Il 2023 si prospetta un anno ricco di sorprese e decisioni controverse per Apple: in particolar modo, la divisone Mac si appresta a vivere alcuni stravolgimenti imprevisti nonché l’introduzione di prodotti che potrebbero dover osare di più per soddisfare le aspettative di appassionati e investitori. Dopo avervi parlato dei piani dell’azienda per un MacBook Air con schermo OLED e un modello con schermo da 15 pollici, ecco che giungono nuove voci di corridoio riguardanti il prossimo Mac Pro e nuovi monitor con Apple Silicon.

Il colosso di Cupertino, peraltro, è in ritardo per quanto concerne lo switch completo ai propri processori su tutta la gamma di computer per il quale si era imposta, nel 2020, un ruolino di marcia di 2 anni. Tale passaggio non è avvenuto in toto poiché esistono ancora modelli di Mac con a bordo dei processori Intel: la versione top di gamma del Mac mini e, soprattutto, il Mac Pro sono ancora fermi all’era pre-Apple Silicon.

Il Mac Pro, in particolar modo, è protagonista dell’ultima edizione della newsletter Power On del solito e affidabile Mark Gurman di Bloomberg il quale sostiene che Apple abbia modificato ancora una volta i piani riguardanti il cuore pulsante del Mac Pro cancellandone la variante più potente. Facciamo chiarezza.

Il Mac Pro con Apple Silicon potrebbe essere meno potente del previsto

La strategia originaria del produttore puntava a rilasciare il Mac Pro in due configurazioni appartenenti alla seconda generazione di processori Apple Silicon: una variante con processore M2 Ultra a bordo e una con doppio chip M2 Ultra, denominata da Gurman “M2 Extreme”.

Il chip M2 Ultra, sostiene Gurman, dovrebbe vantare specifiche di altissimo livello: una CPU da 24 core, GPU da 76 core e la possibilità di suggellare il tutto con una RAM da 192 Giga.

Ebbene, per via della propria composizione, il chip M2 Extreme avrebbe dovuto raddoppiare tali caratteristiche tecniche con CPU da 48 core, GPU da 152 core e 256 GB di memoria RAM unificata.

Come anticipato, pare che il produttore abbia cancellato i piani per la realizzazione di questa soluzione con il rischio concreto di deludere gli utenti più esigenti per quanto concerne la pura potenza i quali potrebbero fallire nel giustificare l’upgrade al Mac Pro di seconda generazione. Infatti, la variante con singolo chip M2 Ultra può contare “solo” su 192 GB di RAM contro gli 1,5 Terabyte dell’attuale Mac Pro (2019) la cui configurazione più performante può teoricamente arrivare fino a quattro schede grafiche.

Gurman specifica che per mitigare questa carenza “il Mac Pro dovrebbe fare affidamento su un chip M2 Ultra di nuova generazione mantenendo una delle sue caratteristiche distintive: facile espandibilità di memoria aggiuntiva, spazio di archiviazione e altri componenti interni.”

Le motivazioni di questa decisione sono da ricercare sia nella complessità di realizzazione che nei costi di produzione di un processore del genere il quale, in sostanza, consiste di quattro chip M2 Max fusi insieme. In aggiunta, alleggerirebbe il carico di lavoro del produttore di semiconduttori taiwanese TSMC (Taiwan Semiconductor Manufacturing Co.) che potrebbe così dedicarsi maggiormente ai chip destinati ai prodotti più richiesti del brand.

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Spunta il Pro Display XDR di nuova generazione

Le novità per quanto riguardano i prodotti con Apple Silicon continuano con i piani dell’azienda di potenziare ed espandere la propria lineup di monitor esterni con processore proprietario.

Nella stessa edizione della newsletter, Gurman afferma che Apple abbia in cantieri diversi modelli di monitor esterni, tra cui il Pro Display XDR di nuova generazione che il brand ha intenzione di affiancare al suddetto Mac Pro. Nel 2019 i due prodotti sono stati introdotti contemporaneamente per via della loro natura complementare ma, questa volta, la vicenda potrebbe svilupparsi diversamente: “È possibile, tuttavia, che il prossimo display di fascia alta dell’azienda venga lanciato dopo il Mac Pro, poiché il computer si trova in una fase più avanzata dello sviluppo rispetto al monitor”.

Per quanto concerne le specifiche tecniche, si vocifera che il prossimo Pro Display XDR dovrebbe sfoggiare una risoluzione 7K con una densità di 245 PPI contro i 6K e 218 PPI del modello attualmente in commercio. Inoltre, il display dovrebbe poter contare su un chip Apple Silicon, a differenza del modello lanciato nel 2019, il che renderebbe il monitor più indipendente consentendo di “fare meno affidamento sulle risorse del computer a cui è collegato”, spiega Gurman.

Non sono emersi ulteriori dettagli riguardo gli altri modelli di monitor esterni del brand se non il loro posizionamento in una fascia inferiore della categoria seguendo le orme dello Studio Display.

Apple si appresta a vivere un anno cruciale in cui capiremo molto delle strategie del brand per la propria divisione Mac e più in generale Apple Silicon; solo il tempo potrà dirci se alcune tra le decisioni più enigmatiche dell’azienda si riveleranno vincenti.

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