Anche le Big Tech, le grandi aziende tecnologiche, hanno preso atto di una situazione economica non facile, con l’inflazione che torna a mordere e un calo degli acquisti da parte dei consumatori e hanno deciso di adattarsi alla nuova situazione tagliando la propria forza lavoro, sperando naturalmente che la fase critica termini presto.
Non fa eccezione Amazon, che già da tempo aveva preannunciato le proprie intenzioni, nell’evidente intento di non farsi trovare impreparata nella nuova fase. Le cifre che stanno emergendo in queste ore, però, vanno addirittura oltre le previsioni iniziali, facendo temere per il peggio un gran numero di lavoratori. Andiamo quindi a vedere cosa sta accadendo nel gruppo di Jeff Bezos, anche alla luce del fatto che l’azienda è considerata una sorta di cartina di tornasole proprio per il settore in cui opera.
Indice:
Licenziamenti Amazon: i tagli vanno oltre le previsioni
Poche settimana fa, Amazon aveva annunciato l’intenzione di licenziare 10mila lavoratori. Se già sembravano molti, ora la realtà si sta rivelando molto peggiore: sono infatti 18mila coloro che dovranno cercarsi una nuova occupazione, in un momento in cui il ciclo economico volge al peggio e non lascia molte speranze di inversione nel corso dei prossimi mesi.
Proprio per cercare di non prestare il fianco a quella che è ormai una crisi a tutti gli effetti, il gruppo ha pensato bene di contenere i costi, nella speranza che una struttura più snella aiuti il traghettamento meno accidentato possibile verso il futuro. Come al solito, però, a pagare saranno i dipendenti, che già in queste ore si stanno interrogando sul proprio futuro.
I tagli annunciati riguardano praticamente tutte le aree geografiche e, di conseguenza, anche l’Italia. La speranza è, naturalmente, che non sia interessato anche il nostro Paese, alla luce della difficoltà di reperire una nuova occupazione persa quella vecchia in un mercato del lavoro tra i più complicati in assoluto.
La spiegazione dell’azienda
Ad incaricarsi di spiegare quanto sta accadendo è stato Andy Jassy, amministratore delegato del gigante di Atlanta, il quale ha scelto come tribuna il sito aziendale. Nella sua comunicazione, il CEO precisa quasi immediatamente la profondità dei tagli decisi: “Tra le riduzioni apportate a novembre e quelle che condividiamo oggi, prevediamo di eliminare poco più di 18.000 ruoli.”
Per chi cadrà sotto i colpi di mannaia di Amazon, sono previsti paracadute i quali includono un’indennità di separazione, prestazioni di assicurazione sanitaria transitoria e il necessario supporto teso a facilitare l’inserimento lavorativo esterno, ovvero il reperimento di un posto di lavoro alternativo.
Lo stesso Jassy afferma poi di aver deciso di anticipare le rivelazioni sul piano di tagli a causa di una fuga di notizie dall’interno dell’azienda. Non manca naturalmente un accenno ai motivi che spingono l’azienda a ridimensionare la propria forza lavoro, ovvero la necessità di adeguarsi da parte delle aziende che durano nel tempo alle mutazioni. Il sottinteso è che i licenziamenti previsti aiuteranno a sostenere un momento non felice, ponendo le basi per una ulteriore crescita nel futuro.
Quali sono i settori interessati? Lo spiega la stampa statunitense
Nel comunicato di Jassy mancano accenni relativi ai settori che saranno maggiormente colpiti dai tagli messi in campo. A dare indicazioni in tal senso è stata la stampa statunitense, secondo la quale tra le divisioni che saranno ridimensionate in maniera più significativa ci sono quelle dei negozi fisici, a partire da Amazon Go e Amazon Fresh e il dipartimento “PXT” (acronimo di People, Experience and Technology), i quali hanno un ruolo rilevante nella gestione delle risorse umane della multinazionale.
I dipendenti di Amazon non sono i soli ad essere interessati dalle politiche di ristrutturazione in questi giorni. Anche Facebook, Twitter e Salesforce, che ha fatto il suo annuncio in tal senso da poche ore, hanno infatti deciso di reagire allo stesso modo agli spifferi sempre più gelidi emanati dall’economia. Sembra difficile, però, che gli interessati possano trovare il proverbiale mezzo gaudio dal male comune che si appresta a decimare i posti di lavoro.
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