Ammonta a 750mila euro la sanzione comminata dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) nei confronti di Google in qualità di controllante di YouTube, 50mila più di quella elevata nei confronti di Top Ads Ltd. Il motivo del provvedimento è rappresentato dalla violazione del divieto di pubblicità del gioco d’azzardo, stabilito dall’articolo 9 del decreto Dignità.

È stata la stessa Autorità a ricordare nel comunicato emesso che si tratta della prima volta in assoluto che tale misura viene adottata nei confronti di un fornitore di servizi per la condivisione di video (video sharing platform o Vsp). La multa è in pratica stata decisa in risposta al consenso fornito da Google per la diffusione di pubblicità vietata, relativa a giochi in cui sono previste vincite in denaro.

L’attività istruttoria condotta nell’occasione ha in pratica accertato la violazione della norma non solo da parte del soggetto che ha creato il contenuto, ovvero la società Top Ads Ltd, tramite il proprio sito e i canali Spike su YouTube, ma anche da YouTube. Proprio quest’ultima, che è una filiazione di Google, a giudizio di AGCOM non ha messo in opera alcun genere di iniziativa tesa a rimuovere i contenuti illeciti diffusi con modalità massive sulla propria piattaforma da Spike, azienda con la quale aveva in precedenza stipulato un contratto specifico di partnership, affidandogli lo status di “partner verificato”.

L’opera di contrasto esercitata da AGCOM non è peraltro limitata alla sanzione amministrativa pecuniaria. L’Autorità ha infatti preteso l’immediata rimozione di ben 625 contenuti illeciti da YouTube e dal sito spikeslot.com entro e non oltre un termine di sette giorni. Inoltre, anche in questo caso per la prima volta, ha vietato la diffusione e il caricamento di video analoghi contenuti. Nel deciderlo ha fatto esplicito riferimento alle più recenti pronunce della Corte di giustizia dell’Unione europea. Per Google non si tratta comunque del primo incidente di questo genere. Come ricordato dalla stessa AGCOM, infatti, l’azienda di Mountain View era già stata sanzionata per 100mila dollari il 22 ottobre del 2020. Anche in quell’occasione il motivo del provvedimento è da individuare nella violazione del medesimo divieto di pubblicità di giochi con vincite in denaro messa in atto dal proprio motore di ricerca.

Il commento del Codacons sui provvedimenti contro Google

La sanzione elevata da AGCOM è stata commentata dal Codacons, una delle maggiori associazioni di difesa dei diritti dei consumatori operanti in Italia. L’associazione non ha esitato a definire sacrosanto il provvedimento, aggiungendo che ormai da tempo lo stesso Codacons denuncia all’Autorità per le Comunicazioni e all’Antitrust le pubblicità illegittime relative al gioco d’azzardo portate avanti da siti web, app e social network .

La denuncia di queste attività, illegittime ai sensi del Decreto Dignità, è stata ricordata dal suo presidente, Carlo Rienzi, secondo il quale si tratterebbe di un fenomeno estremamente pericoloso, soprattutto alla luce del fatto che i principali fruitori di questi strumenti sono i giovani.

Proprio questi sono gli utenti più a rischio nel confronto con il gioco d’azzardo, in quanto più permeabili rispetto alla ludopatia, ovvero l’assunzione di comportamenti compulsivi tali da mettere in pericolo non solo le finanze degli interessati, ma anche la capacità di relazionarsi in maniera sana da un punto di vista sociale. Lo stesso Renzi, però, oltre a chiedere un vero e proprio giro di vite nei confronti di tutti i siti che promuovono illegalmente il gioco d’azzardo online, ha anche voluto mettere in risalto come se è assolutamente motivata, la multa elevata nei confronti del gigante del web è da considerare assolutamente irrisoria, soprattutto se rapportata al fatturato di Google.

La ludopatia in Italia, un problema sempre più evidente

Per capire il giudizio del Codacons occorre ricordare i dati contenuti nel Libro Blu pubblicato di recente dall’ADM (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli), l’autorità cui è affidato il compito di contrastare le distorsioni in tema di gioco d’azzardo sul nostro territorio. Se il volume di denaro giocato era secondo gli ultimi dati disponibili, quelli relativi al 2017 attestato a quota 101,8 miliardi di euro, il dato in questione non agevola però la comprensione del fenomeno.

È infatti il Consulcesi a ricordare che se si spalmasse in maniera uniforme questa cifra, comporterebbe per ogni nucleo familiare del nostro Paese una spesa pari a 1780 euro all’anno. Considerato che il dato non è uniforme, si può dedurre che per molte persone giocare con le slot machine o i software proposti dalle piattaforme di gambling sul web vuol dire mettere a rischio la propria tenuta finanziaria.

Inoltre, chi è affetto da ludopatia, che è a tutti gli effetti una vera e propria patologia, di solito stabilisce con il gioco un rapporto esclusivo e ad alto coinvolgimento emotivo. In particolare, il forte livello di eccitazione, tale da andare ben oltre la classica scarica di adrenalina collegata al gioco, spinge chi ne è affetto a trascurare il lavoro e i rapporti familiari e sociali, sino a rischiare il vero e proprio isolamento.

Se i soggetti a rischio sono un vero e proprio esercito la cui entità è stimata in 1,3 milioni di unità, quelli seguiti da strutture specializzate sono però soltanto 12mila. Alla luce di un dato così preoccupante, non dovrebbe quindi stupire una vera e propria stretta da parte dello Stato nei confronti non solo delle piattaforme che operano nel nostro Paese sotto egida ADM, ma anche verso le concessionarie pubblicitarie e tutti coloro che propongono contenuti promozionali incentrati sul gioco d’azzardo.

Aggiornamento 10 agosto 2022: integriamo lo statement ufficiale di TopAds Ltd

Con riferimento alla sanzione inflitta da AGCOM per asserita violazione della normativa in tema di divieto di pubblicità in materia di gioco e scommesse, Top Ads Ltd, titolare dei canali Spike Slot, comunica che avanzerà ricorso avverso il provvedimento sanzionatorio stesso, nel pieno convincimento della rispondenza e del rispetto del proprio operato al dettato normativo ed alle stesse linee guida di AGCOM.

La società, che a tal fine ha conferito mandato allo Studio Legale dell’avv. Marco Ripamonti, rende noto che riserva, altresì, di tutelarsi in ogni sede consentita, penale inclusa, per chiarire se nella vicenda siano stati rispettati principi di imparzialità e corretto uso dei poteri da parte delle autorità preposte.

Il CEO dichiara: “Riteniamo di essere stati in questi anni un presidio di legalità. Abbiamo reso edotti molti giocatori confusi (in questo oblio di informazioni), delle insidie del gioco illegale e della sua propaganda, che tutt’ora ancora imperversa sulle stesse piattaforme di video sharing, e a cui siamo stati erroneamente accomunati.
Inoltre stiamo ricevendo migliaia di commenti di vicinanza e supporto da parte degli stessi spettatori, consci delle nostre intenzioni, e che nelle dimostrazioni pratiche che offrivamo hanno ravvisato anche un allontanamento dal gioco d’azzardo.
Motivo questo, per cui chiederemo delle perizie scientifiche sui possibili benefici della visione passiva di gioco altrui.”

Leggi ancheLa risposta di Google alla crisi? Un Simplicity Sprint per evitare licenziamenti