Uno studio condotto da IDC nel corso del quarto trimestre del 2022 aveva già fatto intuire come le cose non andassero bene per il settore, ma un’analisi di mercato condotta da Dean McCarron, per conto di Mercury Research non sembra più lasciare dubbi: le vendite di personal computer sono letteralmente crollate nel corso dell’anno che si è concluso da poco. Resta solo da capire se si tratti di un fenomeno transitorio o di una tendenza destinata a protrarsi ancora a lungo.

Vendite di PC: cosa sta accadendo?

Il 2022 è stato un anno orribile per i personal computer, le cui vendite sono crollate nell’ordine del 21%. Si tratta in pratica del dato peggiore da 30 anni a questa parte, molto peggiore rispetto alle già pessimistiche previsioni che erano state formulate nel corso delle ultime settimane.

A far emergere la triste realtà è l’analisi di mercato effettuata dal ricercatore Dean McCarron, di Mercury Research, il quale afferma senza mezzi termini come il quarto trimestre dell’anno passato abbia registrato il più ampio calo di vendite nel corso degli ultimi tre decenni. Occorre sottolineare che, in pratica, si tratta del peggior dato di sempre, considerato che proprio da 30 anni l’azienda ha iniziato a pubblicare le sue stime.

Il risultato è lo stesso, sia nel caso si prenda in considerazione la variazione tra un trimestre e l’altro, sia che invece la variazione sia considerata a livello annuale. Il succo del discorso è che il mercato del PC sta subendo un drastico ridimensionamento, provocato in particolare da una congiuntura economica che si sta notevolmente complicando a livello globale.

Con tutta evidenza, in un momento come l’attuale le famiglie stanno spostando le proprie risorse su spese giudicate molto più necessarie rispetto al personal computer, pensando magari di provvedere in tal senso una volta che la congiuntura sarà tornata alla normalità.

Crisi di assestamento o tendenza destinata a perdurare?

I dispositivi venduti nel periodo preso in considerazione ammontano a 374 milioni. Si tratta del 21% in meno rispetto al dato conseguito dodici mesi prima, mentre leggermente minore è la contrazione in termini di ricavi complessivi, i quali si sono assestati intorno a quota 65 miliardi di dollari, con un -19% rispetto a quanto messo insieme nel corso dell’anno precedente.

A portare un leggero sollievo per chi deve confrontarsi con questi numeri è la considerazione che, comunque, se l’andamento del mercato in termini percentuali difficilmente può indurre alla speranza, in termini assoluti le vendite di PC registrate nel corso del 2022 restano comunque più elevate rispetto a quelle di tutti gli anni solari che hanno preceduto la pandemia. Tanto da indurre alcuni analisti ad affermare che il crollo registrato sia da considerarsi non alla stregua di una crisi dell’intero settore, bensì come un aggiustamento dopo lo sconquasso provocato dal dilagare del Covid. Uno sconquasso rivelatosi però fruttifero per i produttori di PC. In quel periodo, infatti, sono lievitate le vendite proprio grazie alla necessità da parte di molti lavoratori di dotarsi di dispositivi adatti al lavoro da remoto.

Una necessità la quale sta però progressivamente venendo meno con il ristabilimento della situazione sanitaria, saldandosi con le preoccupazioni inerenti ad un momento di crisi il quale sta spingendo molte aziende, in particolare quelle tecnologiche, a ridimensionare i propri organici.

A sorridere è soltanto AMD

In un quadro considerato abbastanza desolante, c’è comunque un’eccezione di rilievo, quella rappresentata da AMD. L’azienda di Sunnyvale è infatti riuscita a sottrarre importanti quote di mercato alla concorrenza, in particolare a Intel, per quanto riguarda le CPU. Per effetto di questa impresa ora è ormai prossima al 30%, anche se ancora lontana dal quasi 70% del leader di mercato. Sempre secondo l’analisi di Mercury Research, AMD vedrà comunque ulteriormente rafforzato il suo ruolo in questo segmento dall’apporto della linea di CPU EPYC dedicate ai server.

Se si prende il settore nel suo complesso, il calo fatto registrare nel corso dell’anno si attesta a sua volta al 30%, molto superiore ai 19 punti percentuali collezionati nel corso del quarto trimestre, tali da indicare paradossalmente una leggera ripresa.

Il trend in atto, comunque, sembra destinato a protrarsi perlomeno per l’intero primo semestre dell’anno in corso. Soltanto con l’affacciarsi dell’estate si potrebbe tornare a vedere il segno più per quanto riguarda le vendite di PC. Molto più probabile, però, che ciò avvenga nel corso del 2024, secondo la maggior parte degli osservatori.

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