La discussione sulle criptovalute in Russia sembra andare avanti tra continui stop and go. Se le necessità belliche hanno portato alla ribalta l’ipotesi di utilizzare Bitcoin e asset virtuali in genere per bypassare le sanzioni di Stati Uniti e Paesi alleati, occorre anche ricordare come la banca centrale russa non sia mai venuta meno alla sua linea fondamentalmente contraria all’innovazione finanziaria.

Nonostante le resistenze di Elvira Nabiullina, numero uno della maggiore istituzione bancaria del gigante eurasiatico, di criptovalute si è però continuato a parlare nel corso degli ultimi mesi. Una discussione che è stata contrassegnata da alcuni fatti di non poco conto, i quali dimostrano come la discussione sugli asset digitali sia destinata a non cristallizzarsi su posizioni preconcette, ma ad evolvere in base alle esigenze della società russa.

La Russia si avvia verso i pagamenti internazionali

Ormai da mesi è partita la discussione sulla possibilità di utilizzare le criptovalute come forma di pagamento per le transazioni con altri Paesi. Il motivo che spinge a considerare l’ipotesi è in fondo molto semplice: Bitcoin e Altcoin, in particolare le cosiddette Privacy coin, sono in grado di mascherare gli estremi della transazione, impedendo di rintracciarne i due estremi, almeno in teoria.

Nel mese di maggio era stata l’agenzia di stampa Reuters a parlarne, citando quella governativa russa, Interfax. Il numero uno del Dipartimento di politica finanziaria del Ministero delle Finanze, Ivan Chebeskov, aveva dichiarato all’agenzia che questa idea si stava facendo sempre più largo all’interno del governo di Mosca, trovando ampi consensi.

Era poi stata la Nebiullina ad affermare che il Paese si stava preparando all’idea di accettare pagamenti in denaro virtuale, ma esclusivamente nell’ambito dei pagamenti internazionali, aggiungendo inoltre che le criptovalute non devono essere accettate nel sistema finanziario nazionale.

La situazione sembra però aver avuto una notevole accelerazione nelle ultime settimane. Stando alle dichiarazioni provenienti dall’interno di Rosfin Monitoring, l’agenzia governativa cui spetta il compito di regolamentare la scena finanziaria e monitorarne il corretto funzionamento, sembra che tutto sia pronto per utilizzare asset digitali per i pagamenti internazionali. Se tali pagamenti sono ancora vietati in Russia, la situazione del tutto straordinaria creata dalla guerra impone infatti di rivedere le norme esistenti.

Per questo motivo, quindi, Rosfin Monitoring sembra propensa a permettere ad alcune aziende russe di accettare l’utilizzo di criptovaluta nelle transazioni, non senza prima averne accertato l’effettiva provenienza. Una risoluzione che sembra ormai destinata a infrangere il parere contrario della banca centrale.

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La Borsa russa potrebbe lanciare una piattaforma di trading crypto

Oltre all’idea di utilizzare asset crypto nelle transazioni internazionali, la banca centrale russa deve fronteggiare in questo momento anche un altro fronte. Il Moscow Exchange (MOEX), infatti, sembra intenzionato a sviluppare una piattaforma per il trading di criptovalute. La notizia è stata data da Anatoly Aksakov, presidente del Comitato per i mercati finanziari della Duma di Stato, il quale ha dichiarato a Interfax che presto potrebbe essere varata una struttura di questo genere all’interno della Borsa moscovita.

Si tratta in effetti di una sorpresa, considerato come il MOEX operi sotto la stretta sorveglianza della Banca centrale, quindi rientrando nelle prerogative della Nebiullina. Al contempo l’idea sembra essere stata accolta con molto favore dal Ministero delle Finanze, il quale appare molto propenso all’idea di legalizzare il trading di criptovalute, collegando però tutte le operazioni al sistema bancario nazionale. Proprio l’obbligo per tutti gli utenti di utilizzare una piattaforma regolamentata e controllata centralmente fornirebbe al ministero la possibilità di monitorare al meglio tutte le attività collegate al denaro virtuale all’interno dei confini nazionali.

Una piattaforma di questo genere, peraltro, potrebbe essere utilizzata anche in ambito commerciale. Le aziende interessate, infatti, potrebbero scambiare i token ricevuti nel corso delle transazioni con le controparti estere sulla piattaforma controllata dal Moscow Exchange.

Sberbank lancia Atomyze Russia

Oltre alle parole, però, ci sono anche fatti su cui le autorità politiche e monetarie russe dovranno presto ragionare. A partire dall’annuncio dato da Sberbank, il più importante gruppo bancario del Paese, sia per volumi che per la rilevanza di cui gode all’interno del mondo degli investimenti e dei prestiti, relativo all’emissione di un titolo finanziario con scadenza a tre mesi tramite la sua piattaforma.

L’operazione è quella relativa alla prima transazione di asset finanziari virtuali, che ha visto la controllata SberFactoring emettere un miliardo di rubli (il corrispettivo di 16 milioni di dollari, al cambio attuale) tramite la piattaforma blockchain Atomyze Russia, la quale aveva ricevuto licenza ad operare nel settore, la prima in assoluto in Russia. Un primato il quale è stato conseguito a spese di VTB, la seconda banca russa per importanza, che poco più di due settimane fa aveva provato a incamminarsi sulla stessa strada.

Come si può notare, quindi, la scena crypto russa appare molto attiva, nonostante le difficoltà frapposte dalla banca centrale. Le iniziative in questione sembrano in particolare preparare terreno fertile per l’atterraggio in Parlamento dell’atteso disegno di legge approntato dal ministero per fornire un quadro di norme certe alle aziende operanti nel settore. Il suo arrivo alla Duma è atteso nell’autunno e il ritardo rispetto alla prima tabella di marcia, che aveva fissato l’ora x prima della sessione primaverile sembra dovuto alla necessità di revisionarlo.

È stato proprio Anatoly Aksakov a ricordare il nuovo calendario, il quale dovrebbe fornire al governo russo il propellente necessario per poter puntare sulle criptovalute in un quadro di assoluta sicurezza per investitori e consumatori. Naturalmente, sull’evolversi della situazione vigila Putin, il quale anche nel recente passato non ha esitato a spendere il suo prestigio all’interno della società russa per sponsorizzare asset virtuali e mining, tanto da sbilanciarsi nel corso di un incontro pubblico tenutosi sul finire dell’anno passato ad affermare di prevedere un futuro per l’innovazione finanziaria.

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