Il mercato dell’energia si prepara ad accogliere un pezzo da novanta, ovvero Poste Italiane. L’azienda è pronta a sbarcare in questo particolare ambito a partire dalla metà di febbraio, dopo un primo stop deciso nel passato novembre di fronte ad una situazione dei prezzi di gas ed energia elettrica praticamente fuori controllo. Una new entry che potrebbe avere conseguenze non proprio secondarie per la concorrenza e che sarà preannunciata da una campagna pubblicitaria condotta da Ferzan Ozpetek la quale vedrà protagonista Mara Venier.
Indice:
Poste Italiane, è iniziato il conto alla rovescia per l’energia
Poste Italiane inizierà a vendere energia elettrica e gas a partire dalla metà di febbraio. Lo sbarco rimandato a novembre per la troppo pronunciata volatilità dei prezzi di gas ed energia elettrica è ora cosa fatta e potrebbe rivelarsi traumatico per le utility del settore, a partire da quelle più grandi, le quali si troveranno a competere con un altro concorrente di grande rilievo.
Proprio la stabilità dei prezzi rappresenta una condizione fondamentale per il lancio della nuova proposta relativa all’energia. Quella di Poste Italiane, infatti, si caratterizza per il prezzo fisso e bloccato per due anni.
Ad essa si aggiunge poi la possibilità di avere una rata fissa per 12 mesi prescindendo dai consumi effettivi, la quale verrà indicata prendendo come base la media dei consumi risalenti all’anno precedente alla stesura del contratto. Alla fine dell’anno si procederà quindi a tracciare il consuntivo e, nel caso in cui i consumi abbiano oltrepassato quelli di dodici mesi prima la rata verrà rimodulata al rialzo, proprio tenendo conto del differenziale da aggiungere.
Un modus operandi il quale, però, funziona anche nell’altro senso: se, infatti, i consumi risulteranno minori, la rata sarà ridotta. I consumatori potranno peraltro scegliere tra questa opzione e il versamento della differenza direttamente sulla propria Carta Postepay o sul Conto BancoPosta.
Peraltro, chi non desidera avere pessime sorprese può contare su un’ulteriore alternativa: l’azzeramento mese dopo mese del differenziale, pagando una rata destinata a contabilizzare i consumi effettivi, dando luogo a importi variabili.
Infine, per gli interessati è possibile attivare una fornitura gas o luce oppure optare per una dual, tale da racchiudere luce e gas nella stessa offerta.
La necessità di prezzi stabili
Per poter condurre una politica di questo genere è chiaro che il prezzo del gas deve essere se non stabile, obiettivo al momento complicato, perlomeno non troppo esposto alla volatilità degli ultimi mesi. In effetti è proprio quanto accaduto nel corso delle ultime settimane, quando il suo prezzo all’ingrosso sulla piattaforma olandese TTF è sceso da 180 euro a megawattora a meno di 60 euro, stabilizzandosi.
Avere prezzi stabili all’ingrosso è fondamentale per il gruppo, in quanto Poste Italiane acquista oggi quell’energia che dovrà fornire a prezzo fisso per il prossimo biennio. Per capire quanto questa premessa sia complicata da realizzare basterà ricordare come se al momento il prezzo dell’energia elettrica sul mercato tricolore si attesti intorno ai 180 euro a megawattora, ancora nel corso dei mesi estivi si aggirava intorno ai 500 euro per lo stesso quantitativo.
Se con questa proposta il prezzo resterà fisso, mixandosi ad uno spread che è solitamente intorno allo 0,4%, l’azienda deve sperare che non accada nuovamente quanto accaduto in quel lasso di tempo, ovvero il ridestarsi di quella speculazione internazionale che ha alzato all’inverosimile il costo dell’energia.
A questo primo dato occorre aggiungerne un secondo, legato stavolta al clima. Nel caso di inverni troppo freddi o estati troppo calde, i consumi potrebbero dilatarsi, costringendo l’azienda a forniture aggiuntive. Nel caso queste fossero reperibili sul mercato a prezzi molto più elevati di quelli proposti da Poste Italiane, il congegno ideato potrebbe tramutarsi in un bagno finanziario vero e proprio.
Un’esperienza di questo genere è del resto già stata vissuta nel corso dei mesi passati da tutte le aziende del settore che, non a caso, hanno tolto di mezzo il prezzo fisso per i nuovi clienti. Aggiungendo a questa misura le modifiche unilaterali dei contratti, che sono poi state vietate sino al prossimo giugno e la revisione dei prezzi alla scadenza delle condizioni economiche previste dai contratti già siglati.
L’arrivo di Poste Italiane sul mercato dell’energia potrebbe comunque causare non pochi problemi agli attuali competitori. Avendo già subito corpose perdite, le utility in questione non solo hanno minori margini di manovra, ma non possono mutare le condizioni che caratterizzano i contratti già stilati, per non incappare in sanzioni da parte dell’Antitrust.
Conviene la proposta di Poste Italiane?
Il gruppo guidato da Matteo Del Fante, nel mettere in campo questa proposta sembra cercare di tenere insieme due esigenze ben precise:
- la necessità delle famiglie italiane di poter disporre di uno strumento stabile per l’approvvigionamento energetico;
- il meccanismo virtuoso indicato dalla Commissione europea agli Stati membri dell’UE al fine di arrivare ad un calo generalizzato dei consumi sul suolo continentale.
La domanda che in molti si porranno, alla luce di questo importante arrivo, è naturalmente quella relativa all’effettiva convenienza della proposta. Per capirlo si può fare ricorso a quanto indicato dai documenti attualmente presenti sul sito di Poste Italiane relativi a luce e gas.
Per quanto riguarda l’Offerta Luce, le condizioni economiche valide sino al prossimo 7 marzo sono le seguenti:
- prezzo componente energia monorario (comprensivo di perdite) 0,290€/kWh bloccato per 24 mesi;
- prezzo componente commercializzazione e vendita (PCV) 69,8818€/anno.
Nel caso dell’Offerta Gas abbiamo invece:
- prezzo componente materia prima gas 1,055€/Smc bloccato per 24 mesi;
- prezzo componente commercializzazione e vendita fissa (QVD fissa) 67,32€/anno;
- prezzo componente commercializzazione variabile (QVD variabile) 0,007946€/Smc.
In entrambi i casi i sottoscrittori dell’offerta andrebbero comunque a pagare notevolmente di più. Nelle prime stime che hanno iniziato a circolare, i suoi costi in bolletta vanno a situarsi praticamente al doppio rispetto a quelli prospettati da A2A, offerta considerata neanche troppo favorevole dagli esperti.
In particolare, un nucleo familiare che consuma 3200 kWh nel corso dell’anno pagherebbe 1044 euro di luce con una soluzione A2A, contro i 1494 che dovrebbe versare a Poste Italiane. Ancora peggiore il dato che fuoriesce dal confronto relativo al gas. In questo caso, una famiglia che consuma 2mila metri cubi l’anno pagherebbe poco più di 1600 euro con A2A, 3mila nell’altro caso. Tirando le somme, quindi, una proposta di questo genere potrebbe rivelarsi conveniente solo nel caso in cui i prezzi della materia prima sul mercato internazionale dovessero iniziare di nuovo a correre. Un trend al momento difficilmente ipotizzabile.
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