Il riciclo delle batterie delle auto elettriche (ma non soltanto) è una tematica sempre più calda, soprattutto ora che la transizione comincia a prendere sostanza. In ottica futura è un punto nodale che fa parte dell’intero processo di elettrificazione della mobilità in senso lato. Una delle ultime mosse in proposito è di Toyota, Casa giapponese che va ad aggiungersi all’elenco dei partner di Redwod Materials, una società specializzata nel riciclo delle batterie ideata dal cofondatore di Tesla JB Straubel.

Tutti al lavoro per il riciclo delle batterie delle auto

Non è un mistero che questo campo sia spesso salito agli onori della cronaca. Anche in Italia, giusto alcuni giorni fa si è tenuto un tavolo tecnico-politico in cui alcuni esponenti del governo hanno dichiarato la volontà di impegnarsi nel creare una filiera italiana dedicata al riciclaggio delle batterie delle auto. L’obiettivo è diventare leader nel campo in Europa, come dichiarato dal deputato del Movimento 5 Stelle Luca Sut in quell’occasione, ma la strada è qui ancora lunga e tortuosa.

Un altro importante “mattoncino” nel settore è l’impianto Hydrovolt, al momento il più grande in Europa al momento nel settore del riciclo delle batterie usate delle auto elettriche, impianto situato in Norvegia e che è già in grado di recuperare circa 25mila accumulatori all’anno (12mila tonnellate di pacchi batterie, per intenderci).

In questo ambito gioca un ruolo di primo piano anche la Redwood Materials, una nota start-up ideata appunto dal cofondatore di Tesla che ha già coinvolto diversi marchi automobilistici (e non) nel campo, fra cui Ford e Volvo, Panasonic compresa. E ora si aggiunge alla lista anche Toyota che sarà parte integrante del processo di riciclo delle batterie delle auto elettriche. L’obiettivo è contrastare l’elevata domanda di materiali per batterie, per la quale già colossi come Stellantis hanno dichiarato i timori per una prossima difficoltà nella reperibilità.

In prima battuta Redwood Materials si focalizzerà sullo screening dello stato delle batterie a fine ciclo e sulla conseguente possibilità di rinnovamento. Nei casi in cui ciò non sarà possibile dalle batterie verranno estratti materiali utili quali rame, litio, nichel e cobalto, materiali che verranno appunto riciclati per futuri riutilizzi nel settore.

Una sorta di “catena di approvvigionamento a circuito chiuso“, la definiscono, un sistema che sarà d’aiuto per l’intera filiera delle auto elettriche in ottica sostenibilità, nel più ampio senso del termine.

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