Il Governo inglese sembrava non lasciare spazio ad alcun dubbio mettendo nero su bianco nessuna tolleranza verso coloro che condividono le password di Netflix e Disney+.
In tal senso, il Governo ha voluto aggiornare le sue linee guida sulla pirateria e ha inserito, tra le pratiche punibili, anche la condivisione delle password degli account streaming. Ma a distanza di qualche ora, ha cancellato tutto.
Il governo inglese contro chi condivide le password degli account streaming, poi ci ripensa
Nonostante vi siano servizi di streaming, come Netflix, che sono in grado di tollerare le condivisione delle password, nonostante nei termini di servizio ci sia scritto che si tratti di una pratica non consentita, per altri pare che funzioni diversamente.
Nello specifico, alcuni hanno cercato di trovare una soluzione a questo dilemma, creando degli account famiglia ideati proprio per coloro che non hanno intenzione di pagare due o tre volte lo stesso abbonamento, restando in alcuni limiti.
Purtroppo, per il governo inglese non funziona in questo modo; anzi, sulla condivisione delle password sembra avere una sua idea che risulta essere piuttosto impopolare e, soprattutto, contestata.
Difatti, proprio nel corso delle ultime ore, sarebbero emerse le nuove linee guida diramate dal dipartimento per la proprietà intellettuale che farebbero riferimento alla pirateria e che includerebbero un intero paragrafo relativo alla condivisione delle password per gli account streaming video. Tra le piattaforme streaming il riferimento è diretto dunque a nomi quali Disney+, Netflix e Amazon Prime Video.
Stando, dunque, alle direttive dianzi menzionate, sembra che se un amico o un parente usufruisca dell’account di un parente (o anche un conoscente / amico) stia commettendo una violazione della legge sul diritto d’autore, dunque, sarebbe come se stesse guardando un film o una serie TV scaricata illegalmente dal web.
E se pensavate che fosse finita qui, vi sbagliavate di grosso. Difatti, sempre secondo le medesime norme (poi eliminate), una persona che sfrutta la condivisione della password potrebbe anche essere perseguita penalmente per frode perché nel Regno Unito sono molto più rigidi che in altri Paesi nel definire un comportamento che è fraudolento e quindi perseguibile.
Ma come anticipato il dietrofront preannunciato non è tardato ad arrivare. Scomparsi gli accenni alla condivisione delle password nel documento in questione della Intellectual Property Office. Ecco un prima e dopo.
Possiamo ipotizzare si tratti di un errore, che tuttavia indica una strada che il governo potrebbe intraprendere, per far fronte a una pratica piuttosto diffusa e dura a morire, anche da noi.
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