Sono passati ormai 15 anni dal lancio del primo iPhone della storia e nel frattempo di acqua sotto i ponti ne è passata tanta; mentre, guardando all’orizzonte, già da mesi si chiacchiera delle novità che Apple introdurrà con gli iPhone 14, dall’altra ci ha pensato un ex dipendente di Cupertino a farci fare un tuffo nel passato svelando alcune curiosità sul primo smartphone con la mela morsicata sul retro.
Ken Kocienda, ex ingegnere software e designer di Apple, ha infatti svelato su Twitter il motivo per il quale il primo iPhone venne lanciato sprovvisto di alcune funzioni, come ad esempio il tanto banale quanto utilissimo copia e incolla.
Curiosità sul primo iPhone della storia
Ken Kiocenda entrò nel team di Apple nel 2001, appena in tempo per fornire un contributo importante alla nascita del primo iPhone. Prima di occuparsi del melafonino, però, l’ingegnere fece parte anche del team dietro la creazione del browser web Safari di Apple, ottenendo in questo modo una posizione di una certa importanza e un punto di vista privilegiato sull’andamento dei lavori. Per questo motivo ha avuto modo di conoscere, e ora di raccontare, alcuni aneddoti curiosi sul primo smartphone di Apple.
La spiegazione rapida e buffa dietro alla mancanza della funzione copia e incolla sul primo iPhone è che il team di Apple non ebbe abbastanza tempo per implementarla correttamente, tuttavia la storia è più articolata di così. Secondo quanto riferito dall’ex dipendente di Apple, infatti, in quel momento storico il team stava lavorando alla tastiera virtuale di iPhone e al sistema di correzione automatica.
Subito dopo l’arrivo sul mercato del melafonino, il team decise di predisporre la funzione copia e incolla, ma ci volle del tempo prima che fosse davvero pronta per gli utenti e anche qui c’è un buon motivo: a detta dell’ingegnere, fu sua l’idea del “magnifying text loupe” per consentire agli utenti di sapere esattamente dove fosse il cursore del testo, un’informazione fondamentale per il copia e incolla. Tuttavia, anche con la classica lente d’ingrandimento il cursore finiva col muoversi una volta sollevato il dito dallo schermo a causa del flickering.
Insomma, Kiocenda dovette sviluppare un “touch history log” per l’editing del testo: in questo modo, una volta sollevato il dito dal display, era il sistema a rilevare automaticamente la posizione del dito dell’utente pochi millisecondi prima dell’ultimo tocco, facendo rimanere il cursore nella posizione effettivamente desiderata.
Un altro dettaglio interessante svelato dall’ex ingegnere di Apple è che tutto il testo stilizzato passava in origine per WebKit. In parole povere, ogni volta che un’app faceva uso di un font, di fatto veniva usata una piccola pagina web per renderizzare il testo. Ogni volta che il campo di testa non era in modalità editing, inoltre, veniva banalmente mostrata un’immagine statica dei contenuti per risparmiare risorse di CPU, RAM e batteria.
La funzione copia e incolla venne poi introdotta soltanto con iPhone OS 3.0 nel 2009, che arrivò a bordo dell’iPhone 3GS. La funzione venne celebrata al punto tale che Apple arrivo a crearne uno spot pubblicitario.
Tra le altre curiosità svelate da Kiocenda c’è anche quella sulla mancanza di un vero multitasking su iPhone. Tale lacuna non era dovuta solo alla poca memoria RAM, ma anche alla mancanza di memoria virtuale: gli ingegneri dovettero creare un sistema noto come “jetsam” per forzare la chiusura dei processi in background e far funzionare una sola app alla volta, così da evitare cali di prestazioni.
Quanto al touchscreen, a quei tempi ancora poco popolare e rudimentale, il team dovette implementare un’area virtuale più grande dei tasti veri e propri mostrati dalla UI, cosicché iPhone riconoscesse i tocchi anche se poco precisi. Questo sistema fu importante anche per il correttore automatico della tastiera. Kiocenda spiega a tal riguardo che gli utenti hanno una percezione del tocco diversa dal tocco effettivo eseguito, perciò il sistema doveva sopperire a questa differenza.
Se siete interessati a conoscere maggiori curiosità, sappiate che Kiocenda ha pubblicato un libro intolato “Creative Selection: Inside Apple’s Design Process During the Golden Age of Steve Jobs”.
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