Il tribunale di Seul ha spiccato un mandato d’arresto nei confronti di Do Kwon, il fondatore di Terraform Labs, l’azienda che ha lanciato Terra (LUNA). Stando a quanto riferito da Bloomberg, il mandato è stato emesso in relazione a una violazione delle regole del mercato dei capitali (Capital Markets Act) ed è stato esteso ad altre persone attualmente residenti a Singapore. Ad essere colpiti dal provvedimento sono infatti anche Nicholas Platias, membro fondatore di Terraform Labs, e Han Mo, un dipendente dell’azienda.

Si tratta dell’ennesimo atto di una vicenda che ha assunto dimensioni drammatiche dopo il crac di Terra, nel corso del quale sarebbero andati in fumo non meno di 40 miliardi di capitali. Le conseguenze del crollo si sono avvertite in tutto il settore crypto, provocando un ulteriore calo della quotazione di Bitcoin e una serie di fallimenti da parte di aziende come Celsius, Three Arrows Capital e Voyager Digital.

Già nel passato mese di luglio le forze di polizia hanno dato luogo ad una ispezione nella casa di Daniel Shin, co-fondatore della stablecoin fallita, nell’ambito di un’inchiesta ordinata per cercare di appurare se dietro l’evento ci fossero attività illegali. Mentre nel mese precedente è stata avviata una class action da parte degli investitori rimasti coinvolti, all’interno del tribunale distrettuale della California settentrionale.

Per Do Kwon un guaio tira l’altro

Già in passato Do Kwon si era difeso dalle accuse di frode affermando di aver perso quasi tutto il suo patrimonio nel corso del crollo di Terra. La sensazione che torna ad aleggiare dopo questa notizia è che, al contrario, l’intero progetto non rappresenti altro che l’ennesimo schema Ponzi, ovvero una truffa architettata facendo affidamento sul continuo afflusso di nuovi capitali, per remunerare gli investitori in arrivo.

Dopo aver perso il peg con il dollaro gli oltre 40 miliardi di dollari in termini di capitalizzazione di mercato si sono letteralmente sbriciolati, con la quotazione del token inabissatasi a meno di un centesimo. L’effetto domino che ne è conseguito ha abbattuto una lunga serie di tessere, distruggendo risorse per svariati miliardi, aggravando ulteriormente il crypto winter in atto.

Lo stesso Do Kwon ha cercato di reagire abbandonando Terra al suo destino (ora si chiama Terra Classic), per varare LUNA, ovvero il secondo atto del progetto che, nelle intenzioni iniziali avrebbe dovuto offrire una via di fuga ai vecchi utenti, con la conversione di LUNA Classic (LUNC) nel nuovo token.

Da quel momento, però, le attività investigative sulle sue operazioni non si sono mai fermate. Secondo un giornale locale, KBS Online, Terraform Labs sarebbe sotto inchiesta per il riciclaggio di 4,8 milioni di dollari, e la nuova accusa costituisce soltanto un nuovo filone d’indagine, in attesa di ulteriori novità su un fronte giudiziario che rischia di tramutarsi per il fondatore di Terraform Labs in una vera e propria Caporetto.
Secondo una rete televisiva locale, JTBC, uno dei dipendenti interrogati avrebbe dichiarato che all’interno dell’azienda già da tempo si rincorrevano le ipotesi che volevano Terra ad un passo dal crollo. Ipotesi la quale, però, non è mai stata presa in considerazione da Do Kwon, anche se non è stato chiarito se la sua noncuranza fosse dovuta ad una sottovalutazione degli eventi o ad una pervicace volontà di sfruttare sino all’ultimo la nomea accumulata dalla stablecoin nei mesi precedenti.
Il provvedimento emesso dal tribunale di Seul ha validità per un anno, nel corso del quale le persone colpite resteranno comunque a Singapore. Per evitare che possano verificarsi fughe, è stato allertato anche l’Interpol, cui spetterà quindi il compito di effettuare gli arresti. Il tutto resta comunque una piccola consolazione per i tanti investitori che hanno visto sparire i propri soldi con il crac di Terra.
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