La sanità è uno dei maggiori business in assoluto, a livello globale, per ovvi motivi. Non a caso i privati cercano di scalfire le posizioni della sanità pubblica in ogni parte del globo per trovare nuovi sbocchi commerciali. Un trend confermato dalla notizia relativa ad Amazon, il gigante del commercio elettronico che ha deciso di procedere all’acquisizione di One Medical, per una cifra pari a 3,9 miliardi di dollari.
Un’acquisizione la quale conferma un altro trend sempre più evidente, ovvero l’interesse delle Big Tech nei confronti dell’assistenza sanitaria. Già Google, Apple e Microsoft avevano infatti messo in mostra notevole attivismo e attenzione nei confronti del settore nei mesi passati, facendo ampiamente capire le proprie intenzioni.
Amazon ha a sua volta fatto un passo importante in tal senso, annunciando un accordo per l’acquisizione di 1Life Healthcare Inc., la società con sede a San Francisco che controlla One Medical, una catena di ambulatori medici negli Stati Uniti che utilizza la tecnologia televisiva per prestare assistenza ai suoi utenti. In pratica l’azienda di Jeff Bezos offre 18 dollari per azione, con un premio nell’ordine del 70% rispetto al prezzo di chiusura di ieri fatto registrare da One Medical. La reazione di Wall Street non si è fatta attendere, con il titolo che ha messo a segno una crescita del 69%, allineandosi di fatto alla realtà.
Indice:
One Medical, cosa fa la nuova conquista di Amazon
One Medical ha la sua sede operativa a San Francisco. L’azienda californiana vanta una struttura formata da ben 188 ambulatori dislocati lungo il territorio statunitense, grazie alla quale è in grado di offrire un’ampia gamma di servizi di telemedicina, di cui possono godere al momento circa 767mila utenti iscritti alla piattaforma.
Nel corso del primo trimestre di quest’anno, la società ha fatto registrare una perdita netta di 90,9 milioni di dollari su un fatturato pari a 254,1 milioni. Una performance negativa la quale si è andata a mixare ad altri fattori come il rialzo dei tassi e il ritorno di fiamma dell’inflazione, provocando il tracollo del suo titolo azionario, che dall’inizio dell’anno ha dato luogo ad una flessione nell’ordine del 70%.
Un tracollo che ha spinto Amazon ad interessarsi di quanto stava accadendo. Il colosso dell’e-commerce, infatti, ha in cassa grande liquidità che attende solo di reperire obiettivi su cui convergere, come del resto le altre grandi aziende tecnologiche, le quali possono contare sui profitti accumulati da quando il Covid ha iniziato a devastare l’economia, oltre che a riversare la sua carica distruttiva sul settore sanitario.
Perchè le Big Tech si stanno allargando alla sanità
Il comunicato emesso dall’azienda di Seattle, in definitiva, rappresenta semplicemente l’ennesima testimonianza di quello che sta accadendo nel settore sanitario, non certo una novità. La situazione è infatti la diretta conseguenza del fatto che la stragrande maggioranza delle aziende che vi operano ha snobbato la sanità digitale.
A testimoniarlo è stato di recente il report Unlocking the value in connected health del Capgemini Research Institute, secondo il quale il numero di soluzioni di Connected Health approvate è destinato a crescere del 40% nel corso dei prossimi cinque anni. In questo arco temporale oltre il 50% delle organizzazioni del settore prevede di sviluppare casi d’uso per il monitoraggio dei pazienti da remoto, applicazioni di biomarcatori digitali (a partire dai biosensori indossabili) e diagnostica predittiva, e soluzioni di medicina preventiva basate sull’intelligenza artificiale.
A possedere le competenze per poter sviluppare la sanità digitale è però meno di un terzo delle aziende interpellate nella stesura dello studio. Soltanto un quarto utilizza a sua volta l’AI per l’esecuzione dell’analisi predittiva dei dati in tempo reale, mentre ancora meno sono le società le quali dispongono di un centro di eccellenza in grado di favorire le sinergie, l’innovazione e le best practice necessarie per sviluppare la sanità connessa.
Una situazione in cui le Big Tech hanno trovato terreno favorevole, proprio per le possibilità di apportare strumenti e soluzioni a favore di consumatori, fornitori e operatori sanitari. In particolare:
- Alphabet concentra i suoi sforzi sullo sfruttamento del suo predominio nell’archiviazione e nell’analisi dei dati, sull’eccellenza conseguita nell’intelligenza artificiale e su Verily Life Sciences, la controllata cui è stato affidato il compito di mixare data science ed healthcare in modo da conseguire una medicina più evoluta e precisa;
- Apple, la quale ha puntato come al solito sulla sua tipica strategia di ecosistema chiuso, si è incaricata di trasformare i prodotti di consumo in piattaforme rivolte alla salute dei pazienti. Ad esempio Apple Watch, nella sua ultima versione, è stato munito di un sensore per elettrocardiogramma. Tra gli accordi portati avanti nel settore, quello con Aetna, azienda di assicurazioni statunitensi, per lo sviluppo di un’applicazione chiamata Attain, da collegare all’Apple Watch;
- Microsoft, la quale ha deciso di concentrare i propri sforzi su cloud storage e analisi dei dati nel preciso intento di assumere un ruolo di rilievo nella medicina di precisione. Tra le iniziative prese in tal senso occorre ricordare in particolare Healthcare NExT, ideata con il fine evidente di accelerare l’innovazione nel settore sanitario impiegando allo scopo intelligenza artificiale e cloud computing, e Microsoft Genomics, il cloud di Microsoft Azure rivolto agli studi sulla genomica di medici e ricercatori e medici.
I progetti di Amazon nella sanità
L’operazione condotta da Amazon deve essere anche vista nell’ottica di una diversificazione aziendale tesa a trovare nuovi settori in grado di offrire terreno per una ulteriore crescita del gruppo. In questa ottica la sanità rappresenta un terreno in grado di rivelarsi ideale, alla luce del continuo invecchiamento della popolazione, con conseguente richiesta di nuovi servizi in grado di andare incontro a queste esigenze.
È stato Neil Lindsay, senior vicepresident di Amazon Health Services, ad affermare che l’assistenza sanitaria rappresenti al momento uno dei settori che necessitano di un profondo ripensamento teso a rendere possibile un rapporto più snello e proficuo tra utenti e operatori. Esperienza troppo spesso vietata, al momento, dalla mancanza di strumenti in grado di eliminare le troppe barriere esistenti.
Le prime reazioni degli osservatori, di fronte all’acquisizione di One Medical sono state rivolte alla previsione relativa al modo in cui l’azienda sanitaria entrerà nella galassia Amazon. Non è infatti ancora chiaro se i suoi servizi entreranno a far parte dell’abbonamento Prime, offerto negli Stati Uniti a 139 dollari all’anno.
One Medical, però, rappresenta solo un tassello nella strategia aziendale rivolta al settore sanitario. Proprio di recente, infatti, sono trapelate le notizie relative alla collaborazione instaurata con il Fred Hutchinson Cancer Center di Seattle, tesa allo sviluppo di vaccini personalizzati ed economici contro il cancro al seno e alla pelle. A questa collaborazione se ne potrebbero poi aggiungere altre, considerata la dichiarazione rilasciata da un portavoce dell’azienda di Jeff Bezos, secondo la quale Amazon sarebbe interessata a lavorare su progetti analoghi.
Leggi anche: Amazon dichiara guerra alle recensioni false sui social media, anche in Italia
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