Negli ultimi giorni sta facendo molto discutere la vittoria del concorso artistico Colorado State Fair da parte di un’opera intitolata “Théâtre D’opéra Spatial“, realizzata da Jason Allen.
Se vi state chiedendo quale sia la ragione di tanto clamore, la risposta probabilmente vi lascerà sorpresi: l’opera in questione (vincitrice della categoria “arti digitali”), infatti, è stata realizzata sfruttando le potenzialità dell’intelligenza artificiale.
Ora l’intelligenza artificiale si diletta anche nell’arte
Ebbene sì, l’opera che potete vedere nell’immagine in alto è stata creata dall’IA e in particolare da Midjourney, progetto definito dai suoi creatori come “un laboratorio di ricerca indipendente che esplora nuovi mezzi di pensiero ed espande i poteri immaginativi della specie umana”.
Si tratta di una piattaforma che si autofinanzia e si occupa in particolare di design, infrastrutture umane e intelligenza artificiale, con appena 11 dipendenti e tanti consulenti esterni.
Così come viene spiegato dal team di Midjourney, ci sono due modi per usare la piattaforma: il primo è rappresentato da Midjourney Bot, che può essere sfruttato per generare immagini e l’altro è l’app Web (disponibile qui), nella quale è possibile trovare una galleria di creazioni.
Una volta che si inizia a utilizzare questo strumento, sarà possibile creare un numero limitato di immagini (poi sarà necessario iscriversi) e saggiare le potenzialità del sistema: in sostanza, l’utente dovrà limitarsi a scrivere un messaggio contenente l’immagine che vuole realizzare e sarà poi Midjourney a crearla materialmente (ne vengono realizzate 4).
Una volta generate le immagini, l’utente potrà scegliere quella che preferisce e affinarla attraverso appositi comandi.
Jason Allen, l’artista che ha creato Théâtre D’opéra Spatial (alla cui realizzazione ha dedicato circa 80 ore), valuta tale opera 750 dollari.
Pare quasi superfluo aggiungere che in Rete è andata via via aumentando l’indignazione per “un’opera d’arte” che non è frutto della mente dell’uomo ma degli algoritmi su cui si basa l’intelligenza artificiale.
E da qui la domanda che probabilmente nei prossimi anni sarà sempre più frequente: in questo caso si può ancora parlare di “arte”?
In attesa di avere una risposta, potete provare le potenzialità di Midjourney seguendo questo link.
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