Lo scorso anno in occasione del WWDC 2022, Apple ha presentato per la prima volta il nuovo servizio per i pagamenti a rate Apple Pay Later; il servizio avrebbe dovuto debuttare insieme ad iOS 16, salvo poi subire dei ritardi tanto da essere ancora in fase di test.
Stando a quanto riporta Bloomberg, l’azienda ha intenzione di valutare l’affidabilità creditizia dei clienti utilizzando una serie di dati in proprio possesso, scopriamo come.
Apple Pay Later determinerà l’affidabilità creditizia in base alla cronologia acquisti
Apple Pay Later è dunque un servizio appartenente alla tipologia “acquista ora, paga poi”, quelli che saranno i criteri di prestito del servizio in questione si baseranno su alcuni dati dei clienti in possesso dell’azienda come la cronologia delle spese presso Apple Retail, App Store e persino i dispositivi Apple di loro proprietà.
La scoperta sembra essere stata fatta nell’ambito dei test aziendali interni, dove diversi dipendenti si sarebbero visti approvare prestiti per cifre fino a 1.000 dollari; l’intento di Apple è dunque quello di utilizzare l’ingente mole di dati in suo possesso riguardo i clienti, la società è infatti in grado di determinare quali clienti possiedono quale dispositivo, chi ha una Apple Card e quanto effettuano transazioni tramite pagamenti peer-to-peer Apple Cash.
Come visto dunque, non figurano tra i dati utilizzati quelli relativi ad Apple Pay, confermando quella che è la relativa politica aziendale in materia di privacy e sicurezza:
Apple non memorizza né ha accesso ai numeri originali della carta di credito, di debito o prepagata che utilizzi con Apple Pay. E quando usi Apple Pay con carte di credito, di debito o prepagate, Apple non conserva alcuna informazione sulle transazioni che possa essere ricollegata a te: le tue transazioni rimangono tra te, il commerciante o lo sviluppatore, e la tua banca o l’emittente della carta.
Al momento non è chiaro quali altri dati, oltre a quelli sopra citati, verranno utilizzati per valutare l’affidabilità creditizia degli utenti, bisognerà dunque attendere la pubblicazione dell’Informativa sulla privacy e i Termini di servizio per saperne di più; ad ogni modo sembra che le offerte di prestito scadano dopo 30 giorni e che possano essere richiesti un documento d’identità governativo, un numero di previdenza sociale completo e una verifica in due passaggi su un account Apple.
Lo stato del prestito non dovrebbe influire sull’accesso ad altri servizi aziendali, considerando che Apple Pay Later dovrebbe essere lanciato nelle prossime settimane, avremo presto ulteriori dettagli in merito.
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