La Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti ha deciso di incriminare Terraform labs e il suo fondatore, Do Kwon, di frode, in relazione alla vicenda culminata nel clamoroso crollo di Terra (LUNA). Si torna dunque a parlare di una vicenda che ha destato grande scalpore e innescato un effetto domino tale da rendere ancora più aspro il crypto winter ancora in atto. Si tratta ora di capire dove si sia rifugiato lo stesso Do Kwon, il quale ha fatto perdere le su tracce ormai da mesi.
Indice:
Terra: la SEC ha deciso di procedere contro Do Kwon e gli altri dirigenti di Terraform Labs
La SEC ha infine deciso di procedere contro Do Kwon e Terraform Labs. L’accusa elevata dall’autorità preposta alla sorveglianza dei mercati finanziari statunitensi è molto pesante: il fondatore e il gruppo dirigente dell’azienda fallita avrebbero dato luogo ad una vera e propria cospirazione sin dal 2018, tesa a raccogliere miliardi di dollari dagli investitori proponendo l’offerta di un mix formato da criptovalute e titoli, basato sulla stablecoin algoritmica Terra e facendo balenare rendimenti tali da arrivare al 20%.
Una proposta cui si sono accodati in molti, sino al triste epilogo che ha visto Terra perdere il suo ancoraggio al dollaro e collassare letteralmente, bruciando miliardi di dollari che erano stati investiti su un progetto che secondo le cronache dell’epoca era in fase di grande e irrefrenabile ascesa. Previsioni purtroppo rivelatesi completamente fallaci.
La denuncia è stata depositata presso il tribunale federale del distretto meridionale di New York, a Manhattan. Nell’ambito della citazione in giudizio, la SEC sostiene che già nel mese di maggio del 2021 la stablecoin aveva perso il suo ancoraggio al dollaro USA per la prima volta. Per bypassare l’impasse, Do Kwon si sarebbe accordato con una terza parte, di cui non è ancora chiara l’identità, la quale avrebbe acquistato enormi quantità di UST al fine di ripristinare il rapporto alla pari con la valuta sovrana degli Stati Uniti. Una vera e propria cospirazione di cui ora i responsabili sono chiamati a rispondere nelle aule di tribunale.
Dove si è rifugiato Do Kwon?
Il problema, al momento, è che a rispondere delle accuse non sarà però il principale artefice della vicenda. Do Kwon, infatti, dopo essere stato accusato in Corea del Sud per il suo operato, ha pensato bene di far perdere le sue tracce, da tempo. Le ultime notizie al proposito, fornite proprio dall’intelligence del suo paese di origine, lo davano rifugiato in Serbia. Si tratta però di notizie vecchie ormai di mesi, le quali potrebbero nel frattempo essere state superate dagli eventi.
Il succo della vicenda è che coloro i quali avevano pensato di trarre profitto investendo il proprio denaro in quello che sembrava un progetto brillante e tale da poter insidiare nel lungo periodo la supremazia del Bitcoin, molto difficilmente potranno rientrarne in possesso. La speranza è invece che con la stretta normativa prevista per l’immediato futuro in molti Paesi, vicende di questo genere non si verifichino più.
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