Crescono in maniera molto rilevante i punti di ricarica per le auto elettriche nel nostro Paese. A evidenziare il dato è stata la quarta edizione del rapporto “Le infrastrutture di ricarica a uso pubblico in Italia”, presentato di recente da Motus-E, secondo il quale in Italia sono ora presenti 36.772 colonnine. Il 58% circa delle colonnine è situato nel Nord Italia, il 22% al Centro e il 20% nel Sud e nelle Isole. Una distribuzione, però, tale da lasciare qualche preoccupazione per il modo ineguale in cui sta avvenendo.

Cosa dice il rapporto di Motus-E

Molto spesso, per giustificare il ritardo nella diffusione delle auto elettriche in Italia si afferma che a spiegarlo è soprattutto l’insufficienza dell’infrastruttura dedicata alla loro ricarica. A spazzare via una vulgata che non corrisponde alla verità è stata proprio la ricerca condotta da Motus-E, la prima associazione costituita nel nostro Paese e formata da operatori industriali, filiera dell’automotive, movimenti di opinione e mondo accademico nel preciso intento di favorire e accelerare l’adozione dell’elettrico nella penisola.

Nel corso del 2022, infatti, sono stati installati ben 10.748 nuovi punti di ricarica lungo il territorio nazionale, di cui 3.996 soltanto nel corso dell’ultimo trimestre. Si tratta del miglior risultato mai registrato in Italia, che per effetto di questa crescita è in grado di fare conto, al 31 dicembre 2022, su una rete composta da 36.772 punti di ricarica.

In termini percentuali, nel corso dell’ultimo anno i punti di ricarica presenti lungo la penisola hanno fatto registrare un incremento pari al 41%, consolidando la tendenza già evidenziata nei dodici mesi precedenti, quando la crescita era stata nell’ordine del 36%.

Oltre al numero delle installazioni evidenzia una forte crescita anche il peso delle infrastrutture ad alta potenza sul totale. Se nel 2021 la loro incidenza era pari al 6%, il dato si è praticamente raddoppiato nell’anno terminato da poco. Mentre è ancora più forte la tendenza alla crescita della quota relativa ai punti ultraveloci con potenza oltre i 150 kW, il cui dato è salito dall’1% del 2021 al 3,1% del 2022.

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Una crescita che procede in maniera ineguale

La regione che vede la più consistente presenza di punti di ricarica è la Lombardia, ove il dato va a posizionarsi a quota 5.971, confermando un primato che era già stato conseguito e confermato nel biennio precedente. Per effetto di questi numeri, questa regione concentra il 16% delle colonnine presenti lungo tutto il territorio peninsulare. Alle sue spalle chiudono il podio il Piemonte e il Veneto (con l’11% del totale ciascuna), mentre il Lazio, l’Emilia-Romagna e la Toscana si fermano ai suoi piedi (10% a testa per le prime due, 8% per la terza). In pratica le sei regioni in questione vanno a coprire complessivamente il 66% del totale dei punti di ricarica a uso pubblico che sono attualmente presenti lungo il nostro Paese.

A livello cittadino, è però Roma a guidare il gruppo, dall’alto dei suoi 2.751 punti di ricarica, con Milano almeno stavolta costretta a inseguire (1.927), davanti a Torino (1.641), Venezia (1.372) e Firenze (882). Le 14 città metropolitane che concentrano il 36% della popolazione assommano in complesso il 33% delle colonnine. A chiudere questa particolare classifica sono Messina (298 punti di ricarica), Cagliari (250) e Reggio Calabria (123).

Il trend positivo riguarda anche i punti di ricarica presenti lungo le arterie autostradali, In questo caso il dato complessivo che è stato collezionato all’ultimo giorno dell’anno passato è pari a 496 colonnine, contro le 118 già esistenti alla fine del 2021. Di queste, l’85% in DC con potenza oltre i 43 kW.

Il confronto tra il nostro Paese e l’Europa

Lo studio di Motus-E è andato ad affrontare anche il tema del raffronto tra il nostro Paese e gli altri principali Paesi del vecchio continente. Un raffronto che fornisce una sorpresa di non poco conto, smentendo la vulgata secondo la quale l’infrastruttura dedicata alla ricarica dei veicoli elettrici sia in forte ritardo rispetto alle realtà più avanzate.

Il dato indicato, infatti, vede la presenza di 21,5 punti di ricarica ad uso pubblico per ogni 100 veicoli elettrici circolanti. Un dato che pone il Belpaese largamente davanti a Francia (11,5), Regno Unito (8,9) e Germania (8,2). Un dato ancora più rilevante se si considera che a differenza del nostro Paese, ove le immatricolazioni nel 2022 hanno fatto segnare un calo del 27,1%, tale quota è cresciuta tra il 25 e il 40%.

Un dato di fondo il quale non muta neanche se la ricerca viene limitata alle sole ricariche ad alta potenza. Che in Italia sono 2,6 ogni 100 BEV (Battery Electric Vehicle) circolanti, contro le 1,5 di Francia, Germania e Regno Unito. Un dato tale da rendere evidente come l’andamento anomalo delle vendite di questi veicoli nel nostro Paese non sia legato a fattori infrastrutturali.

Colonnine di ricarica per auto elettriche, il Sud è in forte ritardo

Il dato che emerge dallo studio in questione è ancora una volta quello relativo al divario esistente tra la settentrionale e quella meridionale del Paese. Il 58% delle colonnine sono infatti dislocate lungo la parte alta dello stivale, mentre il tacco e le isole devono accontentarsi del 20%, con il restante 22% ubicato nella parte centrale del territorio peninsulare.

Un andamento il quale, del resto non dovrebbe sorprendere eccessivamente, alla luce dell’ancora elevato costo dei modelli elettrici, le cui vendite sono concentrate di conseguenza nel Nord-Ovest. I dati delle colonnine sono semplicemente la conseguenza del fatto che la loro presenza è logicamente destinata a concentrarsi nelle zone ove la presenza di auto verdi è maggiore.

C’è però un altro dato positivo da mettere in evidenza. Per effetto della collaborazione con RSE, lo studio di Motus-E ha potuto inglobare anche un’analisi spaziale dei punti di ricarica geolocalizzati, dal quale risulta che l’86% del territorio nazionale vede la presenza di almeno un punto di ricarica in un raggio di 10 chilometri. Il dato si attesta poi a 4 nel 79% del territorio nazionale e, come è del resto prevedibile, sale in maniera sensibile con l’avvicinamento alle città. Proprio nei centri urbani, in particolare, vengono superati in molti casi i 600 punti di ricarica nel raggio di 10 chilometri.

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