In un’epoca in cui l’impatto ambientale delle tecnologie è sempre più al centro del dibattito, le aziende del settore elettronico stanno cercando di adottare strategie e soluzioni per ridurre il loro impatto sul nostro pianeta. Tra queste, la progettazione di dispositivi più facilmente riparabili, il riciclaggio dei prodotti dismessi e l’ottimizzazione dei processi produttivi e della catena di approvvigionamento. Un aspetto importante riguarda anche l’utilizzo di materiali riciclati nei dispositivi, che oltre a essere un vantaggio ecologico, costituisce un’ottima strategia di marketing.
Giganti del settore come Google e Samsung si sono mossi in questa direzione, con quest’ultima che ha dato l’esempio utilizzando reti da pesca riciclate. Circa un anno fa, in occasione della Giornata della Terra, Apple aveva annunciato l’intenzione di raddoppiare l’uso di materiali riciclati nei suoi prodotti e di eliminare la plastica dagli imballaggi entro il 2025.
Le strategie di Apple per ridurre l’impatto ambientale
Recentemente l’azienda ha fissato lo stesso obiettivo per il passaggio al 100% di cobalto riciclato nelle sue batterie, incluse quelle di iPhone, iPad, Apple Watch e MacBook. Le batterie rappresentano infatti una maggioranza significativa del cobalto utilizzato dall’azienda, il quale risulta essere un metallo problematico, sia per le pratiche di estrazione che per l’impatto diretto sulle persone coinvolte nel processo.
Apple ha dichiarato che negli ultimi tre anni ha ampliato in modo significativo l’uso di cobalto riciclato al 100% certificato, rendendone possibile l’inclusione in tutte le batterie progettate entro il 2025. In particolare, nel 2022 un quarto di tutto il cobalto presente nei prodotti Apple proveniva da materiale riciclato, rispetto al 13% dell’anno precedente. Questa iniziativa si affianca ad altre analoghe riguardanti materiali fondamentali come l’alluminio, il tungsteno e i metalli delle terre rare, e che fa parte del più ampio impegno di Apple per raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2030. Riportiamo di seguito le parole della vicepresidente del reparto Ambiente, politica e iniziative sociali Lisa Jackson, che vanno a corroborare quanto detto.
“La nostra ambizione di utilizzare un giorno il 100% di materiali riciclati e rinnovabili nei nostri prodotti va di pari passo con Apple 2030: il nostro obiettivo di ottenere prodotti a zero emissioni di carbonio entro il 2030. Stiamo lavorando con urgenza per raggiungere entrambi gli obiettivi e, nel frattempo, stiamo facendo progredire l’innovazione in tutto il nostro settore”
Daisy è l’alleato di Apple nel riciclo elettronico
Un elemento fondamentale per realizzare questo obiettivo è il riciclaggio del cobalto dai dispositivi giunti al termine del loro ciclo di vita. Cinque anni fa Apple ha introdotto il robot Daisy, in grado di estrarre e separare i materiali dagli iPhone dismessi. Apple stima che dal 2019 più di 11.000 chilogrammi di cobalto siano stati recuperati dalle batterie estratte da Daisy e poi reimmessi nel mercato secondario. Il robot non si limita solo a questo, ma aiuta anche a recuperare gli elementi delle terre rare, che vengono in gran parte persi attraverso i tradizionali processi di riciclaggio dell’elettronica. Un altro aspetto interessante riguarda l’utilizzo da parte di Apple di un “sistema di realtà aumentata basato su lavagna luminosa” per supportare gli operatori umani nel processo di smontaggio dei dispositivi. Questo sistema, inviato ai partner dell’azienda, permette di guidare gli addetti attraverso le fasi di disassemblaggio, facilitando il recupero di materiali preziosi e riducendo gli inevitabili errori e gli sprechi.
L’impegno di Apple nel campo dell’ecologia e della sostenibilità è un esempio significativo di come le grandi aziende del settore tecnologico possano contribuire attivamente alla tutela dell’ambiente. Tuttavia, è importante ricordare che questi sforzi non sono sufficienti a risolvere completamente il problema dell’impatto ambientale dell’elettronica di consumo. Per un futuro più sostenibile è necessario un coinvolgimento a livello globale, che includa non solo le aziende produttrici di dispositivi, ma anche i governi, le organizzazioni non governative e i consumatori stessi. Solo attraverso un’azione collettiva e congiunta sarà possibile ridurre l’impatto ambientale dell’industria dell’elettronica e garantire un futuro più verde per le generazioni future.
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