Che siate appassionati di fantascienza o meno, avrete sicuramente visto in diversi film palesarsi il fantasma di un asteroide in rotta di collisione con la Terra, nonché diverse strategie messe in atto per scongiurare una catastrofe planetaria.
Ora la NASA annuncia la prima missione di prova della difesa planetaria grazie alla navicella DART (Double Asteroid Redirection Test), il cui scopo è quello di verificare se siamo realmente in grado di modificare la traiettoria di un asteroide nello spazio.
Indice:
La missione
Prima che vi facciate prendere dal panico, quello della NASA è solo un test, non ci sono impellenti minacce per il nostro pianeta; l’obbiettivo della missione è l’asteroide Dimorphos che si trova ad una tale distanza dal nostro pianeta da non sapere nemmeno che aspetto abbia.
L’asteroide in questione è a conti fatti una luna dell’asteroide Didymos, molto più grande dell’obbiettivo principale, la missione prevede che la navicella DART impatti contro il primo nel tentativo non tanto di distruggerlo, ma quantomeno di modificarne la traiettoria in modo sensibile. Subito dopo l’impatto i principali telescopi della Terra, nonché quelli in orbita come James Webb e Hubble, saranno indirizzati verso il sistema binario in questione per analizzare i risultati della manovra.
Cosa ci si aspetta e le alternative per la difesa planetaria
Qualora tutto andasse come preventivato, l’impatto modificherà la velocità di Dimorphos di una frazione di punto percentuale, cambiando la velocità necessaria per il completamento della sua orbita di diversi minuti. Anche se una manciata di minuti può non sembrare molto, in realtà come affermato da Lindley Johnson, ufficiale di difesa planetaria della NASA, quei minuti sono monumentali.
Johnson sottolinea inoltre l’importanza del progetto, è la prima volta che l’umanità si trova in condizione di comprendere una tale eventuale minaccia, e ha i mezzi potenziali per agire in propria difesa; dunque un’esercitazione, la prima e con il metodo più diretto, potrà essere molto utile per il futuro.
In realtà la NASA ha anche altre possibili strategie, tra cui quella di un “trattore gravitazionale”, ovvero un veicolo che possa agganciare un asteroide e trascinarlo verso un percorso più sicuro; oppure ancora la possibilità di sparare un raggio ionico contro l’asteroide per modificarne, nel tempo, la traiettoria.
Come si svolge la missione
Ci saranno 44 persone nella sala di controllo della NASA, impegnate a controllare telemetria e dati ma, a partire da quattro ore prima dell’impatto, la navicella DART dovrà fare tutto da sola: è infatti dotata di un sistema di navigazione intelligente in grado di guidarla verso il sistema binario di asteroidi, sarà inoltre in grado di “vedere” direttamente il proprio bersaglio solo un’ora prima dell’impatto.
Una volta individuato e agganciato l’obbiettivo, il veicolo spaziale verrà guidato dai propri sistemi verso Dimorphos. Considerando che si tratta di far schiantare un veicolo da 250 milioni di dollari, l’intero processo verrà accuratamente documentato: oltre infatti ai vari telescopi e alle telecamere montate su DART, ci sarà una seconda navicella, l’italiana LICIACube (Light Italian CubeSat for Imaging Asteroids) che avrà il compito di documentare le conseguenze dell’esperimento, volando su Dimorphos circa tre minuti dopo l’impatto.
A missione conclusa, si potranno vedere quasi subito i primi effetti, ma ci sarà bisogno di tempo per analizzare i dati e stabilire quali modifiche la collisione abbia causato all’orbita del sistema binario.
Come seguire l’evento
Insomma stiamo parlando di un qualcosa che non si vede tutti i giorni, come già detto è una situazione vista e rivista nel mondo cinematografico, ma mai prima d’ora nella realtà. L’importanza scientifica dell’esperimento è notevole e magari alcuni tra voi vorrebbero poterlo seguire in diretta: la NASA ha predisposto l’inizio del collegamento per le ore 18:00 ET (mezzanotte di martedì per noi) e, se tutto va come previsto, la collisione è attesa per le 19:14 ET.
Potete seguire la diretta dell’evento sul sito della NASA attraverso questo link, oppure utilizzare YouTube, Facebook e Twitter. Se siete appassionati di astronomia, o anche solo amanti della scienza e della tecnologia, si prospetta uno spettacolo di sicuro interesse.
Missione compiuta
Per chi non fosse riuscito a seguire la diretta, il controllo missione della NASA ha annunciato l’esito positivo dell’impatto come preventivato, alle ore 19:14 DET; l’impatto di DART con l’asteroide ha dimostrato come sia applicabile una tecnica di mitigazione simile nel tentativo di proteggere la Terra da un asteroide.
DART rappresenta un successo senza precedenti per la difesa planetaria, ma è anche una missione di unità con un reale vantaggio per tutta l’umanità. Mentre la NASA studia il cosmo e il nostro pianeta natale, stiamo anche lavorando per proteggere quella casa e questa collaborazione internazionale ha trasformato la fantascienza in fatti scientifici, dimostrando un modo per proteggere la Terra.
Ora che la missione ha avuto esito positivo, agli scienziati spetta il compito di monitorare il sistema binario in questione per verificare di quanto l’impatto abbia modificato l’orbita dell’asteroide, secondo le stime ci si aspetta che Dymorphos abbia ridotto la sua orbita di circa l’1% (o 10 minuti); controllare la veridicità di questi dati è uno degli scopi primari del test.
A fare compagnia a DART nella missione era presente, come già detto, LICIACube il cui scopo era quello di acquisire le immagini dell’impatto affinché potessero essere studiate; non essendo però dotata di antenne particolarmente potenti per la trasmissione dati, bisognerà attendere qualche settimana affinché le immagini vengano fisicamente scaricate sulla Terra una per una.
I risultati del test condotto aiuteranno gli scienziati a migliorare i modelli informatici scientifici fondamentali per questa tecnica, in modo da poterla replicare utilizzandola come metodo affidabile contro eventuali asteroidi in rotta di collisione con la terra. Tra quattro anni il progetto Hera dell’Agenzia spaziale europea condurrà rilievi dettagliati sia di Dimorphos che di Didymos, concentrandosi in particolare sulla rilevazione della massa di Dymorphos e sul cratere lasciato dall’impatto.
Qualora foste interessati alle immagini finali della missione, potete prenderne visione direttamente sul sito dell’agenzia spaziale americana, seguendo questo link.
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