si sono impegnate a negoziare in via esclusiva e in buona fede i termini e condizioni dell’operazione con l’obiettivo di addivenire alla firma di eventuali accordi vincolanti entro questa data.
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