Sembra essere giunta all’epilogo l’avventura di Do Kwon, il fondatore della stablecoin Terra (LUNA), crollata clamorosamente e rovinosamente nel maggio dell’anno passato. Proprio in queste ore, infatti, stanno circolando le notizie relative al suo arresto da parte delle forze di polizia del Montenegro, che hanno in tal modo eseguito il mandato di arresto internazionale spiccato ai suoi danni dall’Europol. Do Kwon è stato fermato nell’aeroporto di Podgorica mentre si apprestava a far perdere di nuovo le sue tracce, provvisto naturalmente di documenti falsi.
Indice:
L’arresto di Do Kwon pone fine ad una vicenda emblematica
Se non serve a restituire i tanti soldi degli investitori scomparsi con il crac di Terra, l’arresto di Do Kwon potrebbe invece riportare all’ordine del giorno un problema che continua a caratterizzare il settore delle criptovalute. Stiamo parlando dell’incondizionata fiducia che spinge molti investitori a mettere da parte ogni regola di buon senso, abbagliati da grandi prospettive di guadagno, esponendosi in tal modo a rischi elevatissimi.
La vicenda della stablecoin fondata nel 2018 è l’ennesima conferma in tal senso. La grande crescita fatta registrare nel corso degli anni successivi si è fondata su una sorta di campagna pubblicitaria permanente, con un gran numero di esperti, o sedicenti tali, pronti a giurare sull’infallibilità del protocollo creato da Do Kwon. Una campagna estremamente convincente, a giudicare dall’afflusso di un gran numero di capitali a suo sostegno.
Se alcuni osservatori avevano già messo in discussione il funzionamento delle stablecoin algoritmiche, molti investitori avevano deciso di ignorare gli avvertimenti, permettendo a Terra di aumentare in maniera vertiginosa la sua quotazione di mercato. Nel maggio del 2022, però, il meccanismo congegnato è all’improvviso collassato, un crollo che secondo le ricostruzioni fatte a posteriori sarebbe stato causato da un attacco combinato al suo algoritmo.
Nel fallimento di Terra sarebbero scomparsi oltre 40 miliardi di dollari investiti, con conseguenze disastrose per tutto il settore crypto, a partire da un ulteriore calo della quotazione di Bitcoin e passando per una serie di fallimenti da parte di aziende come Celsius, Three Arrows Capital e Voyager Digital. Una vicenda la quale ha contribuito non poco al crypto winter, abbattendo ulteriormente una fiducia da parte degli investitori che pure aveva già iniziato a traballare.
Subito dopo il fallimento dell’azienda, il tribunale di Seul aveva provveduto a spiccare un mandato d’arresto nei confronti di Do Kwon, accusandolo di aver violato le regole del mercato dei capitali (Capital Markets Act), estendendolo Nicholas Platias, membro fondatore di Terraform Labs, e Han Mo, un dipendente dell’azienda. Il mandato aveva la validità di un anno e non è stato necessario rinnovarlo, grazie all’operazione condotta dalle forze dell’ordine montenegrine.
Le accuse di Anonymous
La vicenda si era poi arricchita di ulteriori capitoli, in quanto erano venuti fuori particolari che facevano largamente intendere un comportamento non proprio cristallino da parte di Do Kwon. In particolare erano stati gli hacker di Anonymous a pubblicare un video in cui avevano in pratica accusato Do Kwon di aver messo in piedi un vero e proprio schema criminale.
Nel video in questione avevano in particolare accusato il fondatore di Terra per essersi appropriato di non meno di 80 milioni di dollari al mese, proprio nella fase che ha preceduto il fallimento del progetto. Inoltre avevano ricordato il ruolo da lui svolto nel fallimento di un’altra stablecoin, Basis Cash, di cui Do Kwon era stato uno dei co-fondatori, con lo pseudonimo di Rick Sanchez. Un evento verificatosi alla fine del 2020, mai però adeguatamente pubblicizzato. Se lo fosse stato, probabilmente la vicenda di Terra avrebbe avuto proporzioni meno ampie.
La necessità di regolamentare le stablecoin
Il ritorno di Do Kwon all’attenzione dell’opinione pubblica può essere visto in vari modi. Da un lato potrebbe servire a riportare all’attenzione generale la necessità di accostarsi in maniera prudente ad asset come quelli digitali che rappresentano comunque un investimento di carattere finanziario, quindi molto rischioso.
Dall’altro potrebbero invece finalmente spingere i legislatori ad affrontare un problema che non è ancora stato risolto, ovvero quello relativo alla necessità di regolamentare al meglio le stablecoin, a partire da quelle algoritmiche. Se Terra (LUNA) può essere considerata una traccia del passato, ancora oggi ci sono criptovalute che regolarmente ripropongono grandi preoccupazioni derivanti dalla perdita dell’ancoraggio ai beni di garanzia.
Resta soltanto da capire se il problema sarà affrontato a livello globale, o se invece saranno le agenzie nazionali ad incaricarsi di farlo. Anche il Fondo Monetario Internazionale, di recente, ha infatti affermato la necessità di un’azione congiunta in tale direzione.
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