Quello attuale non è certo un periodo felice per Twitter, dopo l’ammissione della violazione di dati di milioni di utenti, ora l’azienda viene pesantemente accusata da un ex dipendente; i problemi sulla sicurezza sarebbero talmente gravi da mettere in pericolo anche la sicurezza nazionale.

Twitter accusata di gravi carenze nei controlli

In un’intervista esclusiva alla CNN e al Washington Post, l’ex capo della sicurezza informatica di Twitter, Peiter Zatko ha lanciato le sue accuse nei confronti dell’azienda che lo ha licenziato per scarso rendimento sul lavoro all’inizio di quest’anno.

Zatko, ex hacker conosciuto con il nome di Mudge, accusa l’azienda di aver ripetutamente mentito al consiglio di amministrazione e alle autorità di regolamentazione governative sulle sue vulnerabilità dal punto di vista della sicurezza. L’ex dirigente sostiene che Twitter non elimini in maniera idonea i dati degli utenti in seguito alla cancellazione dell’account, questo perché l’azienda avrebbe addirittura perso traccia delle informazioni in questione.

Mudge sostiene altresì che l’azienda non abbia un reale interesse, né le risorse, per comprendere il reale numero di bot presenti sulla piattaforma, motivo per cui Elon Musk sembra abbia deciso di rinunciare alla sua offerta di acquisizione per aprire, forse, il suo personale social network.

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Peiter Zatko ex capo sicurezza informatica Twitter

Un grande rischio arriva dalle influenze straniere

Un altro punto rilevante delle accuse mosse a Twitter riguarda l’influenza sull’azienda di nazioni straniere potenzialmente ostili: stando a quanto dichiarato, sembra che Zatko abbia ricevuto pressioni dall’attuale CEO Parag Agrawal per cedere alle richieste di censura e sorveglianza della Federazione Russa, in modo da far crescere gli utenti di quella nazione. Sembra infatti che la Russia, prima dell’invasione dell’Ucraina, abbia tentato di fare pressioni su diverse aziende del settore tech (Twitter inclusa), affinché aprissero uffici di rappresentanza nel paese.

L’influenza straniera non si limita però alla Russia, fra le accuse mosse infatti figura anche un’affermazione secondo la quale Twitter dipende dalle entrate provenienti da non meglio specificate entità cinesi, anche se il social network è bloccato nel Paese in questione. Secondo Zatko queste entrate hanno portato “preoccupazioni all’interno di Twitter sul fatto che le informazioni che le entità cinesi potrebbero ricevere avrebbero consentito loro di identificare e apprendere informazioni sensibili sugli utenti cinesi che hanno aggirato con successo il blocco e altri utenti in tutto il mondo“.

Non solo Russia e Cina ma anche l’India viene chiamata in causa dall’ex dirigente, secondo lui il governo indiano avrebbe costretto l’azienda ad assumere almeno un agente governativo, che avrebbe avuto accesso ad un’enorme mole di dati sensibili interni a Twitter; a riprova di ciò Mudge cita una segnalazione del governo degli Stati Uniti che avrebbe avvisato l’azienda che “uno o più dipendenti della società stavano lavorando per conto di un’altra particolare agenzia di intelligence straniera“, senza però specificare a quale nazione si riferisse la segnalazione.

Twitter, interrogata sulla questione sia dalla CNN che dal Washington Post non ha rilasciato commenti, salvo dichiarare come la denuncia dell’ex dipendente fosse “piena di imprecisioni“; ad ogni modo la vicenda è probabilmente solo all’inizio e l’azienda dovrà fornire sicuramente diverse spiegazioni a molti organismi governativi.

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