SWIFT (Society for WorldWide Interbank Financial Telecommunication) ha annunciato di aver finalmente risolto il problema che aveva sin qui impedito alle Central Bank Digital Currency (CBDC) di poter utilizzare l’infrastruttura per le transazioni in valuta virtuale. Si tratta di un annuncio di non poco conto, anche perché supportato da una vera e propria autocandidatura. SWIFT, infatti, si propone senza mezzi termini come strumento in grado di orchestrare le comunicazioni tra le reti bancarie esistenti.

L’annuncio è arrivato al termine di 8 mesi di lavori, nel corso dei quali sono state effettuate prove di pagamento coronate da un successo tale da spingere la società ad affermare di avere risolto il problema relativo all’interoperabilità tra le varie reti. Gli esperimenti effettuati hanno coinvolto le banche centrali di Francia e Germania, oltre a istituti privati come HSBC, NatWest, Standard Chartered, UBS e Wells Fargo. Al termine degli stessi SWIFT ha affermato di aver effettuato transazioni tra diverse reti blockchain, utilizzando sia CBDC che valute legali.

Si tratta di un annuncio molto importante, in effetti, reso tale dal fatto che sono sempre di più le banche centrali le quali intendono affidarsi ad una criptovaluta da esse controllata. Se c’è grande attesa per il debutto dello yuan digitale, sono già più di novanta i Paesi di ogni parte del globo che stanno portano avanti i loro progetti in tal senso. Una platea la quale ha necessità di poter interagire su una sola infrastruttura. SWIFT spera naturalmente di essere scelta  per poter fare da gateway per le operazioni di pagamento transfrontaliere concernenti le CBDC e con questo annuncio ha lanciato con decisione la propria candidatura.

Cos’è lo SWIFT

Il sistema di pagamenti SWIFT è una piattaforma di comunicazione considerata alla stregua di un’evoluzione del telegrafo e del Telex. La codifica formalizzata nel 1977  ha reso possibile una semplificazione delle operazioni di pagamento all’estero sino ad allora rallentate dalla necessità di descrivere le operazioni compiute. Si incarica quindi di consentire il pagamento diretto anche nel caso in cui creditore e debitore non sono facciano riferimento alla stessa banca e il pagamento avvenga tra Paesi diversi.

Il codice introdotto con lo SWIFT si chiama BIC, ovvero Bank Identifier Code (codice identificativo della banca) e permette di capire gli istituti di credito coinvolti nell’operazione mediante una serie di caratteri. Composto da un numero di caratteri compreso tra 8 e 11, fornisce le seguenti informazioni:

  • il Paese di provenienza o destinazione;
  • il luogo in cui è posizionata la filiale da cui sta per partire o a cui sta arrivando il pagamento;
  • l’identificativo della filiale specifica della città, ove ce ne sia più di una dello stesso istituto bancario.

SWIFT potrebbe essere l’ennesima vittima della guerra in Ucraina

L’annuncio di SWIFT, società belga che ha legato il suo nome alla messaggistica finanziaria, cade in un momento molto particolare. Dopo lo scoppio della guerra tra Ucraina e Russia, infatti, l’azienda ha deciso di escludere la maggior parte delle banche russe dal proprio sistema, come del resto richiesto da Stati Uniti e Paesi alleati. Da quel momento, però, il governo di Mosca ha iniziato a guardarsi intorno alla ricerca di metodi alternativi per le proprie operazioni.

La ricerca della Russia ha presto trovato uno sbocco in Cina, ove è già entrato in vigore da tempo un sistema che mira apertamente a porsi in concorrenza allo SWIFT, ovvero il CIPS (Cross-Border Interbank Payment System). Si tratta di un sistema di pagamento messo in campo nel 2015 dalla Popular Bank of China (PBoC) al fine di offrire servizi di compensazione e regolamento. Il suo scopo dichiarato è quello di agevolare le transazioni con entità cinesi direttamente in yuan da parte delle aziende bancarie interessate, ma quello meno sbandierato è invece di promuovere l’internazionalizzazione dello yuan.

Il CIPS è al momento utilizzato da non meno di 1280 enti finanziari operanti in 103 paesi e se le sue dimensioni sono ancora abbastanza limitate occorre anche tenere conto del fatto che lo SWIFT è nato nel 1973. Con l’inasprirsi delle tensioni tra Stati Uniti e alleati da una parte e Russia e Cina dall’altra, il sistema potrebbe rivelarsi un polo di attrazione formidabile per tutti coloro che intendono smarcarsi dall’ingombrante tutela di Washington.

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