Le vicende di Terra (LUNA) e FTX non sono state disastrose soltanto per le aziende interessate e per due ex guru dell’innovazione finanziaria come Do Kwon e Sam Bankman-Fried, ma anche per la reputazione dell’intero settore delle criptovalute.

La facilità con cui sono crollate la stablecoin sudcoreana e l’exchange che si proponeva di assumere la guida del settore, ritenuti per molto tempo veri e propri simboli di successo, rischiano infatti di causare una drammatica crisi di credibilità anche a danno delle aziende sane, spingendo molti investitori a restare lontani dal mercato.

Ove ciò accadesse il crypto winter in atto potrebbe prolungarsi in maniera indefinita, aggravando in particolare le difficoltà delle realtà meno attrezzate per resistere nei momenti di tempesta. Proprio per questo motivo, alcune personalità di rilievo, a partire dall’amministratore delegato di Binance Changpeng Zhao, hanno deciso di mettersi in gioco in prima persona.

Binance annuncia l’istituzione dell’Industry Recovery Initiative: di cosa si tratta?

Industry Recovery Initiative: questo è il nome assunto dal fondo messo in campo da Binance per cercare di aiutare le aziende del settore crypto a resistere alle difficoltà del momento. Il fondo, annunciato sul blog aziendale, sarà dotato inizialmente di un miliardo di dollari, che dovrebbero essere raddoppiati in seguito e al momento si sono accodati all’iniziativa Jump Crypto, Polygon Ventures, Aptos Labs, Animoca, GSR, Kronos e Brooker Group.

Sullo stesso blog di Binance si specifica che non si tratta di un fondo d’investimento e che:

  • ognuno dei partecipanti si impegna a mettere da parte il capitale apportato all’iniziativa all’interni di indirizzi pubblici, in maniera tale da garantire il massimo di trasparenza;
  • le aziende partecipanti, compresa Binance, esamineranno le richieste pervenute e prenderanno decisioni in maniera del tutto indipendente;
  • il programma è aperto anche alle aziende che fanno riferimento alla finanza tradizionale, ove siano interessate a partecipare;
  • la durata dovrebbe essere di sei mesi, al termine dei quali le società partecipanti potranno ritirare i fondi apportati al programma non utilizzati.

Già al momento sarebbero oltre 150 le richieste di aiuto pervenute. Ad essere privilegiate saranno quelle che pur denotando grande qualità stanno pagando le difficoltà in cui versa l’intero settore delle criptovalute. In particolare, i progetti premiati saranno quelli che mettono in evidenza:

  1. robuste dosi in termini di innovazione e capacità di creare valore a lungo termine;
  2. un modello di business chiaramente delineato e praticabile,
  3. attenzione particolare alla gestione del rischio.

Lo stesso CZ ha affrontato il tema su Twitter, confermando l’intenzione di Binance di reagire ad un momento particolarmente difficile per l’intero settore. Occorre peraltro ricordare come proprio il più grande exchange globale abbia cercato di mettere una toppa al crac di FTX, rinunciando soltanto di fronte alla pratica impossibilità di evitare il fallimento dell’azienda concorrente senza mettere a repentaglio la propria esistenza e abbia già avanzato una proposta per rilevare le attività di Voyager Digital, dopo il venire meno della precedente offerta della stessa FTX.

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Binance lancia il suo Proof-of-Reserve per Bitcoin

L’attivismo di Binance è dimostrato anche da un’altra iniziativa di non poco conto. L’exchange, infatti, ha appena annunciato il lancio del suo sistema Proof-of-Reserve (PoR), che inizialmente riguarderà Bitcoin, per poi essere esteso nell’arco di un paio di settimane ad altri token, a partire da Ethereum.

Anche in questo caso l’annuncio ha avuto luogo su Twitter e va considerato un notevole contributo alla ripresa di credibilità del settore, affondato anche dalla mancanza di trasparenza che per troppo tempo lo ha caratterizzato, con esiti disastrosi per gli investitori. Una lacuna che deve assolutamente essere colmata per riannodare un filo con un’opinione pubblica turbata per la lunga sequenza di crolli degli ultimi mesi.

L’importanza dell’iniziativa è stata spiegata proprio dall’azienda, in questo termini: “When we say Proof-of-Reserve, we are specifically referring to those assets that we hold in custody for users. This means that we are showing evidence and proof that Binance has funds that cover all of our users assets 1:1, as well as some reserves.”

Tradotto in italiano, l’exchange sta producendo le prove di avere disponibilità in grado di coprire tutti i fondi dei suoi utenti, oltre a risorse aggiuntive. La prova fondamentale è contenuta in un’istantanea dei saldi dei conti e delle proprie riserve di Bitcoin relativa alle 23:59 del 22 novembre 2022. L’exchange afferma quindi di avere 582.485 BTC nelle sue riserve, mentre i suoi utenti hanno un saldo netto di 575.742 BTC, conferendo a Binance un coefficiente di riserva pari al 101%.

Occorre poi aggiungere come anche gli utenti siano in grado di verificare la sicurezza delle proprie partecipazioni personali, per ora in Bitcoin, sulla piattaforma di trading grazie ad un collegamento fornito allo scopo oppure confrontandolo con il Merkle Tree di Binance, uno strumento crittografico il quale riesce a contenere grandi quantità di dati in un singolo hash.

In pratica, una volta che sarà stato effettuato effettuato l’accesso all’exchange, ogni utente può utilizzare la seguente procedura:

  • fare clic su “portafoglio”;
  • ripetere la stessa operazione con “audit”, in modo da generare un ID record univoco al quale spetta il compito di confermare che le risorse in questione sono coperte, confermando inoltre il saldo delle risorse degli utenti al momento della verifica.

L’exchange ha anche affermato la sua intenzione di coinvolgere revisori di terze parti al fine di verificare il suo sistema PoR. L’intento alla base di questa iniziativa è quindi abbastanza chiaro e comprensibile, ovvero cercare di riprendersi sul campo quella credibilità andata compromessa con gli ultimi eventi.

Una crisi di credibilità che comporta risposte adeguate

Resta da capire se ciò basterà a un gran numero di investitori rimasti scioccati anche dalle notizie che stanno uscendo sul comportamento al minimo disinvolto di Bankman-Fried, sul quale stanno del resto indagando magistratura e enti di sorveglianza dei mercati finanziari. L’impressione, al momento, è che ci vorrà ben altro per una vera svolta.

Una svolta la quale, paradossalmente, potrebbe arrivare proprio da quella politica più volte accusata dagli esegeti dell’innovazione finanziaria di voler contrastare le criptovalute per preservare rendite di posizione. Proprio l’arrivo di nuove leggi in grado di dare vita ad un quadro di garanzie potrebbe in effetti spingere molti trader a riconsiderare la situazione e tornare a investire in asset digitali che, al momento, sono oggetto di un sentimento di avversione molto esteso.

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