Negli scorsi giorni, nel trambusto legato al nuovo Twitter di Elon Musk si è parlato in varie occasioni di moderazione dei contenuti, un problema che l’Europa stessa ha portato agli onori della cronaca, avvisando social e amministrazione ad adattarsi alle norme che entreranno in vigore il prossimo anno col Digital Services Act, a pena di multe e perfino divieti.
All’indomani del ritorno di Donald Trump, ma anche di diversi account promotori di disinformazione legata a varie tematiche, COVID-19 comprese, di account neonazisti e, via dicendo, la moderazione è un aspetto cruciale per un social come Twitter. Un aspetto che, secondo quanto emerso, sta tornando sulla piattaforma, seppur in modalità differenti, considerando che Elon Musk si dice intenzionato a puntare sulla moderazione dei contenuti automatizzata, cioè non più affidata (esclusivamente) a revisori umani, bensì basata su determinati algoritmi e sistemi.
Il nuovo sistema di moderazione di Twitter
A riportare la notizia è stata l’agenzia di stampa Reuters, secondo cui il Twitter di Elon Musk si sta appoggiando in maniera netta a un sistema di automazione per moderare i contenuti. La prima conseguenza di ciò è una messa da parte dei revisori manuali che fornivano supporto quotidiano alla questione evitando di riflesso l’esclusione a priori di determinati discorsi, che potrebbe ora penalizzare il processo revisionale intero.
Ella Irwin, la vice presidente del reparto Trust and Safety Product di Twitter, ha dichiarato al riguardo che continueremo a mettere a tacere le offese e le discriminazioni (dicasi hate speech, ndr). Ai microfoni di Reuters quest’ultima ha parlato di come Twitter possa ora limitare in maniera più efficace ed aggressiva gli hashtag e i risultati di ricerca relativi ad abusi in aree che includono lo sfruttamento dei minori, comprendendo inoltre la rimozione automatica dei tweet segnalati da figure attendibili (a seguito di un track record dedicato). Sarebbero già 44.000 gli account rimossi e coinvolti in violazioni relative alla sicurezza dei minori, grazie anche al supporto degli informatici del gruppo Ghost Data.
Su questa stessa posizione si possono leggere le parole di Musk pronunciate in occasione dell’incontro di venerdì scorso con Emmanuel Macron, il quale ha promesso un significativo rafforzamento della moderazione dei contenuti e della protezione della libertà di parola.
Il ritorno su Twitter della pubblicità di Apple
L’altra novità, altrettanto importante, più che altro per il sostentamento dello stesso social, è il ritorno degli annunci pubblicitari su Twitter. A una settimana circa dalla velata diatriba fra Elon Musk e Apple, la Casa di Cupertino ha ripristinato la sua pubblicità, che per Twitter è di fatto vitale (si dice sia la fonte più grossa di guadagno per il social, in termini pubblicitari). A riportare la notizia del ritorno di Apple è stato Bloomberg, decisione che arriverebbe in seguito a una conversazione di Musk su Twitter Spaces tenutasi sabato scorso.
Sventata dunque una grossa minaccia al mantenimento del social, che dall’acquisizione di Twitter è stata lasciata da diversi inserzionisti di peso quali Pfizer Inc., General Mills Inc. e altri. La stessa Amazon aveva messo in pausa alcune campagne pubblicitarie su Twitter, pur dichiarando attraverso un portavoce di avere intenzione di aumentare la spesa pubblicitaria annuale.
Problemi di gioventù pronosticabili, questi, che con buona probabilità finiranno per spegnersi non appena questo primo periodo infuocato del Twitter di Musk riprenderà il suo normale e più moderato corso.
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