Nella giornata di ieri Google e il NIST (National Institute of Standards and Technology) del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, hanno siglato un accordo di ricerca e sviluppo per la produzione di chip open source, finanziati da Google; le componenti potranno essere utilizzate da ricercatori accademici e piccole realtà imprenditoriali.

L’accordo si prefigge di aiutare realtà quali le startup universitarie o nate in piccole imprese, che spesso non hanno la disponibilità economica necessaria per accedere a determinate componenti, men che meno per produrle in autonomia; la tecnologia però si evolve spesso grazie alle loro brillanti idee, motivo per cui il NIST ha deciso di collaborare con Google.

Google finanzierà i costi iniziali e il primo ciclo di produzione dei chip open source

Stando a quelli che sono i termini dell’accordo, il NIST (insieme ad alcuni partner universitari) si occuperà della progettazione di 40 chip open source ottimizzati per diverse applicazioni, Google da parte sua si provvederà al finanziamento sia delle fasi iniziali che del primo ciclo di produzione delle componenti. I chip prodotti, così come i loro progetti open source, saranno a disposizione di ricercatori accademici e piccole imprese, impegnati in progetti di varia natura.

La componente open source del progetto fa sì che non solo i chip possano essere in seguito modificati per adattarsi a diverse implementazioni, ma permette anche a chi li utilizzerà di non pagare costi di licenza per la realizzazione di dispositivi innovativi. Il NIST ha dunque intenzione di fornire gli elementi base essenziali che possono servire, alle realtà coinvolte, per accelerare la realizzazione di prototipi e di conseguenza la realizzazione dei prodotti.

L’ente di cui sopra non specifica la tipologia di chip che verranno progettati, ma riferisce un vasto campo di utilizzo che va dai nano sensori, alla bioelettronica, all’intelligenza artificiale fino al calcolo quantistico. Il fatto poi che una realtà del calibro di Google prenda parte al progetto, potrebbe portare all’acquisizione da parte sua o di altri colossi tecnologici, delle startup più promettenti, dando un’ulteriore spinta alla realizzazione dei progetti più meritevoli.

Per quel che concerne il processo di produzione, questo verrà affidato alla SkyWater Technology, che opererà nella sua fabbrica da 200 mm a Bloomington, in Minnesota. Non è chiaro al momento quali tecnologie di processo verranno utilizzate, ma Google e SkyWater hanno già un kit di progettazione di processo (PDK) open source a 130 nm che potrebbe essere utilizzato anche in questo ambito; inoltre SkyWater è comunque in grado di offrire tecnologie di processo a 90 nm e 130 nm e dispone di un nodo di produzione qualificato a 65 nm. L’azienda fornirà i chip open source prodotti su wafer, sarà dunque compito delle università e delle realtà imprenditoriali che ne verranno in possesso tagliarli in stampi individuali e testarli.

Insomma l’accordo raggiunto tra Google e NIST guarda al futuro, tentando di semplificare sia dal punto di vista economico che progettuale il lavoro di molte realtà minori, che potranno contribuire al progresso tecnologico impiegando meno risorse e accelerando di conseguenza i tempi, a beneficio di tutti quanti.

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