In un momento di crisi economica sempre più pronunciata, con un gran numero di persone le quali hanno perso o stanno per perdere il loro posto di lavoro, per molti diventa obbligatorio cercare nuove fonti di entrata al fine di riuscire ad affrontare, per quanto possibile, il periodo negativo. Proprio su questo, però, fanno affidamento i truffatori, per mettere in campo nuovi e fantasiosi raggiri, come quello che vede al centro WhatApp. Per ora la truffa è confinata a Brasile e India, ma non è difficile pensare che ben presto sbarcherà anche nell’Occidente avanzato.
I like di YouTube al centro dell’ultima truffa su WhatsApp
Con una crisi globale che morde sempre di più i bilanci domestici, mixandosi alle conseguenze della crisi energetica innescata dalla speculazione e l’aumentare del numero dei disoccupati lasciati in eredità dalla pandemia di Covid, molti sono propensi a credere che cliccando sui mi piace di YouTube sia possibile fare qualche soldo con cui affrontare meglio il momento negativo.
I clic in questione, però, sono semplicemente l’ennesima esca lasciata online dai truffatori, nella speranza che la disperazione possa spingere molti internauti a fare l’operazione desiderata. Operazione la quale, in questo momento, viene portata avanti su WhatsApp, ove viene proposto un premio in denaro a chi appone il suo like ad alcuni video di YouTube. A proporla sono alcuni sedicenti rappresentanti di società di marketing operanti a livello globale, affermando che il premio in questione ammonta a mezzo dollaro per ogni like apposto.
Per raggiungere cifre consistenti, ad esempio 50 dollari al giorno, ne servono molti, ma di fronte alla mancanza di soldi la prospettiva può comunque risultare gradevole. Il problema è che si tratta dell’ennesima truffa architettata dalle menti sempre fervide dei truffatori online, destinata a sfociare come al solito nella sottrazione di denaro e dati personali di coloro che cadono nella rete.
Per poter procedere al pagamento di quanto concordato, infatti, i sedicenti incaricati delle aziende di marketing, naturalmente inesistenti, chiedono dati personali e una volta che li hanno ottenuti adducono difficoltà di carattere tecnico. Per cercare di dissolvere ogni dubbio in coloro i quali si mostrano incerti al primo approccio possono anche trasferire piccole somme, in maniera tale da avvalorare la propria credibilità.
Nel caso in cui ciò accada la fase successiva prevede la richiesta di installare un’app con la quale potrà essere operato il trasferimento del denaro. Queste app, in realtà, sono trojan o malware e una volta che l’interessato avrà abboccato all’amo ai truffatori non resta che accedere ai dati personali, in particolare quelli che permettono l’accesso a conti bancari, carte di credito, casella di posta elettronica e altro. A questo punto, l’unica difesa possibile è bloccare tutto per evitare ulteriori guai.
A tal proposito, occorre sempre ricordare che prima di fare un’operazione indicata da estranei, è obbligatorio sincerarsi della loro effettiva identità. Nel caso in cui si abbiano dei dubbi si può anche fare una ricerca online, ove solitamente questi raggiri vengono segnalati dalle case di sicurezza informatica. Non farlo può aprire varchi invitanti per hacker e truffatori di ogni genere.
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