Sin dai primi anni della loro comparsa, il Bitcoin e le criptovalute alternative (Altcoin) sono state accusate di essere uno strumento in grado di agevolare la sottrazione di risorse al fisco, oltre che permettere alle bande criminali di riciclare con estrema facilità capitali provenienti da attività illegali.
Una tesi la quale è stata immediatamente confutata dai sostenitori degli asset virtuali e dalla Bitcoin Foundation. Proprio la fondazione nata per sovrintendere allo sviluppo dell’icona crypto lanciata da Satoshi Nakamoto, in particolare, ha avuto buon gioco nel ricordare che se c’è uno strumento che permette di tracciare le risorse impiegate in una transazione, questo è proprio BTC.
La tesi non è evidentemente piaciuta ad alcuni settori del mondo finanziario tradizionale. Tra i maggiori detrattori dell’innovazione finanziaria si è distinto in particolare Davide Serra, il fondatore di Algebris e sostenitore di Matteo Renzi, secondo il quale il Bitcoin non sarebbe nulla più che una lavanderia di soldi sporchi. Tesi peraltro condivisa da altre figure di spicco del mondo economico, compreso Donald Trump, pronto a tuonare contro tutto ciò che non sia l’amato dollaro.
Ora, però, è addirittura un governo a dare ragione a quanto sostenuto dalla Bitcoin Foundation. Si tratta di quello della Colombia, ove la sinistra è riuscita per la prima volta a conquistare la Presidenza della Repubblica con Gustavo Petro. Un nuovo governo il quale sembra propenso ad aprire all’innovazione finanziaria in modo tale da sfruttarne le potenzialità nella lotta all’evasione fiscale.
Indice:
Il nuovo governo della Colombia vuole usare le criptovalute contro l’evasione fiscale
Usare le criptovalute come testa d’ariete contro l’evasione fiscale: questa è l’intenzione del nuovo governo colombiano guidato da Gustavo Petro. Il leader della sinistra, arrivato al vertice dello Stato dopo una lunga fase di lotta nelle piazze contro la corruzione imperante nel precedente esecutivo, sembra intenzionato a varare una CBDC (Central Bank Digital Currency) e utilizzarla come strumento privilegiato nella lotta contro l’evasione fiscale.
Anche nel Paese latinoamericano l’elusione e la sottrazione di risorse al fisco è ormai da decenni in gran voga. Tanto da spingere il nuovo esecutivo a pensare di eliminare le transazioni in contanti, togliendo terreno sotto ai piedi a chiunque intenda utilizzare il denaro liquido per impedirne il tracciamento o per attività di carattere criminale. Considerato come la Colombia sia a tutti gli effetti un vero e proprio hub per i traffici di stupefacenti, si tratta di un progetto dirompente e dalle vaste implicazioni.
L’interno del governo di sinistra è stato reso pubblico da Luis Carlos Reyes, numero uno dell’Autorità nazionale colombiana per le imposte e le dogane e permetterebbe di incrementare in maniera sensibile le entrate da destinare a scopi sociali in un Paese ormai da tempo in crisi. Si calcola infatti tra il 6 e l’8% l’incidenza dell’evasione fiscale sul PIL colombiano.
Gustavo Petro è un sostenitore delle criptovalute
Il disegno svelato da Reyes conferma quello che già si sapeva da tempo: il nuovo Presidente della Colombia, Gustavo Petro, è un sostenitore delle criptovalute. Il motivo del suo appoggio agli asset virtuali è da ricercare nel fatto che secondo lui Bitcoin e Altcoin possono sottrarre potere a governo e banche tradizionali e restituirlo al popolo. Si tratterebbe quindi di uno strumento in grado di riequilibrare i rapporti di forza, una valutazione la quale sembra ricalcare per grandi linee le teorizzazioni di Satoshi Nakamoto sulla decentralizzazione, vista da quest’ultimo come uno strumento di democrazia.
Già nel 2017 Petro aveva espresso il suo convincimento in un messaggio affidato a Twitter, mentre lo scorso anno ha commentato positivamente la decisione di Nayib Bukele, il suo collega salvadoregno, di attuare una Bitcoin Law che ha proclamato il corso legale dell’icona crypto all’interno del Paese e di sfruttare l’energia geotermica dei vulcani per il mining di Bitcoin.
La sua scalata alla presidenza del problematico Paese sudamericano ha rinvigorito una tendenza ormai evidente lungo tutto il continente, ovvero un atteggiamento estremamente favorevole dei governi locali di fronte alla digitalizzazione di finanze ed economia. Una digitalizzazione vista come il grimaldello per promuovere uno sviluppo frenato da indici di inflazione abnormi e dalla continua sottrazione di risorse fiscali alla collettività.
Proprio l’intento di utilizzare BTC e Altcoin per il tracciamento del denaro sembra segnare un salto di qualità nella discussione in atto da lungo tempo tra sostenitori e detrattori delle criptovalute. Se l’intento cui tendono molti governi è quello di eliminare il contante in modo da contrastare l’evasione fiscale, perché non usare uno strumento già esistente come il denaro digitale?
Eventualmente, il problema da affrontare prima di una eventuale conversione ad esso è proprio quello relativo allo strumento da privilegiare: ove prevalesse l’idea di fare leva sulle CBDC invece che sulle crypto private, per le seconde potrebbe approssimarsi la fine. Infondo è proprio quello che sta accadendo in Cina e Russia, ove i governi hanno puntato sulle criptovalute gestite dalla banca centrale con conseguente bando a tutte le altre.
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