Dopo l’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk, sempre più utenti del social stanno cercando un’alternativa.

Un potenziale candidato sembra essere Mastodon, piattaforma di mocroblogging libera fondata nel 2016 che non viene gestita da una singola azienda o persona, ma da chiunque voglia contribuire alla sua crescita. Mastodon non si basa su un sistema centralizzato, ma su una cosiddetta federazione di social network chiamati istanze che possono comunicare tra loro.

Questo aspetto è subito chiaro già al momento dell’iscrizione, poiché è necessario aderire a uno dei tanti social network disponibili che possono essere filtrati geograficamente o in base ai propri interessi.

La scelta del social non preclude la possibilità di comunicare con gli utenti iscritti negli altri, ma indica solo il punto di partenza, tuttavia questo fattore potrebbe non essere subito chiaro per chi si approccia a Mastodon.

Una volta scelto il social di partenza, ad esempio quello italiano mastodon.uno, viene mostrato un modulo da compilare per scegliere un nome utente, indicare un indirizzo email e una password.

Il nome utente su Mastodon contiene anche l’istanza di provenienza, pertanto in questo caso sarebbe @nomeutente@mastodon.uno

Per il resto sono molte le similitudini con Twitter: i tweet si chiamano toot e i post pubblicati su Mastodon possono essere condivisi, nonché menzionati e ricevere i “mi piace”.

Ci sono anche gli hashtag e i filtri per seguire gli aggiornamenti provenienti solo dal social network al quale ci si è iscritti o da tutta la federazione, tuttavia ogni social network può adottare proprie regole praticamente su tutto, quindi anche gli stessi termini possono cambiare da un’istanza a un’altra.

Mastodon è una federazione di social network

Essendo un sistema distribuito, nessuno può veramente controllare tutto Mastodon, in quanto una persona o un’azienda può mantenere il controllo su uno o più server, ma non potrà mai farlo su tutti, inoltre chiunque può aggiungerne uno nuovo alla piattaforma.

Il sistema può essere più debole per quanto riguarda la moderazione dei contenuti. Pur essendo previsti sistemi per la segnalazione dei contenuti inappropriati e la possibilità per i gestori dei singoli social network di intervenire, non essendoci regole uguali per tutte le istanze, le relative politiche di moderazione possono variare molto da una all’altra.

La natura libera di Mastodon rende inoltre difficile limitare i profili fasulli, poiché anche in questo caso le regole all’interno della federazione non sono chiarissime.

Il sistema distribuito rende tuttavia meno probabile che Mastodon diventi completamente inutilizzabile ad esempio a causa di un grave problema tecnico, ma possono esserci rallentamenti del servizio se i server attivi diventano insufficienti.

Va inoltre tenuto in considerazione che se il soggetto che gestisce un server decide per qualche motivo di abbandonare il progetto e di portarlo offline, la persona che si era iscritta attraverso quel server perde la propria utenza e non ha possibilità di recuperarla.

Al momento non esistono particolari vincoli per limitare questa eventualità, tuttavia Mastodon invita i vari gestori dei server a fornire almeno tre mesi di preavviso prima della disattivazione.

Anche se ultimamente gli iscritti a Mastodon stanno aumentando, bisognerà vedere se verrà effettivamente utilizzato e se la piattaforma saprà trattenere gli utenti sul lungo periodo.

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