Negli ultimi giorni si fa un gran parlare di SPID e di CIE (Carta d’Identità Elettronica), dopo la proposta del Ministro Butti di dismettere il Sistema Pubblico di Identità Digitale e le conseguenti rimostranze del Ministro Zangrillo, proprio quest’ultimo ha ricordato la possibile futura realizzazione di un wallet digitale europeo; di cosa si tratta?
Wallet digitale europeo, cos’è e come potrebbe funzionare una volta realizzato
L’argomento in realtà non è nuovo, in Europa se ne parla già da un po’, con posizioni contrastanti su vari aspetti concernenti la sua realizzazione; il wallet digitale europeo altro non è se non un sistema comune di identità digitale, il cui lancio è attualmente stimato per il 2024.
L’obbiettivo della Commissione Europea è quello di fornire ad ogni cittadino comunitario uno strumento nel quale poter archiviare in sicurezza informazioni e documenti personali (ad esempio documenti d’identità, patenti, tessere sanitarie, titoli di studio, dati medici ecc) al fine di snellire l’iterazione con i servizi di uffici pubblici e imprese, in modo che all’occorrenza qualsiasi informazione o documento necessario possa essere facilmente condiviso in maniera rapida e digitale, salvaguardando la privacy degli utenti, che potranno decidere quali informazioni condividere e con chi.
Inoltre è in progetto una sperimentazione, inizialmente riservata a Danimarca, Lettonia, Islanda, Germania e Norvegia, grazie alla quale in futuro il wallet digitale europeo potrebbe essere utilizzato anche per i pagamenti, sfruttando “l’infrastruttura di pagamento esistente per consentire l’emissione di pagamenti, pagamenti istantanei, trasferimenti da conto a conto e accettazione di pagamenti sia in negozio che online”. Per fare ciò ovviamente, verranno attivate anche partnership con diverse realtà del settore bancario quali DSGV in Germania, DNB e BankID in Norvegia, Nets in Danimarca, Intesa Sanpaolo, PagoPA e ABILab in Italia e Greiðsluveitan in Islanda.
Considerando la stima di lancio del servizio nel 2024, c’è ancora molto lavoro da fare, attualmente infatti tutto è semplicemente in fase di discussione e restano ancora da affrontare alcuni tra gli ostacoli più rilevanti: gli standard e le specifiche tecniche dell’app (perché di questo in sostanza si tratterà, di un’applicazione) sono ancora tutti da definire, andranno individuate le aziende con le quali realizzare i portafogli digitali e servirà una revisione del regolamento Eidas per l’identificazione elettronica dei cittadini.
Insomma le premesse per realizzare qualcosa di buono, in teoria, in grado di snellire la burocrazia e facilitare la vita dei cittadini ci sono, tutto poi dipenderà da come effettivamente verrà realizzato ed implementato il wallet digitale europeo e da come eventualmente si integrerà con i sistemi che attualmente utilizziamo, ma per questo ci vorrà ancora del tempo.
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