Meta ha annunciato il lancio dei nuovi controlli parentali per Instagram e i visori Quest VR. Una decisione la quale sembra rispondere ad una esigenza ben precisa: aiutare le famiglie ad avere un maggiore controllo sui contenuti della realtà virtuale. La stessa azienda afferma peraltro che si tratta soltanto di un punto di partenza, destinato ad essere rafforzato nell’immediato futuro.

Al tempo stesso, i nuovi controlli parentali di Quest sono da considerare il primo passo verso la realizzazione di una promessa risalente a qualche mese fa, quando Meta aveva annunciato l’integrazione di strumenti di base in grado di favorire la supervisione dei genitori sul suo visore VR.

Un annuncio il quale poteva essere considerato una risposta indiretta alle affermazioni di Joe Biden, relative alla necessità da parte della politica, e dell’amministrazione a stelle e strisce, di affrontare il problema collegato alla salute mentale dei cittadini statunitensi, in particolare dei minori, nell’epoca dei social media. Il problema è balzato al primo posto per alcuni membri del Congresso, soprattutto dopo che l’informatrice Frances Haugen si è incaricata di far trapelare una lunga serie di documenti interni di Facebook (ora Meta), dai quali emergono con evidenza le prove che l’azienda è consapevole del proprio impatto negativo sugli adolescenti.

Il piano di Meta per i visori Quest

Il piano di implementazione degli strumenti per il controllo parentale sui visori Quest prevede la presenza sulla dashboard delle seguenti opzioni:

  • l’approvazione per il download o l’acquisto da parte dei minori di un’app bloccata per impostazione predefinita in base alla sua classificazione IARC. Se i figli hanno età superiore ai 13 anni possono inviare una richiesta “Chiedi di acquistare” che provvede ad attivare una notifica ai genitori, i quali possono a loro volta approvare oppure rifiutare il consenso per la richiesta dall’app mobile Oculus;
  • la possibilità di bloccare app specifiche tali da risultare inappropriate per gli adolescenti, impedendo loro di avviarle, come ad esempio alcuni browser;
  • quella di visualizzare tutte le app di cui dispongono i figli;
  • la ricezione delle “Notifiche di acquisto”, sotto forma di avvisi, in occasione degli acquisti relativi alla realtà virtuale da parte dei minori;
  • la visualizzazione del tempo di utilizzo del visore dall’app mobile Oculus, tale da rendere possibile ai genitori capire la quantità di tempo che i figli dedicano alla realtà virtuale:
  • quella relativa all’elenco degli amici che i ragazzi vantano su Oculus;
  • la possibilità di bloccare Link e Air Link al fine di impedire ai propri figli l’accesso ai contenuti dal proprio PC sul visore Quest.

 

Meta afferma poi l’imminenza del lancio di un nuovo hub riservato all’educazione dei genitori, in cui sarà inclusa una guida agli strumenti di supervisione VR di ConnectSafely che si incaricherà di aiutare i genitori ad affrontare le problematiche legate alla realtà virtuale e discuterne con i figli. Quanto ricordato sin qui rappresenta però soltanto un punto di partenza, basato su una continua collaborazione con esperti del settore, tesa a far crescere ed evolvere gli strumenti di supervisione dei genitori con il trascorrere del tempo.

Il piano di Meta per Instagram

Per quanto riguarda invece Instagram, genitori e tutori possono a loro volta:

  • inviare inviti ai ragazzi al fine di avviare gli strumenti di supervisione. Sinora solo gli adolescenti potevano inviare inviti;
  • impostare orari specifici, nel corso del giorno o della settimana, in modo da limitare l’uso di Instagram da parte dei propri figli;
  • visualizzare ulteriori informazioni quando un adolescente segnala un account o un post, includendo chi è stato segnalato e il tipo di segnalazione.

La supervisione di Instagram era sinora limitata al territorio statunitense. Per effetto di questi aggiornamenti è ora disponibile nel Regno Unito, in Giappone, Australia, Irlanda, Canada, Francia e Germania, in previsione di un allargamento a livello globale previsto per la fine dell’anno in corso.

Oltre agli strumenti di supervisione parentale, Instagram vedrà altre novità. In particolare, gli adolescenti in determinati Paesi saranno destinatari di una notifica tesa a incoraggiarli a passare a un argomento diverso nel caso in cui si soffermino ripetutamente sullo stesso tipo di contenuto su Esplora. Tale invito è stato ideato con il preciso intento di incoraggiare gli adolescenti a scoprire qualcosa di nuovo ed escludere alcuni argomenti i quali potrebbero essere associati al confronto del proprio aspetto con quello degli altri.

