Giornata storica, questa, per l’Italia e ma anche per l’Europa, che ha visto nella mattinata di oggi l’inaugurazione del supercomputer Leonardo. La Commissione Europea l’ha presentato assieme all’EuroHPC, al Ministero italiano dell’Università e della Ricerca e al consorzio CINECA presso il Tecnopolo di Bologna, la sede in cui di qui ai prossimi anni contribuirà a eseguire i più diversi compiti, fondamentali per l’Europa e non soltanto.

Mitigare e gestire i rischi legati a situazioni estreme, contribuire ai progressi nei confronti della sostenibilità ambientale e supportare la ricerca in senso lato sono alcuni degli obiettivi del supercomputer Leonardo, ad oggi il quarto più potente al mondo e il secondo in Europa dopo LUMI. Ma per avere un’idea più concreta di cosa può fare, seguiteci.

Cos’è e che può fare il supercomputer Leonardo

A mo’ di premessa: il supercomputer Leonardo, sviluppato e assemblato in Europa vale all’incirca 240 milioni di euro, la metà investiti dalla Commissione europea e l’altra metà dal Ministero dell’Università e della Ricerca italiano insieme al consorzio CINECA (Austria, Grecia, Ungheria, Slovacchia e Slovenia facenti parte dell’EuroHPC).

Numeri e caratteristiche del supercomputer

Parliamo di un supercomputer capace di eseguire 250 petaFLOPS, cioè più di 250 milioni di miliardi di operazioni al secondo. Lato storage, ci sono due livelli: un fast tier su memoria flash che garantisce una larghezza di banda aggregata di 1,4 TB/s e un capacity tier con spazio d’archiviazione di 110 PB (petabyte) per una larghezza di banda superiore ai 600 GB/s.

Alla base ci sono poi due moduli di elaborazione principali: Booster è dotato di una versione personalizzata delle GPU NVIDIA Ampere, mentre il modulo Data Centric vanta processori Intel Sapphire Rapids. Tali unità di elaborazione sono pensate e ottimizzate per eseguire carichi di lavoro ad alta intensità e per offrire un servizio che funzioni ogni giorno 24 ore su 24 per tutti e 5 anni di vita del supercomputer.

Discorso rete, il supercomputer Leonardo si basa su una topologia Dragonfly+ con interconnessioni NVIDIA HDR 200 GB7s InfiniBand. Numeri alla mano, per far interconnettere l’intera infrastruttura servono oltre 25mila cavi in fibra e 800 switch di rete. Per tenere bassi i consumi e le temperature di un sistema talmente ciclopico integrato grazie alla soluzione BullSequana XH2000 viene usato un sistema di raffreddamento a liquido diretto che circola attraverso 10 km di tubi nelle aree superiori delle schede madri e, secondo quanto dichiarato, permette di estrarre il 95% del calore dissipato nei rack.

Chiudiamo con qualche altro numero che può servire a dare un’idea un po’ più concreta di quanto sia super questo supercomputer Leonardo: ci sono 155 rack di sistema, 4992 nodi di calcolo, 2800 TB di RAM e 6.000 kW in uso. Quasi dimenticavamo, a supporto di tutto questo universo, non mancano i sistemi di intelligenza artificiale a mettere a punto il tutto. Per maggiori dettagli, c’è il sito web dedicato.

A che serve

Nel comunicato stampa dedicato pubblicato in occasione dell’inaugurazione odierna si legge che il supercomputer Leonardo sarà di supporto ad attività di ricerca sul cancro, sui nuovi farmaci e sulla comprensione del funzionamento del cervello umano. Un aiuto prezioso anche per scoprire tecnologie energetiche pulite, per elaborare modelli climatici più precisi ed efficaci, e per monitorare e prevenire in maniera migliore le catastrofi naturali d’ogni genere, comprese le pandemie.

Clima, medicina e prevenzione dunque i tre pilastri e obiettivi d’influenza di un tuttofare sitato presso il Tecnopolo di Bologna e inaugurato oggi davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Oggi è una data storica per l’Emilia-Romagna e il nostro Paese […] Ospitiamo con orgoglio sul nostro territorio questa infrastruttura che sarà al servizio dell’Italia e dell’Europa per competere con i colossi internazionali sul campo del supercalcolo e dei big data: il terreno su cui oggi bisogna essere per vincere le sfide del presente e del futuro. Leonardo sarà una piattaforma al servizio della crescita sostenibile, dell’innovazione e dello sviluppo umano. Vogliamo attirare qui conoscenze, professionalità e talenti, in un ecosistema regionale che vede insieme università, centri di ricerca e sistema produttivo, impegnati su obiettivi condivisi nel Patto per il Lavoro e per il Clima con tutte le parti sociali. Primi fra tutti nuova e buona occupazione, transizione ecologica e digitale, riduzione delle distanze sociali e territoriali ha commentato oggi il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.

Nonostante sia già stato acceso un paio di mesi fa, resta ancora da pazientare ancora un po’ per vedere il supercomputer Leonardo in azione, perché la messa in funzione effettiva è prevista per la fine di marzo del prossimo anno.

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