Nonostante il crypto winter che sembra non finire mai, il rapporto tra italiani e asset virtuali sembra in considerevole miglioramento. Dopo un inizio abbastanza stentato e le diffidenze dei primi anni, anche nel nostro Paese è ora in aumento il numero di consumatori interessati a utilizzare le criptovalute come sistema di pagamento. Ad attestarlo è l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Blockchain and Distributed Ledger del Politecnico di Milano che ha scandagliato quanto accaduto nel corso del 2022.

Aumenta il gradimento degli italiani verso le criptovalute

Continua a crescere il gradimento dei nostri connazionali nei confronti delle criptovalute. Un trend il quale si è consolidato nel corso dell’ultimo anno e che non è stato frenato neanche dal crollo dei mercati e dalla lunga scia di fallimenti e truffe che lo hanno caratterizzato, a partire dalle vicende di Terra (LUNA) e FTX.

Sono infatti sette milioni coloro i quali hanno deciso di acquistarle nel nostro Paese, mentre un numero praticamente uguale dichiara di essere intenzionato a farlo nel futuro, più o meno immediato. I dati in questione sono il risultato dell’analisi condotta dai ricercatori dell’Osservatorio Blockchain and Distributed Ledger del Politecnico di Milano, i quali hanno messo al centro del loro studio quanto accaduto nel corso del 2022.

È stata Valeria Portale, direttore dell’Osservatorio a ricordare che quello appena concluso è stato un anno di estremi per il mondo il quale gravita intorno alla blockchain. Se, infatti, le bolle scoppiate hanno polverizzato decine di miliardi di dollari, al tempo stesso si è verificato un notevole consolidamento del lavoro di sviluppo iniziato anni fa. Un lavoro il quale sembra essere stato apprezzato dai nostri connazionali.

Per quanto riguarda più direttamente il nostro Paese, gli investitori dislocati lungo il territorio nazionale si rivolgono principalmente agli exchange (40%), a partire da Binance, Crypto.com e Coinbase, ovvero le piattaforme di scambio più note a livello globale. Quasi un quinto del campione esaminato ha invece preferito appoggiarsi ai bancomat crypto che sono presenti sul territorio, mentre un 18% si è rivolto ai servizi wallet digitali.

Il 52% dei nostri connazionali che utilizzano valute virtuali ha poi affermato di utilizzare sistemi indiretti mediante i servizi di trading finanziari tradizionali e la propria applicazione bancaria.

Non sembrano invece sfondare, almeno per il momento, gli NFT (Non Fungible Token), ancora confinati a livello di nicchia, alla luce del 9% di interpellati il quale afferma di aver provveduto ad acquistare certificati digitali, con il 14% degli intervistati che sarebbero però pronti a farlo in futuro. In particolare a destare interesse sono comunque quelli legati all’arte, come del resto ampiamente segnalato da precedenti rapporti.

Altro fattore il quale sembra dimostrare un deciso aumento di interesse nel nostro Paese verso tutto ciò che ruota intorno alla blockchain è l’aumento dei progetti legati alla tecnologia dei registri distribuiti. Nel corso del 2022, infatti, sono stati individuati 278 progetti aziendali, con un aumento pari al 13% rispetto ai 245 di dodici mesi prima. Mentre gli investimenti si sono attestati a quota 42 milioni di euro, con un notevole +50% rispetto al risultato del 2021. Il 33% di questi sono da collegare a finanza e assicurazioni, il 23% al retail e alla moda, il 10% all’automotive e il 7% alla pubblica amministrazione.

La ricerca dell’Osservatorio Blockchain and Distributed Ledger del Politecnico di Milano sembra quindi confermare una crescita dell’innovazione finanziaria anche nel nostro Paese, la quale potrebbe ulteriormente consolidarsi nel corso del 2023, soprattutto se si verificasse l’auspicato chiarimento di un quadro ancora caratterizzato da incertezze normative e buchi legislativi in cui possono verificarsi casi limite come quello rappresentato dalla truffa FTX.

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