Una conferenza stampa senza precedenti ha visto i capi di FBI e MI5, rispettivamente servizi di sicurezza statunitensi e britannici, mettere in guardia il mondo riguardo una potenziale minaccia proveniente dalla Cina. Le tensioni fra Cina e Taiwan non sono di certo nuove visto che trovano le loro radici nella seconda metà del secolo scorso, ma i recenti risvolti geopolitici legati alla guerra in Ucraina potrebbero cambiare le carte in tavola. A farne le spese, oltre ovviamente agli abitanti della Repubblica di Cina (anche nota come Taiwan), anche un colosso del mondo tecnologico: Apple.
Perché Taiwan ora rischia più che mai di essere invasa dalla Cina
Lungi da noi voler fare una disamina storica o politica della situazione, per quello ci sono fonti ben più autorevoli, ma in breve lo stato di Taiwan si considera una nazione indipendente con una propria costituzione, elezioni, passaporti, valuta e forze armate; di parere contrario è la Repubblica Popolare Cinese che fra le altre cose rifiuta relazioni diplomatiche con qualsiasi nazione riconosca l’indipendenza di Taiwan, proprio per questo motivo molti paesi occidentali hanno “uffici di rappresentanza” a Taiwan, che altro non sono che ambasciate in tutto e per tutto tranne che nel nome.
La minaccia di un’invasione della Cina è sempre stata reale e concreta, ma finora frenata dal Taiwan Relations Act americano, un accordo secondo il quale gli Stati Uniti hanno l’obbligo legale di aiutare Taiwan qualora venisse invasa dalla Cina. Finora questo atto ha scongiurato il fantasma di un conflitto fra Stati Uniti e Cina che porterebbe, con molta probabilità, ad un terzo conflitto bellico mondiale. Ora però come anticipato poco sopra, FBI e MI5 mettono in guardia sul reale rischio che tutto ciò venga meno, considerando quanto avvenuto in seguito alla recente invasione dell’Ucraina da parte della Russia. La Cina infatti, analizzando il comportamento degli stati occidentali reputa di poter fronteggiare eventuali sanzioni dovute all’invasione di Taiwan, ma reputa molto poco probabile che Stati Uniti e altri possano scendere in campo in un conflitto armato, non avendolo fatto in difesa dell’Ucraina per scongiurare la terza guerra mondiale.
Christoper Wray, direttore dell’FBI ha infatti dichiarato: “Abbiamo visto la Cina cercare modi per isolare la propria economia da potenziali sanzioni, cercando di proteggersi dai danni se fanno qualcosa per attirare l’ira della comunità internazionale. Nel nostro mondo, chiamiamo questo tipo di comportamento un indizio”.
Perché questo scenario è preoccupante per Apple
Ma cosa c’entra in tutto ciò Apple? Bè bisogna considerare che il colosso di Cupertino dipende strettamente da Taiwan, i chip delle serie A, M e S sono tutti fabbricati dalla Taiwan Semiconductor Manufacturing Co (TSMC), la maggior parte della produzione di queste componenti avviene infatti negli stabilimenti di Taiwan. Di conseguenza non è difficile immaginare quali devastanti conseguenze potrebbe avere un conflitto bellico, oltre che sul paese e sulla popolazione, sulle infrastrutture produttive industriali, portando ad un’interruzione di tutte le operazioni di produzione.
In secondo luogo, considerando come riportato sopra l’atteggiamento avuto nel conflitto Russia – Ucraina, dove gli stati occidentali hanno potuto “rispondere” alla Russia solo utilizzando pesanti contromisure e sanzioni di carattere economico, qualora lo stesso atteggiamento fosse mantenuto in un’eventuale conflitto Cina – Taiwan, Apple non avrebbe più modo né facoltà di fare affari con le aziende cinesi dove attualmente viene prodotta la stragrande maggioranza dei prodotti del brand. iPhone, iPad, Apple Watch e Mac vengono non solo assemblati in Cina, ma lì viene anche realizzata la maggior parte delle loro componenti.
Insomma il rischio c’è ed è reale, come confermano del resto le dichiarazioni di FBI e MI5, qualora dovesse palesarsi un simile scenario rappresenterebbe un duro colpo per Apple e per tutti i brand che operano in un modo o nell’altro in Cina.
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