L’ideazione di questa nuova funzionalità va considerata il risultato delle ricerche, secondo le quali i nudge sono in grado di risultare efficaci per aiutare le persone, in particolare gli adolescenti, ad acquisire maggiore consapevolezza sul modo di utilizzazione dei social media. In particolare, uno studio esterno sugli effetti degli inviti relativi all’uso dei social media, ha visto il 58,2% degli intervistati concordare sul fatto che i nudge abbiano migliorato la propria esperienza sui social media aiutandoli ad acquisire maggiore consapevolezza. Un risultato confermato peraltro da una ricerca interna di Meta, che nel corso di una settimana ha visto il 20% circa degli adolescenti recepire l’invito a passare ad argomenti diversi.

Meta ricorda poi il lancio della funzione “Take a Break feature” (Prenditi una pausa, in italiano), il cui scopo è di ricordare agli utenti come sia consigliabile prendersi una pausa da Instagram. Nell’immediato futuro, ovvero entro la fine dell’estate, è previsto il lancio di nuovi promemoria in grado di permettere ai ragazzi di attivare la funzione una volta toccati dei limiti temporali. I promemoria in questione conterranno Reels (multi-clip di 15 secondi che possono essere girati direttamente dalla app e modificati in post produzione con effetti diversi) sviluppati da alcuni giovani creatori, attualmente in fase di test negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Irlanda, Canada, Australia e Nuova Zelanda.

L’impegno di Meta per giovani creatori e utenti

L’azienda ricorda poi che si sta impegnando a supportare i giovani creatori statunitensi attraverso finanziamenti e istruzione, in modo da aiutarli a condividere contenuti su Instagram in grado di ispirare gli adolescenti e supportarne il benessere. A supervisionarne i contenuti sarà un comitato direttivo formato da esperti di psicologia infantile e alfabetizzazione digitale, chiamato a fornire indicazioni sul modo di utilizzare un linguaggio teso a rafforzare il benessere emotivo e l’autostima degli utenti.

Ad affiancare Meta è un vero e proprio hub educativo, Family Center, cui contribuiscono organizzazioni come ParentZone, Media Smarts, National Association for Media Literacy Education e Cyberbullying Research Center. Gli articoli prodotti al suo interno si propongono di fornire ai genitori consigli utili sul modo di parlare agli adolescenti di diversi argomenti online, di relazionarsi agli altri e coltivare l’autostima sul web.

Per farlo, l’azienda si prefigge una continuazione dei rapporti già varati con esperti e organizzazioni in modo tale da aumentare l’offerta di risorse in grado di rivelarsi un reale ausilio per genitori e tutori. È poi prevista l’aggiunta di una nuova pagina sulla privacy recante ulteriori informazioni per gli adolescenti sulle relative impostazioni, oltre che sulle funzionalità presenti (e quindi disponibili) su Quest, Instagram, Facebook e Messenger.

L’ultima parte del documento di Meta riguarda la creazione di esperienze e prodotti in grado di fornire sufficiente protezione al segmento più giovane della società. Ambito in cui Meta ha operato di concerto con adolescenti, genitori ed esperti, incorporando le best practice delle Nazioni Unite (ONU), dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e delle organizzazioni che cercano di tutelare i diritti dell’infanzia.

A tal fine vengono condivisi ulteriori dettagli su un processo interno che è stato varato con il fine di applicare al meglio la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia (UNCRC) e recepirne le linee guida nello sviluppo dei prodotti aziendali. È proprio la Convenzione a sottolineare come debba essere il “superiore interesse del bambino” a guidare la creazione di servizi, prodotti ed esperienze per i più giovani. Al proposito, Meta invita i lettori a visionare con maggiore attenzione quanto prodotto in tal senso dall’azienda.

In definitiva, possiamo affermare che c’è molta carne al fuoco, per cercare di tutelare i minori nelle loro interazioni con realtà virtuale e social media. Resta da capire a questo punto se si tratti di sostanza o, come troppe volte accade, di un semplice tentativo di abbellire un’immagine, quella dell’azienda di Mark Zuckerberg, uscita molto ammaccata da una serie di vicende controverse.

Intanto, però, l’azienda può registrare i primi importanti consensi, a partire da quello di Vicki Shotbolt, fondatrice e amministratore delegato di Parent Zone, secondo la quale l’aggiunta di questi nuovi strumenti permette di dare vita a un passaggio decisivo verso una maggiore collaborazione tra famiglie e piattaforme e questo, un passo indicato come “incredibilmente positivo”.

Ad esso si aggiunge poi l’avallo di Sameer Hinduja, codirettore del Cyberbullying Research Center, il quale afferma la sua soddisfazione nel vedere come l’azienda si impegni nel cercare informazioni basate sui dati da studiosi e professionisti in vari campi della scienza sociale nel preciso intento di varare soluzioni in grado di assicurare ai giovani, alle famiglie e agli educatori strumenti e risorse di cui hanno necessitano per potersi divertire in sicurezza esplorando le proprie piattaforme preferite e interagendo con loro.

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