Non solo Google e Microsoft sembrano intenzionate a spingere sull’integrazione dell’intelligenza artificiale nei propri prodotti rivolti al web. Secondo le indiscrezioni che stanno circolando in queste ore, anche Opera sarebbe interessato in tal senso.
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Opera potrebbe integrare ChatGPT nei suoi prodotti
Anche Opera, il browser attualmente posizionato al sesto posto della graduatoria che include questo genere di servizi, con una quota di mercato pari al 2,4% , sembra intenzionato ad integrare l’intelligenza artificiale di ChatGPT nella sua proposta. Uno sviluppo che non sorprenderebbe alla luce del grande rilievo assunto agli occhi dell’opinione pubblica dal programma di OpenAI e, soprattutto, dalla sua annunciata integrazione nei prodotti di Microsoft.
L’azienda norvegese, la quale gestisce anche un browser specializzato per i giochi, ha collezionato una media di 321 milioni di utenti attivi mensili nel corso del terzo trimestre del 2022. La stessa società ha puntualizzato come a dare un rilevante contributo per l’incremento delle entrate nel corso del periodo in questione, pari al 28% (85,3 milioni di dollari) su base annua, sia stata proprio la sua attività come browser di gioco.
La società madre Kunlun Tech ha la sede operativa a Pechino ed è quotata alla borsa di Shenzhen. Nel passato mese di dicembre, la società ha annunciato che una serie di contenuti generati dall’intelligenza artificiale, a partire da musica e immagini, sarebbe stato reso open source. Si tratta dell’ennesima conferma dell’accelerazione impressa dal debutto di ChatGPT, che sta generando notevole preoccupazione in molte aziende operanti nel web.
Non solo Opera si dirige verso l’intelligenza artificiale
Opera sarebbe soltanto l’ultima azienda, per ora, in procinto di adottare ChatGPT. Anche il gigante tecnologico cinese Baidu ha dichiarato nel corso degli ultimi giorni la sua intenzione di completare i test portati avanti al suo interno e relativi ad un proprio chatbot incentrato sull’AI. I test in questione dovrebbero essere completati nel prossimo mese di marzo, prima di offrire al pubblico il programma.
Non meno interessata appare Alibaba, l’ex azienda di Jack Ma che sembra stia lavorando ad un prodotto analogo. In questo caso non sono però stati rivelati i tempi della lavorazione o notizie relative ad un possibile esordio sul mercato. Microsoft, quindi, sembra essere al momento largamente avanti alla concorrenza, come dimostra del resto il crollo fatto registrare dalle azioni di Alphabet (-7%) in contemporanea con la presentazione di Bard, chatbot messo in campo da Google per contrastare l’alleanza tra Microsoft e OpenAI. Un segno evidente del fatto che gli investitori si attendevano qualcosa di più di quanto è stato fatto con il programma in questione.
Leggi anche: Cos’è ChatGPT, il nuovo chatbox che minaccia il dominio sul web di Google
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