Com’è ormai noto, le truffe sono all’ordine del giorno nel settore delle criptovalute. In pratica basta scorrere le notizie di settore per notare un trend il quale continua a mantenersi su livelli estremamente preoccupanti, anche a causa dell’ingenuità di un gran numero di aspiranti trader alla ricerca di occasioni. Occasioni che troppo spesso si rivelano però essere semplici raggiri drenando grandi quantitativi di soldi reali dalle tasche degli investitori in quelle dei truffatori.

L’ultima notizia in tal senso è quella relativa a Fortnite, il gioco sviluppato da People Can Fly e pubblicato da Epic Games per console e PC. Come già accaduto per Squid Game, anche questo sparatutto ha assistito al varo di un token ad esso ispirato. Il problema è da ravvisare nel fatto che il progetto non ha alcun legame con l’azienda che distribuisce il gioco, rivelandosi ben presto per quello che è realmente: una pura e semplice truffa.

Token Fortnite: cosa sta accadendo

Fortnite crypto è disponibile sul mercato ormai dal dicembre dello scorso anno. Soltanto nelle ultime settimane, però, ha iniziato ad avere una certa popolarità, tale da costringere l’amministratore delegato di Epic Games, Tim Sweeney a precisare che non esiste alcuna criptovaluta collegata ufficialmente al gioco. Si tratta quindi di una truffa, contro la quale l’azienda ha già messo all’opera un team di avvocati. Lo ha fatto su Twitter, con poche, ma esaustive parole: “This is a scam”.

Lo stesso Sweeney ha poi aggiunto una chiosa che non farà piacere ai cryptofans. affermando che i mercati in questione dovrebbero semplicemente vergognarsi di consentire l’accesso a token i quali hanno il semplice intento di confondere gli investitori e spingerli a mettere i propri soldi su progetti assolutamente inconsistenti. Un’affermazione abbastanza assurda considerato che anche la finanza tradizionale è preda di predoni di ogni genere, senza che nessuno chieda ai suoi operatori di cospargersi il capo di cenere.

La risposta dei promotori non si è fatta attendere, ma somiglia molto al più classico dei boomerang. Hanno infatti affermato che sarebbe un progetto lanciato su impulso della comunità di appassionati del gioco, il cui futuro non sarebbe deciso da una struttura societaria. La risposta di Sweeney non si è infatti fatta attendere, ricordando che esiste una legge sul copyright e che il nome di Fortnite non può essere utilizzato per prodotti collegati senza chiedere permesso. Anche perché se un domani l’azienda volesse fare un suo token se ne troverebbe già uno con il suo nome, davanti.

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Una vera e propria giungla senza regole

La vicenda di Fortnite sembra destinata a riversare nuovo discredito su un settore, quello delle criptovalute, che di tutto avrebbe bisogno in questo momento, ma non certo di una pessima pubblicità. La vicenda del crac di Terra (LUNA) ha infatti riportato a galla vecchi timori e l’opposizione di noti crypto hater, i quali hanno avuto facile gioco nel ricordare che la mancanza di regole del settore è destinata a creare un fertile terreno su cui contare per imbastire raggiri ai danni dei troppi ingenui che lo popolano.

Basta dare una rapida occhiata al report di Pandasecurity relativo al 2021, per capire meglio la realtà. Nell’anno passato, infatti, per i truffatori di settore è stato un anno d’oro. Tra le operazioni più clamorose messe in campo, si sono fatte notare in particolare quelle su:

  • FaZe Clan, un gruppo di streamer che focalizzano la loro attenzione su e-sport e intrattenimento online, con un pubblico di quasi 9 milioni di follower. Una massa d’urto sfruttata da alcuni membri per promuovere un finto progetto di token legati a un’associazione non profit. Emessi i gettoni virtuali e venduti a prezzi altissimi, gli influencer hanno abbandonato il progetto, lasciando in eredità un sito recante il seguente messaggio: “Il sito è in costruzione. Torna a trovarci tra un po’ di tempo!”;
  • MILF, coin lanciato con il supporto di un altro noto streamer, Adin Ross. Il suo pump and dump, naturalmente remunerato dai truffatori, ha calamitato un gran numero di incauti investitori i quali hanno lasciato sul campo il 98% circa del loro denaro. Al danno si è poi aggiunta la beffa, sotto forma di scherno da parte dell’influencer verso chi aveva creduto alle sue parole.

Il grande problema è che in tanti continuano a cadere nella trappola. Secondo un altro rapporto, quello rilasciato dalla Federal Trade Commission degli Stati Uniti, nel corso dei 14 mesi tra gennaio 2021 e marzo 2022 circa un miliardo di dollari è stato il frutto di una lunga serie di operazioni apertamente truffaldine segnalate da circa 46mila persone. Per capire meglio il dato occorre ricordare che nel corso del 2018 si era fermato a quota 80 milioni di dollari (7mila le segnalazioni).

Troppi comportamenti imprudenti

A facilitare il tutto, come nel caso di Fortnite, sono proprio i comportamenti inappropriati degli utenti, un’abitudine di vecchia data e più volte stigmatizzata dalle case di cyber-security, senza purtroppo risultati apprezzabili, come dimostra il rapporto della FTC.

Peraltro, il token non è l’unica truffa imbastita su l popolarissimo gioco di Epic Games. Un’altra celebre casa di sicurezza informatica, Kaspersky, ha infatti dal canto suo tirato le somme su quelle che ormai da tempo hanno come teatro Fortnite. In particolare, quelle più consuete sono:

  • l’offerta di V-Bucks, la valuta virtuale su cui gira il game, da utilizzare per la compravendita di skin e stickers, su siti diversi da quello ufficiale;
  • i generatori di V-Bucks, i quali promettono di remunerare gli utenti in valuta per il tempo trascorso cliccando su degli annunci. Alcuni di questi siti cercano di invogliare la controparte utilizzando anche i font del gioco originale, proprio per far credere di avere diritti rilasciati da Epic Games. Una volta cliccato sugli annunci in questione, gli utenti si ritrovano sul proprio dispositivo malware di ogni genere;
  • i falsi store di V-Bucks, i quali funzionano in maniera simile ai generatori e si propongono come scopo quello di farsi rilasciare i dati delle carte di pagamento, merce estremamente preziosa sul Dark Web, oppure di farsi pagare per V-Bucks che non entreranno mai nella disponibilità di chi ha pagato.

Per cercare di evitare queste truffe, sempre più numerose, proprio Epic Games ha invitato gli utenti a relazionarsi esclusivamente con controparti affidabili, ovvero i siti ufficiali di dell’azienda e del relativo gioco. Purtroppo questo consiglio viene spesso disatteso, come quelli rilasciati dalle case di sicurezza informatica. I comportamenti che ne conseguono aprono la strada a truffe e raggiri sempre più copiosi. Il token di Fortnite è soltanto l’ultimo atto di quella che sembra ormai una pochade, destinata però a non far ridere le vittime.

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