Nel 2020 a causa della pandemia il settore dei computer ha visto una forte crescita, diversi utenti in tutto il mondo hanno infatti acquistato nuovi laptop per poter conciliare smart working e scuola a distanza; anche i Chromebook hanno avuto una notevole ascesa in quel periodo, persino nel nostro Paese.

Oltre oceano però, i dispositivi mossi da ChromeOS vengono utilizzati molto più che da noi, anche e soprattutto in ambito scolastico: diversi istituti infatti si affidano al sistema operativo desktop di Google come strumento per la didattica, fornendo agli studenti un Chromebook in comodato d’uso da utilizzare a scuola e a casa per tutto quel che concerne la loro educazione.

Durante la pandemia diversi istituti scolastici statunitensi hanno avuto la necessità di rimpinguare il proprio parco laptop per le motivazioni sopra citate, in molti si sono affidati a ChromeOS acquistando stock di Chromebook a basso costo. A distanza di tre anni però, iniziano a manifestarsi le prime problematiche, legate principalmente alla scarsa durevolezza dei dispositivi in questione e alla difficile riparabilità.

I Chromebook economici iniziano a rompersi dopo tre anni e sono difficilmente riparabili

Il fondo per l’istruzione del gruppo di ricerca di interesse pubblico degli Stati Uniti ha diffuso uno studio chiamato Chromebook Churn, dal quale si evince come molti dei dispositivi acquistati in lotto dagli istituti scolastici durante la pandemia, stiano iniziando a rompersi causando un esborso maggiore da parte degli istituti, nonché una quantità discreta di rifiuti elettronici.

Uno dei problemi che vengono maggiormente evidenziati è la scarsa riparabilità dei Chromebook in questione, rispetto ai laptop Windows, dovuto alla difficoltà nel reperire i pezzi di ricambio e al loro elevato costo che non ne giustifica l’acquisto, visto che con un esborso di poco superiore si può comprare un Chromebook nuovo.

Lo studio chiama in causa inoltre il supporto software offerto da Google con ChromeOS, in sostanza ci si lamenta del fatto che gli 8 anni di aggiornamenti garantiti partano dalla certificazione e conseguente commercializzazione del dispositivo, e non dal momento in cui le scuole li acquistano; secondo il rapporto nel momento in cui una scuola ha acquistato, ricevuto, configurato e implementato con successo una flotta di Chromebook per studenti, la scadenza degli aggiornamenti si riduce a quattro o cinque anni.

Sempre stando a quanto condiviso “raddoppiare la durata dei 31,8 milioni di Chromebook venduti nel 2020 potrebbe ridurre le emissioni di 4,6 milioni di tonnellate di CO2, equivalenti a togliere dalla strada 900mila auto per un anno”; al contempo il gruppo raccomanda a Google di eliminare il sistema di scadenza degli aggiornamenti automatici, chiede che i produttori producano “un minimo del 10% in eccesso” di parti di ricambio e che le componenti siano meglio standardizzate tra i vari modelli di Chromebook.

Peter Du, portavoce di Google, ha risposto in merito allo studio con la seguente dichiarazione, condivisa con i colleghi di The Verge:

Abbiamo lavorato diligentemente con i nostri partner hardware per aumentare gli anni di assistenza garantita che i Chromebook ricevono e, dal 2020, ora forniamo otto anni di aggiornamenti automatici, rispetto ai cinque anni del 2016. Collaboriamo inoltre costantemente con i nostri partner produttori di dispositivi costruire sempre più dispositivi in ​​tutti i segmenti con materiali riciclati post-consumo e certificati che sono più riparabili e utilizzare nel tempo processi di produzione che riducono le emissioni.

Gli aggiornamenti regolari del software del Chromebook aggiungono nuove funzionalità e migliorano la sicurezza del dispositivo ogni quattro settimane, consentendoci di ripetere continuamente l’esperienza del software garantendo al contempo che i dispositivi meno recenti continuino a funzionare in modo sicuro e affidabile fino a quando i loro limiti hardware non rendono estremamente difficile fornire gli aggiornamenti.

Ha davvero senso questo studio?

Forse alcuni di voi non se ne sono accorti, ma la vicenda ha avuto una rilevanza mediatica notevole negli ultimi giorni sulle testate specializzate americane, ne parlano praticamente tutti sottolineando un qualcosa che dovrebbe per certi versi essere scontato.

Partiamo dal fatto che i Chromebook in questione vengono affidati a dei ragazzi giovani, vi siete mai fatti un giro su Reddit per esempio? È pieno di testimonianze di docenti e studenti, documentate con foto, del trattamento che ricevono i laptop in questione; siamo andati tutti a scuola, vi ricordate come erano ridotti i libri di testo della maggior parte degli studenti? È un po’ la stessa cosa, davvero ci meravigliamo che dei ragazzi trattino con poca cura un dispositivo a loro affidato?

In secondo luogo, ChromeOS dovrebbe essere adottato per le funzionalità software che offre rispetto ad altre soluzioni, dimostrandosi teoricamente più semplice da utilizzare e per certi versi migliore in ambito didattico, tuttavia (è inutile nascondersi dietro un dito) i Chromebook vengono spesso e volentieri scelti proprio in virtù del minor prezzo rispetto ai laptop equipaggiati con altri sistemi operativi. È così strano che un dispositivo economico duri meno di uno che costa magari 4 volte in più? È come se acquistassimo un biglietto aereo con una compagnia low cost e poi ci lamentassimo di non aver ricevuto il medesimo trattamento che offre la business class della Emirates, non ha alcun senso.

Anche la questione sollevata sugli aggiornamenti sarebbe sindacabile, gli istituti scolastici dovrebbero avere personale idoneo il cui compito è proprio quello non solo di scegliere i dispositivi da acquistare, ma anche quello di configurarli e provvedere alla eventuale manutenzione software; la maggior parte dei Chromebook in circolazione oggi permette, che sia terminato il ciclo di supporto offerto da Google o meno, di installare Linux al posto di ChromeOS, questo allungherebbe notevolmente la vita utile del laptop di turno, a patto di trattarlo con le dovute precauzioni.

Insomma, se da un lato è più che condivisibile (nonché auspicabile) la richiesta di una maggior conformità dal punto di vista delle parti di ricambio sui vari modelli di Chromebook, dall’altro non ci si può aspettare che un laptop che magari costa 200 dollari possa durare in eterno, superando indenne qualsiasi tipo di trattamento poco ortodosso gli venga riservato.

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