Il mining di Bitcoin continua a rappresentare un problema di non poco conto, a causa dei consumi di energia che comporta l’utilizzo dell’algoritmo di consenso Proof-of-Work. Per cercare di risolverlo, ora arriva l’energia atomica, una soluzione adottata negli Stati Uniti da Cumulus Data che sta destando notevole sensazione nell’opinione pubblica. Come al solito, infatti, tutto ciò che ha a che vedere con il nucleare suscita l’avversione degli ambientalisti e non solo.
Mining di Bitcoin: il primo data center alimentato dal nucleare
A lanciare la notizia il passato 18 gennaio è stata la testata specializzata World Nuclear News, secondo la quale negli Stati Uniti sarebbe stato aperto il primo data center per il mining di Bitcoin alimentato dal nucleare. Un annuncio il quale non ha mancato di rinfocolare la polemica che da sempre caratterizza l’energia atomica. A partire proprio dagli Stati Uniti, interessati dall’incidente di Three Miles Island del 1969.
La società Cumulus Data, specializzata nella costruzione di centri dati a impatto zero, realtà controllata della società indipendente e produttrice di energia Talen Energy, ha annunciato il completamento relativo alla costruzione del primo centro dati rifornito energeticamente da una centrale nucleare da 2,5 GW.
La struttura è ospitata nella Pennsylvania settentrionale ed è direttamente collegata alla centrale nucleare Susquehanna. A questa prima struttura alimentata da 48 MW se ne andranno in futuro ad aggiungere altre due, molto più potenti e, di conseguenza, energivore, che andranno a impegnare 475 MW. Cumulus Data ha peraltro già provveduto a identificare altri 18 siti di Talen Energy caratterizzati dal potenziale per ospitare altrettanti centri dati collegati in maniera diretta alla stessa centrale.
Nel 2021, Talen Energy ha annunciato una joint venture con TeraWulf, società statunitense che si occupa dell’estrazione di BTC tesa a sviluppare la Nautilus Cryptomine, struttura a impatto zero in termini di consumo elettrico. In un recente aggiornamento la stessa azienda ha affermato di essere nelle fasi iniziali di lancio delle sue operazioni di mining, affermando inoltre che nelle sue previsioni Nautilus Cryptomine sarà in grado di fornire 50 MW di capacità di estrazione già nel corso di questo primo trimestre dell’anno.
Il campus in questione è presentato come una struttura unica nel suo genere da Cumulus Data e si snoda lungo 12oo acri venendo servito direttamente dai due reattori ad acqua bollente di Susquehanna, i quali sono provvisti di una capacità di generazione netta di 1257 MWe ciascuno. L’unità 1 ha iniziato l’attività commerciale nel 1983 e l’unità 2 nel 1985.
Se gli echi della notizia hanno già dato luogo a reazioni negative da parte delle associazioni ambientaliste, per loro parziale consolazione occorre ricordare che la centrale era già esistente e non costituisce un’aggiunta a quelle dislocate lungo il territorio degli Stati Uniti, che sono in totale 92, dato più elevato a livello mondiale.
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