Sarà l’Italia a trainare il mercato dei Non Fungible Token (NFT), nel futuro? Si tratta di una domanda del tutto lecita, considerato come notoriamente il Belpaese rappresenti una vera e propria miniera culturale, grazie ad una infinita serie di reperti storici, artistici e architettonici, tale da non temere confronti a livello mondiale.
Se sembrano esagerate alcune stime che danno tra il 60 e il 75% il dato relativo alla presenza lungo il territorio peninsulare di tutti i beni artistici esistenti a livello mondiale, è comunque indubbio che l’Italia vanti un patrimonio culturale senza eguali. Reso tale dall’apporto di opere che partono dalla preistoria e arrivano ai nostri giorni e riconosciuto dal “Best Countries 2017” di US news & world report, che la colloca al primo posto per influenza ed eredità culturale.
A confermare questa supremazia, arriva ora anche Research and Market, con una serie di dati relativi al mercato degli NFT i quali sembrano aprire notevoli prospettive per uno sfruttamento digitale di un patrimonio che troppo spesso viene messo in disparte nella vita reale, anche a causa di impedimenti burocratici.
Indice:
La ricerca di Research and Market su NFT e Italia
In base ai dati contenuti nel “Databook Italy NFT Market Intelligence and Future Growth Dynamics” di Research and Market, l’industria NFT dovrebbe crescere nel nostro Paese del 47,6% su base annua, attestandosi quindi a quota 671,4 milioni di dollari nel 2022.
Una tendenza la quale dovrebbe comunque proseguire a ritmi molto elevati lungo tutto il periodo che ci separa dal 2028, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) pari al 34,6%. Il valore di spesa per gli NFT all’interno dei confini nazionali lieviterà di conseguenza da 671,4 milioni di dollari di quest’anno sino ai a 3633,5 milioni che coroneranno il 2028.
I dati in questione spingono gli analisti di Research and Market ad affermare che l’emergere di token non fungibili in Italia è ormai da considerare mainstream, interessando molti giovani artisti digitali tricolori i quali sono ormai soliti scambiare le loro opere online con Ethereum. Un trend dimostrato anche dalla prima asta di crypto art nel nostro Paese, avvenuta nel luglio del 2021 su impulso di Cambi Auction House.
La collezione intitolata Dystopian Visions, curata dal direttore e co-fondatore del Museum of Contemporary Digital Art (MoCDA), ha visto artisti italiani vendere le loro opere d’arte in formato digitale, dando un preciso segnale: gli NFT sono non solo presenti in Italia, ma anche destinati a trovare una residenza duratura. Gli artisti contemporanei hanno a loro volta compreso che sfruttare le opere create sotto formato digitale non solo li aiuterà a creare arte viva e a connettersi con una platea estremamente composita, ma anche a generare reddito.
Pioniera nella generazione di artisti NFT, l’Italia ha assistito a una larga adozione della crypto art digitale e degli NFT, ricavandosi quindi la nomea di leader nella “crypto art Renaissance”. Senza contare il fatto che proprio il Belpaese ha cinto la terza posizione a livello globale per quanto concerne le vendite lorde totali nel principale mercato NFT TremendousRare.
L’aspettativa per il futuro è che un numero sempre maggiore di artisti italiani decidano di rivolgere la propria attenzione a questo particolare mercato, immettendovi opere innovative nel lungo periodo, conquistandone la leadership e, soprattutto, collezionando entrate le quali promettono di assumere un notevole rilievo.
Case di moda Made in Italy e NFT
Tra i soggetti che hanno intuito per tempo l’importanza di dedicarsi agli NFT ci sono anche le case di moda italiane. Soprattutto quelle che fanno riferimento al lusso hanno infatti già da tempo deciso di dare luogo a collaborazioni con piattaforme di settore nel preciso intento di lanciare i propri token non fungibili. Abbigliamento, scarpe, gioielli, accessori e altri prodotti trovano grande apprezzamento da parte di collezionisti e appassionati, come dimostrano, ad esempio, il grande successo del lancio avvenuto nel settembre del 2021 da parte di Dolce & Gabbana di “Collezione Genesi”, sul mercato UNXD.
