Nonostante il pessimo momento che stanno attraversando le stablecoin, ora anche uno Stato si appresta a lanciare la sua criptovaluta ancorata a beni reali. Si tratta di El Salvador, il Paese guidato da Nayib Bukele, sempre più deciso a sfruttare le potenzialità degli asset virtuali nel preciso intento di affiancarli al dollaro statunitense, la valuta fiat su cui si appoggia il Paese in assenza di una moneta sovrana.
Ad annunciare la novità è stata Galoy, la piattaforma bancaria che nel novembre del 2020 ha lanciato il Bitcoin Beach Wallet, nella cittadina di El Zonte. La stablecoin salvadoregna sarà ancorata al dollaro statunitense e garantita da Bitcoin messi a copertura del valore emesso. In particolare, saranno utilizzate allo scopo le Stablesats, monete le quali non richiedono token per funzionare e in grado di essere spese con facilità.
Proprio in vista del lancio di questo progetto, Galoy ha deciso di avviarsi verso un miglioramento della propria piattaforma. Per poterlo portare a compimento è stato deciso un aumento di capitale pari a 4 milioni di dollari. Il round di finanziamento è stato guidato da Hivemind Ventures, con il concorso di Valor Equity Partners, Timechain, El Zonte Capital, Kingsway Capital, Trammel Venture Partners, AlphaPoint e altre importanti realtà ormai solite ad investire in BTC. Le risorse ottenute per questa via saranno destinate allo sviluppo tecnico necessario per offrire garanzie di riuscita al piano.
Il sistema varato sfrutterà la rete di Lightning Network, una vera e propria novità rispetto alle stablecoin esistenti. In pratica, l’utilizzo di Stablesats non prevede la presenza di token diversi dal Bitcoin sottostante, assicurando per questa via, almeno secondo gli esperti, non solo una migliore interoperabilità, ma anche commissioni più limitate per gli utenti.
La stabilità cui ambisce il progetto, è assicurata dal fatto che, come è stato spiegato da Nicolas Burtey, il nuovo dollaro sintetico sarebbe in grado di mantenere il proprio valore indipendentemente dal tasso di cambio. Grazie al Lightning Wallet abilitato per Stablesat, gli utenti sono infatti in grado di inviare, ricevere e conservare denaro da un conto in dollari statunitensi, oltre al loro conto BTC predefinito. Mentre il valore in dollari di quest’ultimo oscilla, il valore conservato resta fisso, quale che sia il tasso di cambio.
Stablecoin di El Salvador, smentite le voci circolate in precedenza
La dichiarazione rilasciata da Galoy ha di fatto dissolto le voci che si erano propagate alla metà di luglio, secondo le quali i fratelli di Nayib Bukele stavano intrattenendo colloqui con Algorand e Cardano per il varo della stablecoin di El Salvador. In quel caso si era anche parlato del nome del token, Colon, anche se poi si era sollevata una vera e propria ridda di voci spesso contrastanti.
I rumors in questione avevano come al solito provocato le rimostranze dei massimalisti di Bitcoin, secondo i quali soltanto l’icona crypto sarebbe in grado di assicurare sicurezza ai propri utenti. La decisione finale si avvia quindi a spazzare via le indiscrezioni e a confermare l’intento di fare del piccolo Stato del Centro America una sorta di hub per l’innovazione finanziaria.
Come abbiamo già ricordato, El Salvador non ha una sua moneta sovrana. Per ovviare i cittadini utilizzano quindi il dollaro statunitense. Una limitazione in tema di sovranità che viene però ad essere compensato da una stabilità sconosciuta alle valute nazionali utilizzate dagli altri Paesi dell’area, tutte più o meno gravate da elevati indici di inflazione.
Con il varo di una stablecoin, ancorata al dollaro e garantita dai Bitcoin, il Paese sembra dare luogo ad un ulteriore scatto in avanti. Anche in termini di stabilità, ovvero quella che è mancata nella precedente iniziativa di Bukele, ovvero l’acquisto di Bitcoin per un valore pari a 103 milioni di dollari. Un valore che alla metà di giugno era già sceso a 52 milioni, attirando le feroci critiche della deputata dell’opposizione, Claudia Ortiz.
Proprio lei aveva avuto facile gioco nel denunciare lo spreco di risorse pubbliche per una scommessa evidentemente fallita, impiegando in maniera impropria risorse che per un Paese così povero sarebbero necessarie per sostenere le famiglie più vulnerabili, invece di soddisfare i capricci di uno sprovveduto cripto-influencer.
Un giudizio quindi durissimo, ma fondato su dati reali, ovvero sulla perdita di quasi la metà dei soldi che erano stati investiti. Naturalmente la speranza è che il nuovo progetto in tema di criptovalute di Nayib Bukele abbia un risultato migliore. Nel momento in cui l’effetto domino di Terra si propaga ad altre stablecoin sembra però trattarsi di una nuova scommessa, il cui esito è al momento imprevedibile. Se dovesse andare male, però, il danno potrebbe essere devastante per El Salvador.
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