Elon Musk guarda con grande interesse a Marte, in vista di una sua colonizzazione. Il suo pensiero è ormai risaputo, tanto da essere stato affidato al sito di SpaceX e sembra non lasciare dubbi sulle sue intenzioni al proposito: “Vuoi svegliarti la mattina e pensare che il futuro sarà fantastico, ed è questo che significa essere una civiltà spaziale. Si tratta di credere nel futuro e pensare che il futuro sarà migliore del passato. E non riesco a pensare a niente di più eccitante che andare là fuori ed essere tra le stelle”.
Un interesse espresso spesso con ironia su Twitter o con trovate in grado di destare una certa sensazione, come quella relativa all’intenzione di bombardare il Pianeta Rosso con testate nucleari, espressa con un tweet risalente al 16 agosto del 2019 (“Nuke Mars!”), in modo da facilitare a riscaldarne la superficie, aiutando di conseguenza il suo grado di ospitalità per la razza umana. La CO2 intrappolata all’interno delle calotte polari del pianeta rosso verrebbe infatti ad essere dispersa, producendo un salutare effetto serra.
Secondo l’uomo più ricco del mondo, l’evento dovrebbe avere luogo nel 2024, ovvero entro due anni e se si pensa che secondo lui sarebbe bene colonizzare Marte prima della Terza Guerra Mondiale, è abbastanza lecito avvertire una certa inquietudine, alla luce delle minacce di utilizzo delle armi nucleari nell’ambito del conflitto tra Russia e Ucraina. In vista di quell’evento, Musk sta comunque già pensando all’aspetto logistico, compresa l’economia marziana.
Indice:
Una nuova criptovaluta per alimentare l’economia marziana
Come sarà l’economia su Marte? Naturalmente alimentata da una criptovaluta e non poteva che essere così, considerato il grande interesse del fondatore di Tesla per il denaro virtuale. Com’è noto, Elon Musk è un sostenitore di vecchia data di Dogecoin e Bitcoin, tanto da averli accettati come forma di pagamento per Tesla e Space X. Verso il primo la sua passione si è spinta spesso all’estremo, tanto da essere indicato come il conduttore del Doge Train, il vero e proprio trenino costituito dai VIP che sostengono il celebre meme coin.
Per quanto concerne la valuta digitale di Marte, il miliardario di origini sudafricane ne ha discusso con Changpeng Zhao, il fondatore di Binance, dichiarandosi interessato a lanciare un Marscoin. Il problema è che nel settore delle criptovalute già esiste un token con questo nome, creato addirittura nel 2014 con il preciso intento di aiutare il finanziamento di una missione spaziale. Prima che Musk iniziasse a parlare di una colonizzazione del pianeta si pensava che una missione di questo genere costasse tra i 10 e i 30 miliardi di dollari e il Marscoin avrebbe dovuto fare da propellente per la raccolta di questo denaro.
Un’idea che è stata giudicata buona da più parti, ma che è sostanzialmente fallita. Ora, però, stanno circolando voci che vorrebbero Elon Musk interessato a rilanciarla, con oggetto un token che si chiamerebbe Red Planet Inu. Un nome il quale metterebbe insieme due grandi passioni del numero uno di Space X, Marte e i meme coin. Voci che probabilmente condurranno ad una nuova fioritura di monete virtuali ispirate al tema, come è già successo per i cani Shiba Inu presi come base per i tanti token nati nel corso degli anni per sfruttare una vera e propria moda.
Il viaggio verso Marte è già stato pianificato
Se per la nuova criptovaluta marziana siamo ancora a livello di voci, è intanto già da sottolineare come il viaggio per il Pianeta Rosso sia già stato pianificato nei dettagli, come è possibile vedere sul sito di SpaceX, ove si spiega che la missione sarà affidata a Starship, il veicolo di lancio più potente al mondo mai sviluppato, con la capacità di trasportare oltre 100 tonnellate in orbita terrestre.
La navicella spaziale andrà a creare con il razzo Super Heavy un sistema di trasporto riutilizzabile in grado di fare rifornimento in orbita e sfruttare le risorse naturali di H2O e CO2 di Marte per fare rifornimento sulla superficie di Marte. Starship, in particolare, sfrutta i veicoli cisterna (in pratica la navicella spaziale meno i finestrini) per riempire la navicella spaziale Starship all’interno dell’orbita terrestre bassa prima di partire per Marte.
L’astronave entrerà nell’atmosfera di Marte a 7,5 chilometri al secondo, per poi dare vita ad una decelerazione aerodinamica. Lo scudo termico del veicolo è a sua volta stato progettato al fine di riuscire a resistere a più ingressi, ma in considerazione del grande calore dell’atmosfera di Marte è lecito attendersi qualche conseguenza sulla sua superficie esterna, un fenomeno il quale dovrebbe essere simile all’usura di una pastiglia dei freni.
Una volta avvenuto l’atterraggio, il primo problema sarà naturalmente quello di provvedere ai rifornimenti, che dovranno utilizzare esclusivamente risorse locali. I coloni saranno a loro volta ospitati all’interno di grotte artificiali scavate nella superficie marziana necessarie per metterli al riparo dai bombardamenti delle radiazioni ionizzanti, mentre i satelliti di Starlink saranno chiamati a svolgere un’altra funzione fondamentale, quella di assicurare le comunicazioni tra i coloni e la Terra.
Considerato come il piano relativo al viaggio e alla conduzione delle colonie su Marte sia così avanzato e l’approssimarsi del 2024, la data in cui dovrebbe avvenire il primo lancio, con l’arrivo sul pianeta che dovrebbe avvenire entro i successivi sei mesi, non sembra eccessivo pensare che entro non molto tempo possa arrivare anche il lancio di Red Planet Inu o, comunque, del token destinato ad alimentare l’economia marziana.
Leggi anche: Elon Musk vuole fornire Starlink all’Iran (ma non è così semplice)
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