La Serie A ha firmato un accordo con Sorare, l’azienda transalpina nota per aver dato vita ad una versione digitale del Fantacalcio. Il massimo campionato italiano è il dodicesimo torneo nazionale ad aver sottoscritto un contratto in tal senso. Tra le leghe europee già la Liga Spagnola e la Bundesliga tedesca avevano aderito all’invito dell’azienda di Parigi.
L’accordo siglato tra le due parti avrà a validità a partire dal 13 agosto, giorno in cui scatterà il massimo torneo tricolore. Se ancora non è stata specificata la durata dell’accordo, dovrebbe comunque trattarsi di una collaborazione a lungo termine, come del resto specificato nel comunicato che è stato emesso a corredo dell’accordo..
L’accordo tra Sorare e Lega Calcio non costituisce una vera e propria sorpresa. Non lo è per il fatto che l’azienda è costantemente alla ricerca di nuove realtà con cui collaborare e perché proprio il nostro Paese rappresenta il mercato con il più alto tasso di crescita, tale da farne il secondo a livello globale. Lo ha messo in rilievo Nicholas Julia, co-fondatore dell’impresa francese, cosciente del fatto che il grande prestigio della Serie A rappresenta l’ennesimo fiore all’occhiello per Sorare.
Gli NFT di Sorare sono un vero e proprio caso
Il fantasy game di Sorare è basato, com’è ormai noto, sul Fantacalcio. La competizione tra allenatori virtuali è ormai in voga dalla fine del passato millennio e vede milioni di appassionati pronti a sfidarsi in ogni parte del globo. Il gioco virtuale dell’azienda, però, si basa su un altro fattore di grande importanza, ovvero i Non Fungible Token dedicati ai vari giocatori. Anche in questo caso siamo alla riproposizione digitale di un classico del calcio, ovvero le cards (figurine), che in Italia furono commercializzate in grande stile dalla Panini a partire dalla stagione 1961-62.
Gli NFT in questione, aggiungono però alla contesa sportiva un altro aspetto, quello legato alla speculazione sui prezzi. Per capire meglio questo aspetto basterà ricordare come la card più venduta in assoluto sia quella di Erling Haaland, l’attaccante norvegese passato proprio di recente dal Borussia Dortmund al Manchester City. Il suo NFT è stato infatti venduto a 625 mila dollari nel corso di una delle aste periodiche organizzate da Sorare. Una quotazione la quale ha largamente superato il vecchio record segnato da Cristiano Ronaldo, la cui figurina aveva raggiunto in precedenza i 400mila dollari.
Il comunicato emesso dalla Lega Serie A segna l’ennesimo passo in avanti per il Fantacalcio su blockchain e permette all’azienda di rintuzzare alcune problematiche emerse nel corso degli ultimi mesi, spingendo più di qualcuno a porsi domande sull’effettiva possibilità di impedire ai grandi gruppi di monopolizzare anche il fantasy game.
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I dubbi su Sorare
Il Fantacalcio delle origini, partiva da un semplice presupposto: tutti i giocatori che partecipavano allo stesso torneo avevano a propria disposizione una quantità uguale di risorse. In tal modo poteva emergere la competenza dei partecipanti e la loro effettiva conoscenza della materia calcistica. Un principio il quale ha in effetti assicurato il successo del gioco, facendone un vero e proprio fenomeno di costume.
Nel gioco ideato da Sorare, questo principio di uguaglianza è completamente assente. In pratica chi ha più soldi è in grado di schiacciare la concorrenza nelle aste organizzate periodicamente dall’azienda. Il caso di Haaland (e di Cristiano Ronaldo e Mbappè, altri assi battuti a prezzi altissimi) è solo la classica punta dell’iceberg. A rivelare la realtà è stata un’inchiesta condotta da The Athletic, sito sportivo molto noto agli appassionati.
Secondo un utente del sito, di cui non è stata rivelata l’identità, Sorare è di fatto dominato dall’1% dei giocatori, ovvero quelli che detengono il 45% del valore totale delle carte. Mentre se si allarga il tiro, risulta che il 20% degli utenti possiede l’89% dello stesso. In particolare, sotto accusa è un fondo speculativo, Blackpool, il quale riserva la sua azione esclusivamente agli NFT, concentrandosi proprio su Sorare.
Tre dei sei giocatori di Sorare caratterizzati dal portafogli più ricco fanno parte a pieno titolo di Blackpool, cumulando circa 6 milioni di dollari. In pratica possono utilizzare questa enorme massa di risorse per dominare in lungo e in largo i tornei, facendo letteralmente razzia di premi. Premi i quali non sono trascurabili, considerato come vengano messe in palio carte di grande valore. Vincendole, i giocatori più forti lo diventano ancora di più, ricalcando quella tendenza all’accentramento delle risorse il quale sta mettendo in seria crisi lo stesso mondo del calcio giocato.
Si tratta quindi di un grosso punti interrogativi che l’azienda farebbe presto a sciogliere, adottando regolamenti ben precisi. In particolare quello relativo alla disparità delle forze in campo. Se alcuni esperti affermano che per poter iniziare con qualche probabilità di successo bastano mille euro, è proprio la realtà dei fatti a smentire quest’affermazione. Com è possibile far giocare nella stessa lega chi ha mille dollari da investire e chi, invece, può muovere somme milionarie?
Se l’imprevedibilità è sempre stata il punto di forza del calcio, con quello fantasy di Sorare molti potrebbero infine alzare bandiera bianca per la pratica impossibilità di farcela contro realtà troppo più potenti. Dovrebbe essere proprio l’azienda a intervenire per tempo se non vuole che l’aspetto speculativo abbia nettamente la meglio su quello ludico, che pure ha avuto grande importanza nella sua affermazione.
Leggi anche: Cos’è e come funziona Sorare, il fantacalcio digitale su blockchain
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