Negli Stati Uniti è stata intentata una causa collettiva contro Tesla dopo che è emersa la notizia che alcuni dei suoi dipendenti avrebbero condiviso video privati all’interno di chat di gruppo dell’azienda. Questi video provengono dalle dashcam delle automobili e includono immagini innocue come cani o segnali stradali divertenti, ma anche video di interni di alcuni garage, di minori e persino di un uomo che si avvicina nudo ad un veicolo.

La causa è partita da Henry Yeh, proprietario di una Tesla in California, che ha deciso di citare in causa l’azienda presso il Tribunale distrettuale della California del Sud accusandola di aver violato la Costituzione dello Stato, le leggi sulla privacy della California e le politiche sulla privacy dell’azienda stessa. Il numero preciso dei danni richiesti non è stato divulgato ma è stato confermato che supera i 5 milioni di dollari.

La risposta di Tesla alle accuse di violazione della privacy

Di tutta risposta, Tesla ha recentemente pubblicato una descrizione dettagliata del suo approccio alla gestione dei dati della privacy, dichiarando che la maggior parte di questi vengono elaborati direttamente sui veicoli e solo alcuni dati vengono poi inoltrati all’azienda. La maggior parte di questi dati è anonima a meno che non sia associata a un “evento critico per la sicurezza”.

Tuttavia secondo Reuters, il primo a lanciare l’accusa nei giorni scorsi, condividendo questi video all’interno di chat private i destinatari potrebbero venire a conoscenza di informazioni personali, come per esempio l’indirizzo, essendo queste associate agli stessi video. Inoltre secondo il Tribunale che ha poi intentato la causa, questa accusa potrebbe portare anche a dei costi ulteriori per i clienti, che potrebbero vedersi costretti a pagare un professionista per disattivare le telecamere delle proprie Tesla.

Al momento però il tutto si basa su speculazioni e accuse senza prove concrete. Nei prossimi giorni spetterà ad un giudice decidere se si tratta di una legittima azione collettiva e se l’avvocato potrà procedere con l’accusa lanciata dal suo cliente.

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