Ieri, 5 marzo 2023, TIM ha comunicato di aver ricevuto un’offerta non vincolante per l’acquisto della rete, offerta avanzata da CDP (Cassa Depositi e Prestiti), il che aprirebbe la strada alla realizzazione di un’unica infrastruttura di rete unica italiana. Tale istituto finanziario, controllato dal Ministero dell’Economia italiano, con la partecipazione del fondo d’investimento australiano Macquarie Asset Management (MAM Funds), intende acquistare la rete di TIM, come da tempo ha cercato di fare anche KKR (Kohlberg Kravis Roberts), fondo statunitense che da anni ha dimostrato interesse per l’azienda italiana di telecomunicazioni.
Proprio nei giorni scorsi quest’ultimo tornava a proporre un tavolo di discussione, dichiarando di voler costruire con TIM una nuova società che includa una partecipazione in Sparkle (un’azienda italiana che gestisce le infrastrutture di rete internazionali di proprietà di TIM), ma soprattutto l’acquisto di NetCo (la società per la cosiddetta rete unica di TIM) e delle attività di FiberCop (azienda nello sviluppo e nella posa dei collegamenti in fibra ottica, che ha TIM come principale azionista, la stessa KKR ne possiede il 37,5% delle quote).
Ma ora anche CDP (che ricordiamo essere azionista di TIM e già proprietaria per il 60% di Open Fiber) e MAM Funds sono interessati ai medesimi soggetti coinvolti nell’offerta di KKR riportata, come dimostra il comunicato stampa pubblicato ieri dall’azienda di telecomunicazioni.
TIM comunica di aver ricevuto da un consorzio formato da CdP Equity (CDPE) and Macquarie Infrastructure and Real Assets (Europe) Limited, che agisce per conto di MAM Funds, un’offerta non vincolante per l’acquisto del 100% della costituenda società coincidente con il perimetro gestionale e infrastrutturale della rete fissa, inclusivo degli asset e attività di FiberCop, nonché della partecipazione in Sparkle.
Alcuni media, citando fonti affidabili, riportano che l’offerta di CDP e MAM Funds sia più vantaggiosa di quella di KKR, di circa due miliardi di euro: sarebbero previsti infatti 10 miliardi da versare subito a TIM e 8 per sanare i debiti.
I dettagli della stessa non sono noti al momento, ma sappiamo che si tratta di un’offerta non vincolante che scadrà il 31 marzo 2023. Il consiglio di amministrazione di TIM è previsto che la esamini nella riunione programmata per il 15 marzo.
Qualora TIM dovesse accettare è quasi certo l’intervento del commissario europeo per la concorrenza Margrethe Vestager, responsabile della corretta competizione commerciale, al fine di valutare se ci siano violazioni delle regole antitrust. Perché CDP possiede anche il 60% di Open Fiber e un’acquisizione del genere, che comprende per l’appunto anche FiberCop, principale rivale di quest’ultima, aprirebbe la strada a un’eventuale fusione delle due società e quindi a un’unica infrastruttura di rete italiana.
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