Raffiguranti illustrazioni e arte digitale dei capi della celebre maison, questi NFT possono essere indossati in un ipotetico Metaverso, per la gioia dei tanti fan del duo. Coniati sulla blockchain Ethereum di livello 1, sono stati messi all’asta nella rete Polygon e hanno visto l’esemplare “The Doge Crown” ottenere una valutazione di circa 1,3 milioni di dollari. Di grande rilievo anche il prezzo di vendita di “The Glass Suit”, quasi 1 milione di dollari, mentre ogni versione di “Dress from a Dream” ha incassato più di 500mila dollari.
Ancora Dolce & Gabbana hanno poi provveduto a sfruttare il filone creato collaborando nel passato mese di aprile con UNXD e InBetweeners per il lancio di una nuova collezione formata da 4835 scatole “non rivelate”, denominate “DGFamily”, ovvero abbonamenti a più livelli i quali conferiscono agli acquirenti la possibilità di accedere all’esclusivo universo della celebre casa di moda.
Se Dolce & Gabbana hanno saputo intuire l’importanza del mercato riservato agli NFT, dal quale hanno attinto 25,6 milioni di dollari nel corso del solo ultimo anno, anche altre aziende del Made in Italy non hanno esitato ad approfittarne, come dimostrano gli 11,5 milioni messi in cassa da Gucci.
Nel marzo 2022, anche un altro iconico marchio di abbigliamento italiano, Diesel, ha fatto la sua comparsa nel mercato lanciando sotto forma di una collezione NFT, D:VERSE, in pratica dei capi da passerella unici e indossabili nel Metaverso. La collezione vede la presenza di un solo gettone, con un pezzo unico fisico e digitale, offrendo inoltre uno speciale pass di accesso per il prossimo “In Real Life Diesel Runway Show”. Mediante questo token non fungibile, gli utenti sono in grado di accedere a capi unici della passerella, pezzi in edizione limitata, scarpe da ginnastica, accessori e molti altri prodotti.
Considerato il largo successo arriso ai marchi citati, non sembra azzardato prevedere che nel prossimo futuro molte altre aziende del Made in Italy del lusso decideranno di dare vita ad operazioni analoghe.
NFT e Italia: cosa potrebbe accadere nel futuro
Le risorse guadagnate dalle case di moda rappresentano la testimonianza più evidente delle grandi potenzialità insite nel rapporto tra NFT e patrimonio culturale ed artistico tricolore. La vera e propria rivoluzione innescata dal trasporto sulla rete di questo patrimonio, secondo il rapporto di Research and Market ha portato sicurezza sul mercato. Una sicurezza derivante anche dalla grande attrazione degli investitori nei confronti del regno digitale italiano, realmente unico e irripetibile.
Ne sono derivate nuove opportunità nel mondo reale, innescando quella che viene indicata alla stregua di una “nuova era rinascimentale” per gli artisti operanti lungo la penisola. Basti pensare in tal senso al token non fungibile prodotto da Federico Clapis, che è stata acquistato per circa 44,7 ETH (180mila dollari), mentre un’altra opera digitale di Hackatao ha visto il suo prezzo lievitare sino a quasi 185 ETH (575mila dollari). Cifre che spingono gli analisti di Research and market a prevedere un afflusso di nuovi artisti nello spazio NFT, con conseguente generazione di ulteriori entrate di lungo periodo, all’interno del nostro Paese.
Peraltro, non sono solo i grandi marchi italiani della moda ad attivarsi per attirare i fan e gli appassionati di NFT. Molti altri settori hanno infatti deciso di rivolgere la loro attenzione ad un mondo che presenta enormi opportunità, in un Paese che, almeno per una volta, ha anticipato gli altri. Risale infatti al 2018 l’adozione degli NFT, con largo anticipo rispetto al mercato globale. Tanto da spingere il rapporto a spingersi nella previsione del lancio futuro di una lunga serie di meta-progetti, collaborazioni e iniziative, andando così a stabilire un ponte tra Metaverso, NFT e mondo tangibile.
Leggi anche: Gli NFT sbarcano sull’App Store, ma le commissioni sono proibitive
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