Il crypto winter si annuncia estremamente rigido. L’effetto domino che sta interessando stablecoin e aziende DeFi, con un crac dopo l’altro, sembra essersi ormai esteso anche agli NFT (Non Fungible Token), per i quali ormai da mesi si parla apertamente di crisi.

Se la discussione sullo stato non proprio brillante del settore è ancora in atto, a dare indirettamente ragione alla tesi di chi vede ormai in ripiegamento i token non fungibili è l’annuncio dato da OpenSea, una delle maggiori piattaforme a livello globale. L’azienda, infatti, ha reso pubblica la sua intenzione di procedere alla dismissione del 20% dell’attuale forza lavoro. L’annuncio è stato dato dall’amministratore delegato, Devin Fintzer, giustificando la mossa come un tentativo di adattarsi alle attuali condizioni del mercato.

Lo stesso CEO ha poi cercato di rendere meno amara la pillola, garantendo che coloro che saranno oggetto del provvedimento avranno un generoso trattamento di fine rapporto e potranno godere dell’assicurazione sanitaria sino a tutto il 2023. Ha anche aggiunto che OpenSea si attiverà per dare loro modo di trovare al più presto un impiego alternativo. Una magra consolazione, considerato come il momento di crisi economica renda abbastanza aleatoria la prospettiva di trovare presto un nuovo impiego.

OpenSea è soltanto l’ultima azienda operante nel settore delle criptovalute ad annunciare un taglio del proprio personale. In precedenza altre grandi realtà, a partire da Coinbase, Block.Fi, Crypto.com e Gemini avevano deciso di reagire in questo modo alla buriana in atto. Evidente l’intento di non prestare il fianco a quella che si preannuncia come una fase molto complicata per l’intera economia mondiale, alle prese con le turbative geopolitiche derivanti dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina.

Non tutti, però, hanno reagito in questo modo alle difficoltà. Binance, ad esempio, ha deciso di imboccare la direzione esattamente opposta, affermando di voler espandere la sua forza lavoro e affidandosi a Kabhy Lame per spiegare al meglio cosa sia il denaro digitale. Un vero e proprio messaggio di speranza, in un momento in cui grandi aziende collegate all’innovazione finanziaria vengono giù come birilli. Come testimonia l’ennesimo crac fatto registrare da Celsius, il quale ha destato notevole scalpore tra addetti ai lavori e semplici osservatori, come del resto era facile prevedere.

Gli NFT sono in crisi. O forse no

La decisione di OpenSea, piattaforma valutata 13,3 miliardi di dollari da Forbes all’inizio dell’anno, è destinata a rilanciare i timori sul ridimensionamento degli NFT, che pure erano stati magnificati negli anni precedenti come l’ennesima occasione per partecipare ad una vera e propria festa, quella promessa dalle criptovalute. Una festa che, come nelle fiction statunitensi in cui all’improvviso irrompono le forze di polizia, si sta rivelando molto meno divertente di quanto si pensava.

Se qualche settimana fa il Wall Street Journal aveva dichiarato la crisi del settore, non erano mancate le risposte provenienti da alcune realtà le quali affermavano invece di non ravvisare tracce di difficoltà nella propria attività. Il problema è che, appunto, le aziende non interessate dal trend erano una minoranza. A fronte di blue chip come Mutant Ape Yacht Club, Azuki e Bored, che continuano a macinare utili, ci sono molte altre aziende le quali sono al contrario in caduta libera.

Il mercato degli NFT, però, continua a suscitare un notevole appeal in molte aziende di primo piano, intenzionate a posizionarsi al suo interno con una testa di ponte in grado di sfruttarne le grandi potenzialità. Basti pensare in tal senso al recente arrivo del marketplace di GameStop, l’azienda di videogiochi la quale sembra decisa ad impegnarsi con grande vigore nell’innovazione finanziaria.

O a quello di eBay, che ha proceduto all’acquisizione di KnownOrigin, dopo aver emesso una propria collezione la quale ha avuto come tema la NHL (National Hockey League), la più famosa lega professionistica di hockey su ghiaccio e, in particolare, Wayne Gretzky, una delle maggiori stelle di ogni epoca di questa disciplina sportiva.

In pratica, quella attuale può essere considerata una fase di chiarificazione in un quadro inizialmente inflazionato. Dalla chiarificazione in atto saranno con ogni probabilità soltanto i soggetti più forti e credibili ad emergere, mentre gli altri saranno condannati alla residualità o, addirittura, alla scomparsa. La mossa di OpenSea può quindi essere considerata alla stregua di una ottimizzazione delle risorse disponibili, proprio nell’ottica di una sorta di guerra di trincea, tesa a superare quello che è il peggior momento storico per l’intero settore.

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