È nuova e benvenuta la notizia che testimonia un notevole cambio di passo della Giunta di Roma Capitale nel tema della mobilità elettrica. Proprio qualche giorno fa, attraverso un comunicato, l’amministrazione ha reso noto un nuovo regolamento relativo alle colonnine di ricarica per veicoli elettrici che sta a dimostrare l’impegno nel raggiungimento di un obiettivo chiaro: dare una svolta alla mobilità della Capitale grazie a investimenti concreti sull’elettrico.

Tante le novità annunciate, a partire dalla prossima installazione di migliaia di colonnine elettriche, al via libera all’interoperabilità fino alla messa in campo di sensori smart che permetterebbero di rilevare le soste abusive negli stalli per la ricarica. E le tempistiche? Roma ha in programma di concludere tutto quanto entro il 2025, il prossimo anno giubilare.

Roma verso l’elettrico: nei dettagli del piano in programma per il 2025

Il riassunto della delibera in questione (la trovate in fonte) è stato pubblicato in data 10 giugno 2022 sul sito di Roma Capitale, dove si leggono i piani dell’amministrazione capitolina sul tema della mobilità elettrica. Un tema particolarmente caldo di questi tempi, un po’ per lo stop alle auto a benzina e a gasolio del 2035, comunque non ancora ufficializzato, e un po’ per Roma stessa, città che necessita ormai da anni di un cambio di passo nel tema della mobilità, per tanti motivi.

Non che questa sia una svolta, intendiamoci, ma è un primo passo giustificato dal momento storico in cui ci troviamo, che trova Roma, come molte altre città italiane, senza dubbio impreparate ad affrontare la transizione energetica che tanto scalda gli animi.

Comunque, si parla di una pianificazione più attenta e di una programmazione periodica degli impianti di ricarica, col fine di coprire tutto il territorio di Roma distribuendo in maniera proporzionata e capillare le colonnine di ricarica nei diversi municipi, chiamati a collaborare con l’ente distributore dell’energia elettrica. L’aspetto estetico delle stazioni sarà questione riservata ai designer, perché l’amministrazione ha annunciato di avere in mente un concorso internazionale da cui emergerà il design vincitore delle colonnine romane, brandizzate col marchio “Roma”.

A livello di rettitudine, di correttezza e di giustezza l’amministrazione capitolina ha fra l’altro escogitato un trucchetto che mira a farsi carico del problema delle “soste abusive, improprie”, fenomeno a dir poco comune a Roma che per ovvi motivi va a coinvolgere anche gli stalli impedendo a chi desidera ricarica la propria auto elettrica di farlo.

Ecco, per questo verranno introdotti nei nuovi stalli dei sensori in grado di rilevare le soste abusive col fine di disincentivare l’uso di questi ultimi come semplici parcheggi. Inoltre verranno applicate tariffe speciali – come previsto dal Codice della Strada – per chi lascia l’auto parcheggiata sugli stalli dopo un’ora dal termine della ricarica.

Fra gli altri interventi previsti dal piano per la mobilità elettrica di Roma Capitale, vale la pena citare anche l’introduzione di una procedura competitiva con cui scegliere gli operatori sulla base dei servizi tecnici e informatici offerti e della qualità del prodotto. Oltre al rinnovamento dell’infrastruttura di ricarica, che prevede la sostituzione delle vecchie colonnine e prese con le più moderne tecnologie, e all’inserimento di vecchie e nuove nel sistema MAAS (Mobility as a service) di Roma Capitale, ulteriore tassello di rilievo è l’interoperabilità fra operatori, punto che agevolerà la ricarica da parte dei cittadini, che potranno in sostanza ricaricare anche tramite colonnine di operatori diversi dal proprio.

Numeri alla mano, Roma prevede di arrivare a quota 5.000 punti di ricarica entro il Giubileo del 2025, una quota importante, specie se raffrontata agli attuali, meno di 2.000 secondo quanto dichiarato da Motus-E a fine 2021. Insomma, un piano ambizioso, che ci aspettiamo dia presto i suoi frutti, per rendere più concreta e soprattutto più agevole la transizione verso la mobilità elettrica, che a buon diritto ancora oggi lascia perplessi molti.

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