Revolut ha annunciato il rilascio di un’autorizzazione da parte dell’EEA (European Economic Area) per la vendita di Bitcoin sulla sua app all’interno del suo territorio e di quello inglese. Ciò permetterà ai 17 milioni di utenti i quali hanno sottoscritto un conto di acquistare BTC utilizzando le funzioni che Revolut ha dedicato alle transazioni in criptovalute. L’EEA è costituita da 27 Paesi, tra cui anche il Regno Unito, l’Islanda, il Liechtenstein e la Norvegia.

In questa area l’app, che vanta al momento oltre 20 milioni di clienti disseminati in ogni parte del globo, può operare grazie al godimento di un’autorizzazione a prestare servizi finanziari concessa da CySEC (Cyprus Securities and Exchange Commission), ovvero il maggior ente europeo di regolamentazione dei relativi mercati. Proprio a Cipro l’azienda inaugurerà una diramazione commerciale, cui sarà demandato il compito di prestare servizi per la compravendita di Bitcoin.

Occorre comunque ricordare che si tratta di una questione puramente formale, considerato come da un punto di vista tecnico Revolut già consentisse le transazioni in denaro virtuale, ovvero in Bitcoin e Altcoin ammesse nel paniere di token approntato dall’azienda.

Proprio per cercare di facilitare le operazioni a vantaggio dei suoi clienti, aveva quindi deciso di aprire anche in Italia una vera e propria accademia di formazione, in cui tramite videocorsi e altri strumenti gli utenti interessati a fare trading crypto potevano aumentare il proprio bagaglio di competenze. I corsi in questione, rispetto a quelli organizzati dai broker di trading online, possono vantare una caratteristica pressoché unica: permettono infatti la remunerazione in DOT, token nativo di Polkadot, una delle oltre 80 criptovalute attualmente ammesse alle contrattazioni di Revolut. Un paniere reso sempre più profondo dall’inclusione di 22 progetti avvenuto qualche settimana fa.

Il dinamismo di Revolut

Una notizia, quella in oggetto, destinata a fare senz’altro piacere agli oltre 850mila clienti che l’app già vanta nel nostro Paese, ove un numero sempre maggiore di persone si rivolge a Revolut contando su una serie di caratteristiche le quali hanno fatto breccia anche lungo la penisola. Tra di esse occorre considerare la possibilità di avere una carta di credito Mastercard con IBAN integrato, il canone annuale azzerato, l’assenza di costi di emissione e i bonifici gratuiti.

Ad essi occorre aggiungere il notevole dinamismo messo in campo per fornire servizi sempre più performanti alla propria utenza. Tra di essi occorre sottolineare in Italia almeno i seguenti:

  • il calcolo della giacenza media annuale, un parametro necessario nel nostro Paese per avere diritto ad una serie di importanti agevolazioni fiscali, compresi i vari bonus tradizionalmente elargiti dal Governo italiano, richiedere un mutuo o godere della riduzione delle tasse universitarie gravanti sui figli in età scolastica;
  • il supporto senza commissioni al circuito PagoPA, il quale apre le porte al versamento dei tributi, delle imposte o delle rette universitarie direttamente dall’app. Una novità estremamente apprezzata anche perché caratterizzata dalla mancanza di commissioni, che invece sono applicate dalle app concorrenti, con costi i quali possono arrivare a due euro e mezzo per operazione;
  • la collaborazione con Allianz Partners per rendere disponibile l’assicurazione di viaggio a coloro che hanno sottoscritto un conto Metal o Premium. Grazie ad essa i clienti assicurati saranno coperti in caso di annullamento del viaggio o sua interruzione derivante da una malattia riconducibile a pandemia ed epidemia, compreso il COVID-19.

Come altri strumenti analoghi, anche l’app ha deciso di aprirsi alle criptovalute nonostante il periodo non proprio brillante attraversato dal settore, confidando nel fatto che il crypto winter sia comunque destinato a terminare prima o poi e che il denaro digitale è sempre più utilizzato nella vita di tutti i giorni, in particolare per i pagamenti digitali. Un trend tale da rendere praticamente impossibile ignorare gli asset virtuali, soprattutto considerata la domanda ancora molto elevata in tal senso della propria utenza.

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