Alcuni lavoratori alle dipendenze di Tesla si sarebbero macchiati di una condotta del tutto irrispettosa della privacy dei propri clienti, arrivando a condividere foto e video sensibili catturati dalle telecamere delle auto; tale comportamento, tanto disdicevole quanto scorretto, si sarebbe protratto per anni, secondo quanto riportato da Reuters. A riferirlo alla fonte sono stati proprio alcuni ex dipendenti del costruttore statunitense.

La privacy dei clienti Tesla violata dai dipendenti

Stando a quanto raccontato, i dipendenti di Tesla avrebbero condiviso immagini e video dei clienti sia in chat di gruppo che singole tra il 2019 e lo scorso anno. Tra i contenuti oggetto di condivisione — riporta Reuters — figura persino il video di una Tesla guidata a velocità sostenuta poco prima di investire un bambino in bicicletta; un altro ancora mostrava un uomo nudo camminare in direzione del veicolo. Uno degli ex dipendenti di Tesla ha testualmente dichiarato che: «Potevamo vederli fare il bucato e altre cose private. Potevamo vedere i loro bambini».

A quanto pare, i lavoratori avrebbero condiviso anche dei video registrati all’interno dei garage dei clienti Tesla: in uno dei filmati oggetto di condivisione sarebbe apparsa addirittura la Lotus Esprit bianca sottomarino di James Bond, resa famosa dal film del 1977 The Spy Who Loved Me. Cosa c’è di curioso in tutto questo? Ebbene, il veicolo in questione è stato acquistato circa un decennio fa proprio dal CEO di Tesla, Elon Musk; insomma, tra le sfere di vita privata dei possessori di auto Tesla violate dai dipendenti ci sarebbe persino quella del loro datore di lavoro.

Un altro ex dipendente non ha usato mezzi termini, parlando apertamente di violazione della privacy e arrivando scherzosamente (ma forse neanche tanto) ad affermare che non acquisterebbe mai un veicolo Tesla, sapendo il modo in cui i dati sensibili di queste persone sono stati trattati.

Tesla e il trattamento dei dati dei clienti

Per quanto riguarda la posizione di Tesla, il costruttore riporta sul proprio sito ufficiale che ciascuno dei propri veicoli elettrici è equipaggiato con otto telecamere esterne, che sono necessarie per il supporto di funzioni come Autopilot, Autopark e Smart Summon; le stesse sono poste al servizio del sistema di sorveglianza Modalità sentinella, la quale, «Se attivata, le telecamere e i sensori (se in dotazione) del veicolo restano accesi e pronti a registrare eventuali attività sospette intorno al veicolo quando la […] è bloccata ed è stata innestata la marcia di stazionamento. Si può pensare alla Modalità sentinella come a un sistema di sicurezza intelligente del veicolo che avvisa quando rileva nelle vicinanze possibili minacce alla sicurezza».

Anche la pagina del sito comprensiva dell’Informativa sulla privacy si occupa delle telecamere e parla di un sistema progettato per salvaguardare la riservatezza dei clienti: tra le altre cose, «La condivisione con Tesla delle registrazioni delle telecamere ai fini dell’apprendimento basato sui dati della flotta richiede il consenso alla condivisione dei dati da parte dell’utente» e inoltre «Anche qualora l’utente fornisca il proprio consenso, a meno che non riceviamo dei dati a seguito di un evento riguardante la sicurezza (collisione o attivazione degli airbag del veicolo), le registrazioni delle telecamere rimarranno anonime e non verranno collegate all’utente o al suo veicolo».

Promesse importanti che purtroppo sembrano essere state disattese da Tesla: uno dei dipendenti ha riferito a Reuters che i data labeler dell’azienda erano perfettamente in grado di conoscere il luogo di registrazione del filmato su Google Maps.

Allo stato attuale, Tesla non ha fornito alcun commento ufficiale su queste pesanti accuse, ma la speranza è che presto venga fatta chiarezza: la società di Musk deve una spiegazione ai tanti clienti in giro per il mondo che le hanno dato fiducia.

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