Le ricadute del clamoroso e inaspettato crac di Terra (LUNA) sembrano destinate ad alimentare un effetto domino protratto nel tempo e ad accrescere sempre di più le difficoltà che sta attraversando il settore delle stablecoin.
A confermare l’assunto è proprio in queste ore Magic Internet Money (MIM), il token dell’ecosistema Abracadabra, il quale è andato ad aggiungersi all’elenco sempre più folto di token che hanno perso o stanno smarrendo l’ancoraggio al dollaro o al bene reale di riferimento. Il de-peg di MIM, assolutamente non preventivato, si è verificato nella notte del 18 giugno, quando il prezzo è calato a 0,926 dollari nell’arco di appena tre ore, seminando nuovo smarrimento in un ambiente ampiamente traumatizzato da quanto era accaduto nelle settimane precedenti.
A rivelare quanto sta accadendo è stato AutismCapital, secondo il quale Abracadabra avrebbe accumulato ben 12 milioni di crediti deteriorati, ovvero soldi dati in prestito che i richiedenti non sono stati in grado di restituire. Ciò vuol dire che la liquidazione degli asset in questione non è stata abbastanza veloce da coprire le passività accumulate, confermando l’impressione di crediti concessi con troppa generosità, ponendo le basi per gli eventi successivi.
In pratica si tratta dello stesso meccanismo che negli anni passati aveva messo in grande difficoltà il credito tradizionale, ovvero la formazione di vere e proprie montagne di soldi concessi a richiedenti privi di garanzie in grado di assicurare il ripiano dei debiti contratti. Una lezione la quale, a quanto sembra, non è stata messa a frutto dalla finanza decentralizzata, che è ora destinata a pagare il prezzo dell’evidente sottovalutazione.
Magic Internet Money, perché si tratta di una pessima notizia
A spiegare l’importanza di quanto sta accadendo è un semplice dato, messo in rilievo proprio da AutismCapital: MIM è una delle maggiori stablecoin attualmente sul mercato, con una capitalizzazione pari a circa 300 milioni di dollari.
Proprio AutismCapital ha poi deciso di rigirare il coltello nella piaga ed evidenziare un dato di fatto ormai ineludibile: “Non riusciamo a credere che un progetto chiamato Magic Internet Money si sia comportato in modo così irresponsabile.” Resta in effetti da capire perché i protocolli di DeFi continuino a evidenziare comportamenti dissennati, nonostante le dure lezioni collezionate dalle aziende operanti nel settore tradizionale.
A rendere ancora più preoccupante la situazione, se possibile, sono state le rassicurazioni di Daniele Sestagalli, il fondatore di Abracadabra, il quale ha replicato alle indiscrezioni affermando che l’insolvenza non sarebbe un’ipotesi reale. Secondo lui, infatti, la tesoreria aziendale possiede fondi molto più ampi rispetto all’entità del debito accumulato e sarebbe quindi in grado di far fronte agevolmente ai propri impegni.
Il problema deriva dal fatto che anche nelle precedenti occasioni in cui le stablecoin si sono disancorate dai beni di garanzia dall’interno delle aziende coinvolte sono arrivate le stesse rassicurazioni. Tanto da spingere gli investitori a non reputarle più degne di attenzione, con ovvie conseguenze sui mercati.
Un crollo tira l’altro
Come abbiamo già ricordato, il momento per le stablecoin è estremamente delicato. Se Terra sta cercando faticosamente di riprendersi, con scarse possibilità di farcela anche alla luce dei guai che sta passando il suo fondatore Do Kwon, altri progetti stanno mostrando la corda, mettendo a serio rischio la tranquillità degli investitori.
Nei giorni passati nuove fibrillazioni sono state causate da USDD, la stablecoin di Tron, anch’essa in ampia difficoltà nel mantenimento del proprio ancoraggio, con il prezzo arrivato a quota 0,97 dollari presso i principali exchange. Per cercare di fronteggiare le fluttuazioni del mercato, la Tron DAO Reserve ha annunciato di aver ricevuto 700 milioni di USD Coin (USDC) sui quali fare leva per difendere l’ancoraggio di USDD. L’afflusso di fondi, ha permesso di portare il rapporto di collateralizzazione di USDD al 300%, ma i timori continuano a restare molto elevati.
Anche Tether ha dal canto suo denotato notevoli problemi a mantenere il legame con il dollaro reale. Nei giorni scorsi il suo valore è sceso sino a 0,95 dollari per poi tornare a livelli normali, ma anche in questo caso gli eventi hanno fatto preoccupare non poco. Tanto da indurre il Segretario del Tesoro americano Janet Yellen a rassicurare l’opinione pubblica sull’inesistenza di rischi per il mercato azionario nella sua interezza.
Proprio questo, in effetti, è il grande timore che si sta addensando sulle stablecoin, ovvero la possibilità che con una serie di crolli, l’effetto domino appunto, possano infettare anche il sistema finanziario tradizionale, in un momento delicato come quello che vede gli effetti del conflitto tra Russia e Ucraina mettere in serie difficoltà le economie di Stati Uniti e Unione Europea. In queste condizioni non stupisce eccessivamente l’attenzione con cui si guarda alle vicende di queste criptovalute le quali, nate per assicurare stabilità si stanno invece rivelando un ulteriore fattore di confusione per l’economia globale.
Leggi anche: Cosa sono le Stablecoin: tutto quello che c’è da sapere prima di considerarle
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