Meno di un mese fa la notizia che Apple si sarebbe fatta i chip in casa, in due fabbriche da costruire in Arizona. E oggi arriva la convalida ufficiale dallo stesso CEO Tim Cook, che in occasione di un evento ha confermato il tutto.
Si tratta di un passo importante per la Mela per tanti motivi, in primis legati alla diversificazione in atto che ha l’obiettivo di slegare l’azienda il più possibile dalle dipendenze cinesi, che di recente hanno dato parecchi problemi ad Apple.
I chip di Apple saranno Made in America
E ora, grazie al duro lavoro di così tante persone, questi chip possono essere orgogliosamente firmati Made in America. Questo è un momento importantissimo.
Si è espresso con queste parole il CEO di Apple Tim Cook in occasione di un evento tenutosi l’altro ieri in Arizona, sede della fabbrica di chip che sarà gestita da TSMC, già produttrice di processori per iPhone, iPad e Mac.
Ma se finora le fabbriche in questione sorgevano tutte oltreoceano, ora si comincia a guardare anche fuori dalla Cina, che proprio di recente, a causa delle severe politiche di contrasto al COVID-19 ha minato su vari fronti la produzione di varie aziende occidentali, Apple compresa. Basti pensare ad esempio alla situazione di Foxconn e legata soprattutto alla produzione di iPhone 14 Pro e 14 Pro Max, che dopo un novembre particolarmente difficile, soltanto ora comincia a vedere la luce in fondo al tunnel, purtroppo per la Mela e per gli utenti che debbono far fronte a tempi di consegna più lunghi del previsto.
E il via libera annunciato da Tim Cook è un passo che, assieme ad altri già annunciati che riguardano iPhone, ma anche Mac, AirPods e anche gli iPad, è decisamente cruciale e apre a un’alternativa risolutiva per evitare il ripetersi di situazioni che Apple, per ovvi motivi, non può controllare.
Apple ha dovuto acquistare tutti i chip avanzati dall’estero; ora potranno portare in casa una parte maggiore della loro catena di approvvigionamento. Potrebbe essere un punto di svolta ha dichiarato il Presidente Joe Biden, intervenuto nella medesima occasione martedì scorso.
D’altronde, il supporto dell’attuale Governo statunitense a una mossa del genere era palese già dalla firma a inizio anno del Chips and Science Act, che include miliardi di dollari di incentivi per le aziende che puntano sulla produzione di chip sul suolo statunitense.
E proprio per questo le stesse fabbriche dell’Arizona saranno in parte sovvenzionata dal Governo, per una spesa complessiva che TSMC ha stimato ammontare a 40 miliardi di dollari. Il primo impianto, quello di Phoenix, si stima entri in funzione nel 2024, mentre l’altro dovrebbe aprire i battenti due anni più tardi.
Quando entreranno entrambi a regime, la produzione sarà sull’ordine dei 600.000 wafer (la base dei semiconduttori su cui vengono costruiti i circuiti) all’anno, il che sarebbe sufficiente a soddisfare completamente la domanda annuale degli Stati Uniti.
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