PayPal ha deciso di ampliare la sua proposta relativa alle criptovalute. L’azienda ha infatti pubblicato un comunicato stampa firmato da Jose Fernandez da Ponte, Vicepresidente senior e Direttore generale, Blockchain, Crypto e valute digitali, in cui ha ufficializzato una decisione lungamente attesa da un gran numero di utenti, quelli già conquistati dall’innovazione finanziaria.

Per ora la possibilità è a disposizione esclusivamente di un lotto ristretto dei clienti statunitensi, ma è lecito supporre che ben presto anche tutti gli altri potranno collegare il proprio account ad un wallet e disporre come meglio credono del proprio tesoro virtuale. Un ulteriore passo in avanti in una strada che era del resto già stata intrapresa con l’aggiunta del tradind crypto avvenuta ormai da tempo.

Si tratta di un evento di grande rilievo, come tale salutato da più parti. Non solo per l’azienda di pagamenti online, ma anche e soprattutto per il settore crypto, in notevole sofferenza da mesi, soprattutto dopo la clamorosa vicenda relativa al crac di Terra (LUNA), la stablecoin che ha polverizzato miliardi di dollari e dato lo spunto ai detrattori degli asset digitali per ricominciare a tuonare contro di essi.

Come funzionano i pagamenti in criptovalute di PayPal

È proprio il comunicato di PayPal a rendere noto quello che potranno fare gli utenti con il supporto al trasferimento nativo di criptovalute tra il conto e i wallet dei clienti. In particolare, la nuova funzionalità permette di:

  • trasferire le valute supportate su PayPal;
  • spostare asset virtuali da PayPal a indirizzi criptati esterni, compresi gli exchange e o portafogli hardware posseduti dall’utente;
  • inviare criptovalute a chiunque sia abilitato a riceverle in pochi secondi, senza il versamento di commissioni o altri costi di rete.

Per quanto riguarda i token supportati nella proposta si tratta di Bitcoin, Bitcoin Cash, Ethereum e Litecoin. I clienti che approfitteranno dell’opportunità trasferendo le loro criptovalute su PayPal potranno utilizzare Checkout with Crypto presso milioni di commercianti i quali già operano di concerto con l’azienda californiana.

PayPal ha anche tenuto a ricordare di aver ottenuto una Bitlicense completa dal New York State Department of Financial Services (NYDFS), trasformando l’originaria condizionale, prima azienda a riuscire nell’impresa.

L’iter per portare a termine a termine il trasferimento di criptovalute da un dispositivo esterno all’account di PayPal è il seguente:

  • una volta effettuato l’accesso, occorre selezionare la sezione dedicata alle criptovalute, scegliendo il token che si desidera trasferire;
  • cliccare sul pulsante dei trasferimenti e selezionare “Receive” (il corrispondente italiano è “Ricevi”);
  • completare i vari passi necessari per l’identificazione, operazione limitata al primo accesso;
  • condividere l’indirizzo univoco con il mittente o inserirlo nell’app crittografica di terze parti da cui si sta inviando. È consigliabile utilizzare il codice QR o tagliare e incollare direttamente l’indirizzo in maniera tale da evitare errori. Se si inserisce l’indirizzo manualmente, occorre controllarne la correttezza, poiché l’invio ad un indirizzo errato non può essere rimediato.

 

Per inviare la procedura è sostanzialmente la stessa, fatta eccezione per il pulsante da selezionare, in questo caso “Send” (“Invia”). Occorre anche specificare che l’indirizzo del portafoglio viene creato esclusivamente per l’operazione in questione. Ogni volta che si intende procedere in tal senso viene generato un nuovo indirizzo in maniera tale da proteggere la privacy dell’utente e garantirne la massima sicurezza.

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Una decisione che era nell’aria

La risoluzione presa da PayPal non desta eccessiva sorpresa. Già nel mese di ottobre del 2020 l’azienda di San Josè, come abbiamo ricordato, aveva ottenuto una licenza condizionale, grazie alla quale poteva offrire opzioni di acquisto e vendita di asset virtuali alla propria clientela. Se già all’epoca era abbastanza chiara la direzione intrapresa, a rendere più chiaro il tutto è poi stato il lancio del servizio crittografico a favore prima degli utenti statunitensi e poi di quelli britannici, grazie al quale gli stessi possono vendere, acquistare e detenere criptovalute. Un servizio reso possibile dalla collaborazione con Paxos, società operante nel settore crypto grazie ad una licenza ottenuta a New York.

In quel caso, però, il tutto doveva avvenire all’interno del conto PayPal, senza la possibilità di trasferire token a portafogli esterni. Una possibilità concessa ora e che dovrebbe rappresentare un primo passo verso l’offerta di servizi sempre più completi a favore della parte di clientela più portata per l’innovazione finanziaria.

Il tutto senza contare le notizie relative ad una stablecoin, indicata come PayPal Coin, le quali avevano circolato nella prima fase dell’anno in corso, ulteriore indizio di un impegno sempre più forte dell’azienda statunitense in un settore che, al di là delle difficoltà del momento, sembra impossibile da ignorare per chi opera nei pagamenti digitali.

Se il titolo di PayPal sta guadagnando in queste ore un paio di punti percentuali, la notizia relativa ai servizi crittografici può essere considerata una vera e propria boccata di ossigeno per l’intero settore, messo alle corde dai tanti dubbi seminati dalla clamorosa implosione di Terra. Sembra infatti impossibile ignorare una notizia che riguarda oltre 400 milioni di persone, ovvero i clienti che PayPal ha collezionato in ogni parte del globo. Ad ennesima testimonianza della presa d’atto da parte di molte aziende di rilievo su una ormai evidente crescita d’influenza del denaro virtuale, di cui è impossibile non tenere conto.

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