Amazon ha varato un accordo coi sindacati per aumentare gli stipendi all’interno dei suoi siti produttivi italiani. In base all’accordo conseguito, il personale operativo e amministrativo, gli addetti alle operazioni di magazzino, sia dipendente sia in somministrazione, e quello oggetto di assunzione a tempo determinato e indeterminato, potrà contare su un incremento del 2% della retribuzione base a partire dal mese di ottobre. In aumento anche il ticket per i buoni pasto, che a partire dal prossimo gennaio passerà da 5 euro a 7 euro.

Infine è stato messo in campo un bonus extra pari a 500 euro, il quale potrà essere utilizzato sotto forma di buoni spesa da riscuotere e utilizzare entro il 31 dicembre del 2022 per ognuno dei lavoratori a tempo indeterminato, con cifre rimodulate sino ad un massimo di 500 euro anche per i lavoratori somministrati, a patto che siano in forza almeno dal 15 ottobre di quest’anno.

Nel presentare l’accordo conseguito, Amazon ha messo in rilievo l’apprezzamento verso il grande lavoro svolto dai dipendenti lungo tutto l’anno, sottolineando al contempo come le retribuzioni offerte siano competitive sul mercato. Per effetto dell’accordo conseguito l’azienda ha portato la retribuzione d’ingresso per i propri dipendenti della logistica a 1.713 euro lordi al mese. Per quanto riguarda questo ambito, l’aumento rispetto al 2018 è nell’ordine del 19%, attestandosi al tempo stesso ad un livello superiore dell’8% rispetto a quanto previsto dal 5° livello del contratto collettivo nazionale di lavoro Logistica, Trasporto Merci e Spedizioni.

La nota della multinazionale, che vanta al momento circa 14mila addetti nei siti produttivi dislocati lungo il territorio peninsulare, ha inoltre annunciato la creazione di altri 3.000 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato, tesi a conseguire entro la fine del 2022 la soglia dei 17mila lavoratori sotto contratto.

La reazione dei sindacati all’accordo con Amazon

L’accordo che è stato siglato con Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, insieme a Nidil Cgil, Uiltemp, Felsa Cisl e Filcams, Fisascat, Uiltucs e Ugl terziario, cui ha partecipato anche la RSU eletta a Castel San Giovanni (Piacenza), rappresenta in pratica il logico sbocco degli impegni che Amazon aveva assunto all’interno del Protocollo di relazioni industriali che era stato siglato presso il Ministero del Lavoro il 15 settembre del 2021, oltre che a quanto inserito all’interno del verbale d’incontro del passato 28 giugno, in cui si faceva espresso riferimento alla valorizzazione economica collettiva.

La reazione dei sindacati è stata espressa in una nota unitaria firmata da Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Ugl Terziario, in cui le organizzazione che hanno firmato l’accordo esprimono soddisfazione per il risultato raggiunto, spiegando al contempo come l’accordo vada a rientrare in un percorso negoziale che era stato avviato con Amazon e destinato ora a proseguire al fine di dare vita ad un ulteriore miglioramento in termini di organizzazione e condizioni di lavoro.

Proprio ai lavoratori di Castel San Giovanni è stato dedicato l’apprezzamento per la determinazione ed il coraggio dimostrato nel corso della vertenza. Unici in Italia ad essere inquadrati con il CCNL del Commercio (mentre gli altri godono di quello relativo a trasporti e logistica), nel mese di giugno avevano deciso di ribadire lo stato di agitazione proclamato in precedenza bollando come insufficienti le offerte aziendali. Inoltre avevano rivendicato la necessità di partecipare alla trattativa con i propri rappresentanti, contrastando il tentativo dell’azienda di dare vita ad un accordo senza la partecipazione dei diretti interessati.

Da sottolineare anche il fatto che la trattativa tra le parti non si conclude con l’accordo conseguito. Come spiegato all’interno della stessa nota, infatti, è anche stata stabilita la necessità di conseguire risultati relativi all’organizzazione del lavoro. Un tema il quale è ormai da tempo stato segnalato all’opinione pubblica e che aveva trovato parziale accoglimento in un accordo firmato nel 2018, ma arenatosi proprio nel corso dell’ultimo anno.

Infine, resta in sospeso la richiesta di dare vita ad una trattativa per il varo di un contratto di secondo livello cui affidare il compito non solo di dare continuità ai miglioramenti conseguiti a livello di retribuzioni, ma anche “calare nello specifico di Amazon aspetti contrattuali generali”. In questo caso l’appuntamento è per l’inizio del 2023.

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